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Pov.Cristy

Una serata che avrei potuto evitare. Lui era lì con Natasha. Tutti sorrisi, ed io d'altro canto li regalavo a Trevor, facendo finta di ridere alle sue battute. E riuscivo a percepire lo sguardo infuocato nei suoi occhi miele.

Avevamo finito la cena, ed ero andata a recuperare il cappotto, mentre Trevor mi aspettava in macchina.
"Bella serata" la sua voce dietro le mie spalle, così vicina da provocarmi brividi che ricacciavo indietro, infilandomi il cappotto. Per girarmi e trovarmelo davanti in tutta la sua sfacciata bellezza.

"Bellissima. Sono stata benissimo in compagnia di Trevor" rivelai assertiva, mentendo più a me stessa che a lui. Guardai i suoi occhi ridursi in fiamme vive, e mi sarei voluta bruciare, ma non potevo. Forse era meglio dare una seconda possibilità a qualcosa che forse poteva divenire sicuro piuttosto che rimanere ferita come quella sera, senza potermi riprendere.

Mi misi la borsa sulla spalla, spostandomi i capelli, facendogli un sorriso per avviarmi fuori. Quando mi prese per il polso, bloccando la mia fuga, perché volevo fuggire dall'emozioni che nonostante mi scaturiva.
"Spero tu sappia che tipo sia Trevor" affermò ispido, fissandomi intensamente.

Rilasciai la presa sorridendo amaramente.
"So che tipo è Trevor. E potrei anche sapere che tipo sei te. E non c'è molta differenza" dichiarai pungente.
"Buona serata con Natasha" aggiunsi, prima di girarmi di nuovo ed uscire, venendo avvolta dalla frescura della sera, sentendomi trepidare.

Guardai Trevor in macchina girarsi e rivolgermi uno dei tanti sorrisi della serata che io cordialmente restituivo, salendo.
Mi allacciai la cintura, lisciando il vestito rosso che mi aveva gentilmente prestato Kitty.
"Sono stato davvero bene" rivelò limpido, mentre fermò la macchina sotto casa.

Annuii lievemente.
"Si. Anche io" affermai sincera. Infondo ero stata bene.

Si protese, guardandomi negli occhi sentendomi agitata, mentre mi spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, sfiorandomi con l'indice il lobo.
"Non ti ripeterò quello che già ti ho detto. Ma ti voglio nella mia quotidianità Cristhina." Ammise ciò che già sapevo, guardando sincerità, o almeno leggevo quella nei suoi occhi scuri.

"Lo so" affermai, abbassando lo sguardo, per riportarlo su di lui, che sembrava sempre più vicino, ed ero in un bivio. Su ciò che potevo fare riprovando, o su lasciar perdere. Stavo scegliendo di sbagliare ancora. E lo sapevo che probabilmente ero masochista, e lui non mi provocava le scosse che mi facevano reagire senza pensare, come succedeva con Mark. Ed era per questo che preferivo riprovare con Trevor. Non ne sarei rimasta scottata.

Si avvicinò di più, salendo con la mano dal collo alla nuca, quasi una carezza, per poi combaciare le nostre labbra. Un bacio dolce, dove probabilmente non c'era più quella passione, ma uno sfarfallio leggero lo avvertivo, sentendo la sua lingua vellutata, accarezzare la mia con gentilezza. Quando mi staccai, vedendo i suoi occhi brillare.

Questo vuol dire che ci vuoi riprovare?" Domandò elargendo un sorriso, che ricambiai.

"Devo andare. Tra 4 giorni parto per lavoro. Ci sentiremo quando torno. E probabile che sia un si" gli spiegai gentilmente, vedendolo annuire, per baciarmi di nuovo con più trasporto di prima, lasciando che le sue dita s'intrecciassero tra i miei capelli mossi.
Prima di scendere dalla macchina, chiudendo lo sportello, alzando una mano per salutarli vedendolo ripartire.

Salii le scale, aprendo la porta, levandomi in un secondo il cappotto e la borsa, lanciandoli sul letto in camera. Presi il cellulare, scorrendo la rubrica per cercare Kitty.
Quando la trovai, provai a chiamarla. E come pensavo dava libero, senza rispondere.

Mi crogiolai un po' sul letto, ripensando alla serata, provando mille posizioni diverse per stare comoda. Non mi andava neanche di vedere "Vento di passione" il che era grave.

Mi tirai su dal letto, infilandomi le scarpe per andare a bussare da Jason. Lo so potevo sembrare disperata. Ma avevo bisogno di parlare con la mia amica.
Accostai la porta di casa, bussando al mio vicino che per ora strapazzava solo la mia amica, e se le avesse fatto qualcosa gli avrei strapazzato io il suo cervello. Ma decisi di reprimere e sopprimere i miei istinti omicidi.

Quando vidii la porta aprirsi, ed un Jason sorridente sulla soglia.
"Ciao vicina" mi salutò squillante ed allegro. Non mi era difficile immaginare il motivo.

"Ciao vicino" lo imitai, riassumendo la faccia seria.
"È qui Kitty?" Domandai vedendolo annuire, facendomi spazio per entrare, ringraziandolo.

"Micione" lo chiamò, sentendo odore di caffè, venendo scortata in cucina, vedendo una Kitty, ballettare dietro ai fornelli, quando si girò sussultando, portandosi una mano sul cuore e ridurmi in cenere con lo sguardo.

"Micina" mi beffeggiai, stringendo gli occhi e le labbra in segno di scuse, vedendo Jason affermare per lasciarci sole.

"Che ci fai qui?" Chiese dolcemente, intimandomi di sedermi sul divano. Notavo ancora degli scatoloni infondo al salone, disposti. Non era tanto che si era trasferito, qualche mese. E tra lui e la zotica vecchietta che c'era prima che irrompeva a casa mia ogni sera perché non gli prendevano i canali televisivi, forse preferivo Jason.

"Ho bisogno del tuo supporto. Ho baciato Trevor. Lo ammetto e lo sai che Mark mi piace, ma non posso andare incontro a ciò che mi farebbe male. E non credo che neanche ricambi o almeno non ne sono sicura. Dimmi solo che non mi giudicherai" ammisi debolmente, sentendomi davvero una totale indecisa. Accasciandomi sul divano.

Lo guardai ascoltarmi spalancando la bocca e i suoi occhi chiari, sembrando incredula. E lo era.
Si alzò prendendo una tazzina di caffè porgendomela, e due tazzine per lei, che le sgolò in un attimo.
"Va bene. Non ti dirò che hai sbagliato. Spero solo che hai pensato bene prima di farlo" ammise, agitando una mano per farmi capire di abbracciarla, vedendola spiegare le braccia e avvolgermi.

Quando sentimmo il campanello ci staccammo.
Vidii Jason farci un sorriso.
"Scusatemi. È arrivato un mio amico. Magari ti piace Cristhina" affermò sornione. Non sapevo se esserne offesa perché probabilmente avevo l'aria di una disperata.

"Ne ho abbastanza degli uomini" lo rimbeccai gentilmente anche se il tono sembrava di una zitella acida.

Alzò le mani in aria come per scusarsi, andando ad aprire la porta. Mentre guardai Kitty ridere.
"È fatto così il mio micione" esultò con occhi sognanti. Era proprio cotta a puntino. E mi sentivo felice per lei. Anche se voleva dire, sorbirmi i loro schiamazzi notturni.

Quando sentii una voce familiare, che salutava Jason, e subito dopo la sua figura apparirmi lentamente davanti agli occhi. Sbattei più volte le ciglia come per assicurarmi che non fosse un sogno o un incubo.
Finché non mi appurai che era la realtà.
"Cristhina" mi salutò come se niente fosse, mettendo su un sorriso sexy. E dio senza giacca e pantaloni sartoriali era ancora più sexy in jeans e giubbotto di pelle.

"Mark" lo salutai aspra, alzandomi dal divano.

Guardai Jason confuso, grattarsi la nuca e Kitty mimare un "oh cazzo" già, ed era così.
"Vi conoscete?" Chiese Jason sbalordito, mentre dicemmo all'unisono
"Si".

Una Seduzione DivertenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora