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Pov. Cristy

I raggi filtravano dalla finestra, contornata da tende color panna, facendomi rigirare nel letto come un bruco. Strinsi il cuscino tra le braccia, accoccolandomi. Quando il suono della sveglia, che sembrava un'allarme, mi rianimò.

"Cazzo" imprecai, ruzzolando dal letto, portandomi dietro anche buona parte del piumone. Era il giorno della partenza. Era due giorni che Mark mi lanciava frecciatine che poi si tramutavano ad indifferenza totale. Non lo capivo e neanche mi sforzavo a capirlo. Sembrava che con Trevor andasse meglio.

Rifeci il letto alla meno peggio, buttando sopra i cuscini e un peluche a forma di orso. Lo ammetto forse per i miei 26 anni, non era consono avere dei peluche, ma li amavo. Non potete biasimarmi.

Mi spogliai dal mio caldo pigiama, sentendo un brivido di freddo propagarsi, infilandomi nel box doccia, azionando il getto caldo, rilassandomi, per pochi istanti. Dovevo fare tutto di fretta.

Mi avvolsi nell'accappatoio, frizionandomi. Finché non sentii il campanello suonare.
"Ah ma vaffanculo" proprio nei momenti meno inopportuni. E lo sapevo che quando non avevo niente da fare nessuno faceva irruzione a casa mia, quando ero super impegnata, incasinata, ecco che ti trovavi il corteo fuori l'uscio.

"Un attimo" alzai il tono di voce, infilandomi le ciabatte.
Quando andai ad aprire, mi trovai Trevor davanti con un sorriso raggiante.

"Ciao. Sono venuto a salutarti. So che oggi parti e mi mancherai" confessò, entrando, versandogli del caffè, porgendogli la tazzina.

"Starò via una settimana, non un anno. Ci sentiremo. Sai esistono i cellulari. Almeno così dicono" scherzai, appoggiandomi al tavolo, vedendolo posare la tazzina, per avvicinarsi, cingendomi la vita con un braccio.

"Sentire solo la tua voce, non mi basta" aveva il tono più basso, lasciandomi lievi baci sul collo, attirandomi di più, salendo per baciarmi le labbra dolcemente. Finché non mi staccai, annuendo.

"Lo so. Ma dovrà bastarti. Scusa ma ho un po' di furia." Ammisi, facendo la faccia dispiaciuta.

"Certo lo capisco. Se vuoi ti accompagno all'aeroporto" si offrì gentilmente, mentre scossi la testa, stringendo di più l'accappatoio in vita.

"Passa Mark a prendermi" affermai chiara, vedendolo sbuffare, passandosi una mano tra i capelli scuri.

"D'accordo, allora ci sentiamo in questi giorni." Aggiunse con voce cupa, dandomi un lieve bacio a stampo, prima di uscire, permettendomi di richiudere la porta, rilasciando un sospiro.

Mi avviai in fretta in camera, togliendomi l'accappatoio, infilandomi la biancheria, che sembrava stretta in quel momento. Un jeans stretto, un top di pizzo ed un cardigan sopra, legandomi i capelli, in una coda.

Controllai se avessi portato tutto il necessario, chiudendo la valigia, quasi lottando contro di essa.

Accostai la porta di casa, suonando a Jason per salutare Kitty. Sembrava che si fosse trasferita, anche se una casa l'aveva.
"Ciao Cristhina. Vieni è in camera" mi salutò Jason gentilmente, facendomi cenno di seguirlo.

Entrai in camera titubante. Dovevo dire che ero imbarazzata. Più che altro per le condizioni della stanza. Una rivoluzione avrebbe fatto meno danni. La vidii distesa a pancia in giù, fortunatamente vestita con una maglia lunga bianca. Probabile fosse di Jason. Intimai a quest'ultimo di fare silenzio, portandomi l'indice davanti le labbra, sollevando un cuscino piccolo, tirandoglielo debolmente sul fondoschiena, sentendola mugolare, e subito dopo imprecare.

"Jason lasciami in pace. Abbiamo già scopato abbastanza" a quelle parole biascicate, mi parai una mano davanti per non scoppiare a ridere, vedendo Jason regalarmi un sorriso sfacciato, per alzare le mani in aria e dirigersi di la.

Avrei voluto non ascoltare, ed ero sicura di essere rossa in volto.
"Kitty" le sussurrai sull'orecchio, abbassandomi debolmente al lato del letto.
Finché non si girò, scostandosi le ciocche bionde dal viso, aprendo gli occhi.

"Cristy, che ci f...oddio oggi parti" scattò in piedi, lanciandosi contro di me, facendomi sbattere contro l'armadio, mentre mi lamentai divertita.

"Già. Mi raccomando fai la brava. Trattala bene Jason, o vedrai al mio ritorno" lo minacciai alzando la voce, vedendo Kitty ridere.

"Sarà fatto" rispose dalla cucina, sentendo un'odore di caffè propagarsi per le stanze.

Vidii Kitty sorridermi, spostandomi una ciocca di capelli.
"Mi raccomando Tesoro. Ti voglio bene" mi abbracciò di nuovo, stringendomi.

"Anche io" la ricambiai con lo stesso sentimento, salutandoli, ritornando a casa, controllando al cellulare, un messaggio di mamma ed uno di Mark.

Mamma
Ci sono i cannelloni in frigo, portateli, devi mangiare all'aeroporto ed abituarti alla cucina italiana. Fai buon viaggio cara.

Sorrisi a quel messaggio, aprendo il frigo, trovando il recipiente di plastica con i cannelloni dentro. Se non altro non sarei morta di fame.
Scossi la testa aprendo quello di Mark.

Sono giù. Muoviti, veloce.

Per essere il mio finto fidanzato stava iniziando con il piede sbagliato, ma non aveva capito che io ero più tosta di lui. Zotico. Neanche aiutarmi con le valigie.
Mi agganciai il cappotto, prendendo la valigia sul letto, tirandola giù, e mettendomi la borsa sulla spalla, chiudendo la porta.

Pov. Mark

Mi alzai di buon ora, preparandomi il caffè. Mi feci una doccia rilassante, vestendomi con i jeans scuri ed una maglia nera attillata. Mi aggiustai i capelli, e m'infilai il giubbotto di pelle.

Chiusi la valigia piccola. Mi serviva solo il necessario. Guardando dalla grande vetrata il tempo. A quanto pare c'era il sole. Mi sarebbe mancata la visuale di Central Park anche se solo per una settimana.
Ero teso. Cavolo sarei stato il padrino. Era un'onore per me.

Chiusi la porta di casa, prendendo la macchina, uscendo dal viale, per dirigermi a prendere Cristhina.

Le mandai un messaggio che sicuramente l'avrebbe fatta esasperare, ma adoravo vederla stizzita. Infilandomi gli occhiali a specchio.

La guardai aprire il portone, trascinando la valigia a fatica, imprecando, contro gli scalini. Ridi sotto i baffi, vedendola così impegnata, decidendo di scendere ad aiutarla. Ero pur sempre un gentleman.

Appena si girò tenendo la valigia saldamente per il manico, deglutì per poi tornare seria. Era decisamente bella bei jeans stretti che mettevano in evidenza le sue curve.
"Vedo che ti sei degnato di scendere dalla tua adorata macchina" mi fece la morale, vestendomi di un sorriso smagliante.

"Ti ricordo che sono un gentil uomo" la ripresi, vedendola roteare i suoi grandi occhi azzurri per poi lasciarmi la valigia, mettendola nel baule. Vedendola salire in macchina sbattendo lo sportello, allacciando la cintura.

"Ti sei portata la casa dietro noto. Indecisa Fino all'ultimo. Hai portato i tuoi pigiami sexy Cristhina?" Salii in macchina, facendo un sorriso verso di lei che sembrava inacidita.

"Si solo per te amore" rispose fingendo uno sguardo d'ammaliatrice, sentendo la voglia di baciarla. Ma decisi di sfiorarle la coscia con la mano, sentendola irrigidirsi, mordendomi le labbra carnose, per tornare seria, mentre le rivolsi un sorriso sfacciato. Ed ero sicuro che i miei occhi sorridessero per la soddisfazione, ma non poteva vederli attraverso le lenti.

"Puoi toglierti quel sorriso impertinente dal volto" sbottò irritata, ridendo dentro di me. Aggiustandosi la borsa sulle gambe. Sarebbe stato un viaggio molto interessante.

Una Seduzione DivertenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora