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Pov. Cristy

C'era bisogno di dire quanto l'agitazione mi comprimeva il petto? Non credo. Non era solo per il volo, poiché avevo davvero paura. Era un'insieme di emozioni che mi riusciva a scaturire lui. Ma Mark mi aveva tranquillizzato, ed anche se non volevo ammetterlo, era stato carino. Forse era solo un film che mi stavo facendo io. Infondo ero la segretaria-finta fidanzata che stava per partecipare al battesimo della figlia della sua ex ragazza quasi moglie.

Perché mai dovevo essere in ansia e subbuglio?!.

Sentii una mano sfiorarmi debolmente la guancia destra, provocandomi un formicolio piacevole, strusciando l'altra guancia contro...oh cavolo. Contro la sua maglia calda, oppure era il suo corpo, o forse solo io che stavo avvampando come un termosifone.

Aprii gli occhi e mi raddrizzai subito, sentendo la testa girare, per la velocità con cui mi ero staccata dalla posizione che avevo assunto per tutto il viaggio.
"Siamo arrivati" mi confessò debolmente, sorridendomi. Dio ecco quella fossetta che appariva, ed era più che una virgola accennata sta volta.

"Uhm...si" affermai, cercando di rifarmi la coda, che si era allentata.
Alzandoci dai posti.

Vidii Paul venirci incontro.
"Allora ci vediamo stasera alla cena" c'informò squillante, mentre se avevo messo da parte l'ansia, ecco che ritornava a farmi presente che lei era la mia compagna da una vita.

"Si ci saremo stasera. Ciao Paul" lo salutò calorosamente Mark, dandogli un bacio sulla guancia.

"Ciao Paul" dissi di rimando, vedendolo sporgersi per darmi due baci sulle rispettive guance.

"Cara diventeremo amici in meno che non si dica" mi riprese strizzandomi l'occhiolino, vedendo i suoi occhi azzurri luminosi che infondevano sicurezza e spensieratezza pura. Accennai un sorriso sincero, per poi reggermi alle inferriate per scendere dall'aereo, tornando finalmente sulla terra ferma.

Ci avviammo dentro l'aeroporto, andando a ritirare subito i bagagli dal nastro trasportatore, che per fortuna individuammo subito. Avevo bisogno di aria fresca, anche se a Firenze era meno freddo, ed un lieve sole riscaldava quanto bastava, per non farmi sentire l'intorpidimento che avevo ancora addosso, compreso un lieve mal di schiena.

"Sei pronta a conoscere tutti i miei amici?" Mi riprese Mark, scacciando via i pensieri che stavano nascendo dentro di me, guardandomi con un sopracciglio innalzato in attesa di una risposta.

Guardai a giro spaesata, vedendo la gente che correva, e affollava l'aeroporto.
"Credo di sì" affermai incerta, mordendomi il labbro, vedendolo sorridere, facendomi cenno con la testa di andare.

Appena uscimmo fuori, guardammo difronte a noi, delle persone con un cartello in mano, con su affisso "piccioncini americani". Non capivo bene il termine, ma di sicuro voleva dire qualcosa come "coppia di fidanzati". Quando Mark si girò verso di me che mettevo a fuoco quelle persone.
"Sono loro" confermò la mia supposizione, volendo scomparire piano, aprire un varco e venire risucchiata.

Gl'intimai un sorriso stirato male, avviandoci verso di loro.
"Ciao. Che bello vedervi" esultò Anny, abbracciandomi calorosamente. Era davvero una ragazza dolcissima.
Così anche suo marito Anthony.

Finché non si fece spazio una ragazza dai capelli biondi mossi che ricordava un po' la mia amica Kitty.
"Fatemi spazio, devo salutare prima questa splendida ragazza" elargii sorridente, dandomi un bacio sulla guancia e porgendomi la mano.
"Sono Maggie, la migliore amica di Anny, e già mi piaci, ci sarà feeling tra noi cara. Ma dimmi chi ti ha fatto fare di metterti con questa specie di energumeno" guardò in direzione di Mark, facendo un sorrisino insolente, strizzandomi l'occhiolino, finché non scoppiai a ridere. Era senz'altro simpatica.

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