20

15.4K 610 99
                                    

Parcheggiai la macchina nel sotterraneo dell'aeroporto, vedendo Cristhina scendere, iniziando a camminare.

"Dove vai? Ti ricordo che hai la valigia nel bagagliaio" la ripresi da dietro le sue spalle, vedendola girarsi, mettendosi gli occhiali da sole. Decisamente mi stava provocando, ma non sapeva che ero più bravo di lei a questo gioco.

"Ti ricordo che sei il mio fidanzato. Pensaci tu Amore" ricalcò l'ultima parola con talmente tanta enfasi che quasi ci credevo. Mettendo su un sorriso compiaciuto, di pura soddisfazione, tirando indietro la coda. Risi lasciandogliela vinta, prendendo le due valigie. La mia a confronto sembrava un beauty case.

Arrivammo al check-in, mostrando i biglietti e mettendo le valigie sopra, per pesarle.
Quando la signorina con i capelli biondi corti, ci congedò con un finto sorriso cordiale.

L'attesa sulle sedie, prima di salire sull'aereo era estenuante, e con Cristhina che mangiava della roba strana da un contenitore non aiutava.
"Stiamo andando in Italia non in Afghanistan" la redarguii, vedendola fare spallucce mentre masticava beatamente.

"Ne vuoi un po'?" Chiese fingendo il suo tono gentile e melenso, schiacciando i cannelloni, porgendomi il recipiente.

Lo guardai disgustato, guardando i suoi sguardi pieni di furbizia, senza nascondere puro divertimento. Mi voleva rendere la settimana terribile. Cara Cristhina farò di tutto.
"Ho decisi di vivere almeno fino al battesimo. Poi sarai libera di fare ciò che vuoi di me" rivelai pacato, facendogli l'occhiolino, guardandola ridurre gli occhi a due fessure, per capire cosa si nascondeva dietro alla mia compostezza.

Quando finalmente ci avvertirono che l'aereo era pronto. Mostrammo i biglietti alle signorine, che fecero un cenno di assenso, mettendoci in fila per andare verso la pista, salendo sopra di esso.

Guardai Cristhina entrare titubante, quasi tremolante. Sembrava una foglia mossa dal vento. Si sollevava ad ogni passo ma aveva paura di andare oltre. Mentre un signore si lamentò dietro le mie spalle, anche se stavo dietro di lei.

"Amore per quanto il tuo fondoschiena sia notevole visto da qui, c'è gente che vorrebbe almeno mettersi a sedere" mi beffeggiai, e cazzo, mi stavo divertendo. Il problema era che il panorama era davvero notevole, specialmente vedere le sue natiche sode, muoversi scalino dopo scalino.

"Stronzo" mi ridestò dalla sua visuale, lamentandosi, superando l'ultimo scalino per entrare dentro e mostrare di nuovo il biglietto all'hostess.
Recandoci ai nostri posti. La osservai prendere un respiro profondo, portandosi una mano sul cuore, come per placare l'agitazione anche se la sua gamba ingannava, continuando a tremare senza darsi pace.

"Stai partorendo o cosa?" Scherzai ancora, guardando il suo sguardo accigliarsi, continuando a fissare il poggiatesta del sedile blu, davanti a lei.

"Ho paura, razza di demente" ribatté sgarbata e fredda, stringendo la mano sul bracciolo. Dovevo addolcirmi, o non saremmo andati da nessuna parte. E se era vero che aveva paura avrei fatto di tutto per distrarla e non pensare al volo.

"Non hai mai preso un aereo?" Le domandai, addolcendo il tono di voce, portando una mano sulla sua gamba, che si fermò piano, mentre si girò incontrando il mio sguardo. Quegli occhi azzurri erano più belli di qualsiasi cielo senza nubi in un giorno di sole. Cazzo stavo davvero diventando un melenso.
Fortuna ci fu la sua voce puntigliosa a farmi riprendere da certe idiozie.

"No. È la prima volta, e giustamente ho pensato di sprecare il mio primo volo con uno come te" girò il viso dall'altra parte, smuovendo la coda, mentre la sentivo irrigidirsi ed al contempo calmarsi, sotto il mio tocco gentile sulla sua gamba.

Una Seduzione DivertenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora