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Ero andato a fare una corsa che scacciasse via pensieri che si stavano formando nella mia testa. Ci stava mettendo del suo a farmi diventare completamente pazzo. Apprezzavo il modo che aveva di stuzzicarmi, ma ne avevo abbastanza. Chiedevo ed esigevo di più. Non riuscivo a resistere, specialmente ora. Vedere la sua pelle diafana nuda, ancora con qualche goccia che le imperlava il corpo. I suoi capezzoli turgidi per il freddo, su due seni sodi e perfettamente tondi, per non parlare del resto, cazzo. L'averle sfiorato le labbra soffici, mi avevano mandato una scarica di adrenalina. Qualcosa che ti si riverbera dentro, e ti da il tormento.

Mi feci una doccia, pensando che poco prima riempiva lei questo piccolo spazio. Sentivo ancora l'odore del suo bagnoschiuma nell'aria. Dire che avevo voglia di sentirla sotto di me, era un eufemismo.

Mi vestii con un jeans ed una maglia bianca con lo scollo a V, chiudendo la porta di camera.
Gettando un'occhiata alla sua che era semichiusa.
La sentivo parlare, probabile al telefono, e sapevo dalla conversazione che fosse quel coglione di Trevor.
Non dovevo origliare, ma c'era qualcosa nella mia testa che non riusciva a farne a meno. Probabilmente era diventato il mio nuovo scopo di questo viaggio.

"Si, sto bene qui" rispose pacatamente. Non potevo sapere ciò che le chiedeva lui.
"Mark? Ti preoccupi di lui...no figurati" disse quasi con voce strozzata. Lo sapeva bene che stava dicendo una grossa cazzata. I suoi occhi azzurri non mi mentivano. Avevano almeno la stessa voglia che avevo io.
"Si anche io. Ciao Trevor" lo salutò, sbuffando il minuto dopo, sentendo i passi verso la porta, facendone due indietro io, per far finta di chiudere la mia, vedendola apparire, chiudendo la porta, alzando gli occhi al cielo.

"Pare che oggi c'incontriamo spesso" innalzai un sopracciglio divertito, vedendola spazientirsi.

"Purtroppo siamo nella stessa casa." Rivelò come se potessi davvero crederci che tutta questa vicinanza le dava noia. Il modo di toccarsi il collo alto della maglia, non era per il fastidio, era perché la mettevo in soggezione. Ed adoravo vederla così provata nei miei confronti. Una sorta di sfida. Voleva lasciarsi andare ma non poteva.

La seguii scendendo le scale, e potevo immaginare la sua faccia, avendomi dietro con il fiato sul collo.
"Si sono svegliati i piccioncini" elargì Maggie, con un sorriso divertito, fin troppo. Era astuta e sapeva bene. Aveva capito, ma ci reggeva perfettamente il gioco.

"Siamo sveglia da un po'" rispose timidamente Cristhina, mettendosi a tavola per mangiare, prendendo una fetta di carne e delle patate.

"Ti ho sentita urlare" affermò Brian, toccandosi il  mento, e subito dopo inforcare una patata.

La notai diventare bordeaux. E dio se mi stavo divertendo.
"Al mio amore gli piace scherzare. Vero Mark?" Serrò le labbra, spostando la testa lateralmente, per dirmi di confermare la sua teoria.

"Si, molto. Specialmente quando la trovo nuda nel bagno" rivelai, trattenendo una risata, vedendola bere d'un sorso il bicchiere di vino.

"Che sete" esultò sorridente, puntellandomi con lo sguardo truce. Si zuccherino, mi piace vederti in piena difficoltà.

"Stasera andremo a fare fiesta" gridarono in coro, Maggie ed Anny. Mentre Anthony sbuffò, posando il bicchiere sul tavolo, per versarsi altro vino dalla caraffa.

"Dai ragazze. Stasera c'è il match" si lamentò mentre Anny gli tirò una gomitata.

"Verrai amore. I bambini li guarda mia madre. Dobbiamo far divertire Cristhina e Mark" sorrisetto  nella nostra direzione, mentre annuii. Sarebbe stato divertente vedere di nuovo Cristhina non del tutto sobria. Anche se stava dando il meglio di lei, per finire il vino.

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