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Mi stavo maledicendo, tanto, forse troppo. Aveva ammesso di essere innamorata di me da sempre, e l'unica cosa che ho saputo fare era stare zitto, come un'idiota. Avrei voluto rimediare, volevo parlargli ma non me ne dava modo. Avevo capito perché non mi avesse detto tutto. Aveva paura che mi sarei tirato indietro come feci 9 anni fa, che l'avrei vista sempre come la Cristhina in carne ed impacciata di un tempo. Ma all'epoca ero solo un ragazzo, non riflettevo come adesso. Certo non ero un uomo che badava ai sentimenti altrui ma lei era diversa.

Avevo bramato il suo corpo, sia che mi avesse detto chi era sin da subito, sia che me l'avesse omesso come aveva fatto. Il suo sapore, il suo corpo caldo e le curve sinuose. Il suo essere stramba e sbadata, ed i suoi occhi celesti che avevo sempre adorato. Era la sua dolcezza e immensa sfacciataggine di chi non si rende conto che è altamente sexy in tutto ciò che fa o dice, ad avermi fregato. La sua voce calda e sensuale. Era lei quella che volevo, e sembravo rimbambito o un pappa molla ma non m'importava un cazzo.

Guardai gli edifici di New York dalla vetrata, sorseggiando il caffè, alzandomi di getto dalla poltrona girevole.

Aprii la porta del suo piccolo ma confortevole ufficio, che sembrava essere creato apposta per lei, come se il destino sapeva già che lei avesse dovuto varcare quella soglia prima o poi, riportandola nella mia vita come un uragano in pieno inverno inoltrato. Febbraio. San Valentino tra poco. Cazzate di cui non mi preoccupavo.

Toccai la scrivania, vedendo tutti i fascicoli rilegati perfettamente, con la sua precisione che m'infastidiva e mi piaceva. Era un controsenso ma niente ha un senso vero e proprio in realtà.

Presi la sua stramba spillatrice tra le mani, toccando le orecchie pelose, facendomi scappare un sorriso di cuore e divertito, ma al contempo celava tristezza. La voglia di vederla ancora qui, con il viso coperto dalla schermata del computer, e quei grossi occhiali a fondo di bicchiere che si tirava su con l'indice, troppo grandi per un viso perfetto come il suo.

Mi mancava. Era vero. Forse non me l'ero mai scordata completamente. Era stata un pezzo della mia infanzia e della mia adolescenza. Ma come tutti poi ci abbandoniamo a desideri e vizi diversi, mentre lei era sempre stata se stessa senza mai cambiare. Era speciale così.

Feci un profondo respiro, quando avvertii la vibrazione del telefono, lo presi in mano tirandolo fuori dalla tasca.

Un numero che non avevo salvato in rubrica. Aprii il messaggio titubante con un sopracciglio innalzato, andandomi a sedere sulla poltrona dove due settimane prima si trovava Cristhina.

Stasera alle 20 Cristhina uscirà con il suo ex capo ODIOSO...spero che tenterai di parlarci. Non farmene pentire di averti avvisato, a sua insaputa. Dopo di questo potrei essere morta.

Lessi il messaggio ridendo di gusto. Avevo afferrato che era Karen, anche se non aveva firmato, nessun altra avrebbe potuto minacciarmi.

Non ti pentirai tranquilla. Che ristorante è?!? Strano che tu mi dia queste informazioni dopo che mi hai letteralmente guardato con sdegno.

Scrissi di rimando, girovagando con lo sguardo.
Mentre arrivò un altro messaggio.

Oh caro se fosse stato per me saresti ancora con la bocca asciutta, ma amo Jason...non dirglielo o si monta la testa. E sopratutto per Cristhina, che sembra che il suo unico scopo sia vincere alle gare di ballo su just dance. Ristorante Mariposa, sicuro che lo conosci.

Risposi solo con un "grazie", sperando che tutto sarebbe andato per il meglio.
Sentii la porta aprirsi rivelando una Natasha, mentre la mia pazienza era a livelli inauditi.

"Devi dirmi qualcosa?" Chiesi schietto senza giri di parole. Da quando Cristhina se n'era andata sprizzava gioia da tutti i pori.

Scosse la testa avvicinandosi alla scrivania.
"Solo che forse potremmo uscire una di queste sere. Mi dispiace di non averti detto subito della parentela con Trevor, e che Lisa non l'aveva lasciata in realtà. Credo che Cristhina gli sia sempre piaciuta ma con Lisa condivide un figlio, per questo non l'ha mai presentata ai suoi. Tutto quello che c'era da sapere ora lo sai" rivelò tenendo lo sguardo basso, sperando probabilmente che mi alzassi e le dessi una possibilità.

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