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Aspettavo con impazienza di sapere delle novità su Cristy. Almeno in tribunale avevo vinto la causa. Ma ciò non mi faceva sentire bene come di solito. Prima sarei andato a festeggiare ed a divertirmi con qualche ragazza ma ora il mio unico pensiero era diretto a lei.

Tornai a casa poggiando la valigetta sulla sedia di cucina, allentandomi la cravatta, slacciandomi i polsini della camicia, che sembrava andarmi troppo stretta. Quando sentii la vibrazione del telefono dentro la tasca dei pantaloni. Lo estrassi leggendo il nome sul display. Era Karen.

Lo aprii come se fosse un pacco regalo da scartare per trovarvi all'interno quel gioco tanto atteso.

Mark, è da sua madre, sto andando lì e dovrò pregarla probabilmente. Spero tu abbia qualcosa di sensazionale in mente dopo tutta la mia fatica, ma confido in te. Segna bene quarterback.

Sorrisi sull'ultima frase, ritornando ai tempi d'oro. Ero già deciso su cosa fare. L'avrei riportata nel 2007 con la mente e con il luogo. Sta volta non sarei rimasto zitto e dovevo pregare solo che si potesse fidare.

Mandai un messaggio ad un mio amico che era divenuto il preside della scuola, chiedendogli un favore al quale acconsentì anche se titubante.

Dovevo solo occuparmi degli addobbi e cazzo non ero neanche il tipo da queste stronzate melensi, ma per riconquistarla e farle vivere la favola che non ha mai avuto mi sarei dato da fare. Era una cenerentola stramba, e me la sarei ripresa.

Pov. Cristy

Mi sentivo un po' come una bambola con cui le bambine da piccole giocano, e si divertano a truccarle. O meglio dire mi sentivo una cavia nelle mani di Kitty che sfoderava qualsiasi trucco e colore di ombretto possibile, spalmandolo sulla mia faccia, guardando con espressione torva il mio viso per ripassarvi sopra di nuovo con quella tortura chiamata pennellino. Lo strusciava con talmente tanta foga che rischiavo seriamente di venire cavata di un occhio.

Finché non mi lasciò il mento che sembrava improvvisamente indolenzito, allontanandosi di qualche passo dal mio viso, scrutandolo come se stesse studiando un'opera d'arte. Le apparve un sorriso compiaciuto sulle labbra scarlatte innalzando un sopracciglio ed incrociando le braccia al petto.
"Sono una vera professionista" si lodò da sola, porgendomi lo specchietto ovale che era appoggiato sul comò, intimandomi di guardarmi. Il mio timore sul volto era evidente, il fatto che potessi sembrare un clown o per giunta Moira Orfei mi preoccupava alquanto.

Girai titubante lo specchio verso di me, specchiandomi di un riflesso diverso. Di una Cristy che non sembrava neanche quella che rifletteva. L'ombretto nero applicato con precisione con sfumature sull'argento e bianco perla, le ciglia che sembravano allungate magicamente, un filo di blush a colorarmi le guance di rosa risaltando gli zigomi con un color ambrato, ed un rossetto color carne a contornare tutto.
"Kitty" borbottai Sorpresa, riposando lo specchio ed alzandomi dalla sedia.

"Lo so, ho fatto un buon lavoro" si elogiò nuovamente, facendo finta di pulirsi la spalla della camicetta.

"Odio ammetterlo ma sei stata fenomenale" la ripresi andandole incontro, afferrando le sue mani iniziando a saltellare sul posto.

Non potevo annullarmi per Mark, e stasera mi sarei data prova di me stessa che potevo guardare oltre, almeno dovevo convincermi se non altro per non finire di nuovo a crogiolarmi sopra il mio letto avvolta dentro il mio pigiama di pile con i conigli.

Kitty si batté una mano sulla fronte come se si fosse ricordata qualcosa solo adesso.
La vidii andare a prendere il sacchetto che era adagiato sul letto, sfilando un vestito all'interno di esso.
"Bella scelta Kitty" ammisi chiara, guardandolo. Era bellissimo. Bianco e lungo fino alle caviglie, con una fascia di diamantini in vita ed uno scollo a cuore generoso.

Una Seduzione DivertenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora