«E voi sareste..?» Domanda una ragazza dai capelli color nero e la pelle bianca latte.
«Io sono Blair, lei è Beverly.» Gli sorrido tralasciando il suo tono arrogante e le sue occhiatacce. La sua faccia si tinge di un rosso acceso quando aggiungo: «le tue compagne di stanza.»
«State scherzando? Guardate che non è divertente.» Io e Beverly ci guardiamo alzando i sopraccigli. «Mio padre ha pagato il triplo rispetto a voi, avevo richiesto una camera singola!» Strilla lasciando a terra la sua valigia Dolce&Gabbana. Un po' fissata? Un po' ricca?
«Mi dispiace, prova a sentire in segreteria..magari hanno commesso un errore.» Dice la mora sperando in un suo comportamento gentile che non ottiene.
«La segreteria è un'incapace! Io gli licenzio tutti!! Dal primo all'ultimo!» Urla lei uscendo dalla stanza.
«Sta un po' attenta!» Sento la voce di Jacob imprecare e apro la porta trovandolo in piedi con appiccicata la faccia della mia compagna di stanza senza nome.
«Scusami, dolcezza. Non ti avevo visto.» Gli sorride facendogli l'occhiolino. Ecco con chi è gentile.. «Cercavi forse me?» Domanda subito dopo. Ruota gli occhi al cielo sfilando la sua mano dal suo braccio.
«No, Blair, andiamo?» Dice rivolgendosi a me. Alzo un sopracciglio e lo vedo ruotare ancora una volta gli occhi al cielo. Deve smetterla di farlo, è la mia mossa personale, solo io posso diventare strabica per questo. «Sbaglio o volevi che ti accompagnassi in centro? Me ne hai parlato meno di mezz'ora fa!» Mi si illuminano gli occhi solo al sentire la parola e corro dentro infilando una felpa e le scarpe.
«Andate al centro? Stavo giusto per andarci anche io. Magari potete darmi un passaggio, che ve ne pare? È un'idea super! Forza andiamo!» Mi inumidisco le labbra, appoggiando la mano allo stipite della porta, non permettendogli di tornare in camera per prepararsi.
«Ma tu non dovevi far licenziare tutti i dipendenti della scuola?» Dico ironica in modo teatrale. La sento deglutire prima di avvicinarsi all'orecchio.
«Una cosa alla volta, stronzetta. Prima ti rubo il ragazzo, poi la camera, e infine i corsi.» Sussurra. «Dai, tesoro, fammi posto!» Cinguetta fingendo un sorriso.
Tolgo il braccio chiudendo la porta alle mie spalle. Guardo Jacob che ha uno strano sorrisetto in faccia. Conosco quel sorrisetto, e non promette nulla di positivo.
«Andiamo?» Domando mangiucchiandomi le unghie.
«Assolutamente no. Aspettiamo la tua compagna figa.» Dice. Come non detto.
Esce minuti dopo con un jeans chiaro attillato e un top rosso della Adidas. Abbasso lo sguardo ammirando i miei pantaloni della tuta e la mia t-short bianca con la felpa azzurra sopra. Viva lo stile!
«Andiamo?» Domanda prendendo il mio migliore amico a braccetto.
La vedo guardarmi male, ma non male come può guardarmi male una persona comune, posso aver giurato di aver visto la sua pelle diventare nera per un secondo, e mi spavento seriamente.
«Em..mi è venuto un forte mal di testa. Andate pure, io rimango a riposare. Ci vediamo dopo.» Mento.
«Sei sicura? Fino ad un attimo fa stavi bene..» Dice. So che in realtà non ci crede, sa benissimo quando mento e quando no, ma so anche che quello che in questo momento vuole è farsi la mia compagna di stanza sexy, so che in realtà è contento della mia scelta. Annuisco soltanto sorridendogli. Si avvicina lasciandomi un bacio sulla guancia e rivolgendomi un occhiolino mentre io gli mimo un «divertiti» con la bocca.
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My bad best friend
RomanceErano solo migliori amici Poi qualcosa cambiò Era solo attrazione Poi qualcosa cambiò Erano solo innamorati Questa fu l'unica cosa a non cambiare mai. DALLA STORIA: «Blair, tu non hai fatto niente. Sono stato io. Sono stato io che ti ho baciata...