8. Non permetterò che ti rovini.

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Dopo che una compagna di corso ci ha praticamente accusato di aver disturbato tutto l'ora decidiamo di fare silenzio, consapevoli, o almeno io lo sono visto che Jacob gli ha consigliato di studiare meno e scopare di più, che siamo qua per studiare, e non per fare confusioni e ridacchiare come due liceali. Non siamo al liceo. Continuo a ripetermi, e tanta malinconia si espande dentro il mio corpo.

Il telefono mi vibra in tasca, e perdo almeno tre battiti quando realizzo che è mia madre e che non l'ho ancora chiamata.
«Cazzo mia madre!» sussurro ad Jacob e sbuffa.

«Ma mandala a fanculo!» ridacchio alzandomi. Non so se devo chiedere il permesso, e disturbare la spiegazione, o uscire senza dire niente, solitamente nel film escono senza nemmeno uno "scusi, devo uscire.", ma per evitare figure di merda mi alzo piano dalla mia sedia e a passo svelto esco fuori sussurrando un «Arrivederci.»

"Mamma?"
"BLAIR! Ma si può sapere che fine hai fatto? Aspettavo una tua chiamata!"
"Si, lo so..è che..scusami, mi è completamente passato di mente, mi dispiace."
"Tranquilla, tutto bene? Com'è la scuola?"
"È stupenda, davvero bella." Dico cercando di trattenere uno sbuffo. "Ora..devo davvero andare, sono in ritardo per i corsi."
"Bene, mi raccomando, comportati bene..e chiama!"
"Si, ciao mamma."
"Ciao, Tesoro."

Il corso finirà da lì a poco, così decido di prendere un caffè, si un altro, nella caffetteria del college, vicino ai dormitori. Un po' di caffeina ci vuole sempre la mattina. È la mia droga.

«Ehi, tu sei Blair, giusto?» dischiudo le labbra prendendo il cappuccino con panna che il barista mi ha preparato e annuisco alzando un sopracciglio.
«Sono Cherry, sei la compagna di stanza di Beverly, vero?» annuisco ancora una volta fingendo un sorriso. Arriva al punto, rossa. «Sono la sua migliore amica, posso farti una domanda..indiscreta(?)» sbarro gli occhi guardandomi in torno.

«Em..si, dipende che cosa mi chiedi.» I suoi capelli sono rossi naturali o usa qualche prodotto? Sono veramente..belli. Sembra un po' Beatrice di 'Bianca come il latte, Rossa come il sangue.'

«È vero che stamani lei e il tuo amico figo, Jacob, sono usciti?» mi domanda con uno strano luccichio negli occhi.

«S-si, hanno preso un caffè insieme. Perché?» la vedo sbuffare prima di ordinare un caffè nero.

«Dio, è così bello. Non so come fai ad accettare che ti ritiene solo un'amica. È talmente scopabile!» cinguetta. Arrossisco imbarazzata, realizzando che il 99% delle ragazze dai quindici anni fino ai ventitré è completamente fuori di testa.

«Noi..beh ci conosciamo da tanto tempo.. non ho mai pensato a Jacob in quel senso.» Ridacchio.

«Vuoi dirmi che..insomma tra di voi non c'è mai stato niente..?» deglutisco fingendo un sorriso. Ma chi ti conosce?

«No. Comunque, devo davvero andare a lezione.» Mento. Devo smetterla di usare sempre la stessa scusa di essere in ritardo per i corsi, è così poco credibile.. «Auguri con Jacob.» lascio più di metà caffè dentro il bicchiere e sorrido al barista lasciando i soldi sul bancone.

«Aspetta!» urla. Mi volto notando che gran parte dei ragazzi la stanno fissando. «Tieni, daglielo e digli che mi chiami.» mi passa un foglietto di carta che infilo prontamente in tasca. «Sei un tesoro, ci si vede in giro.» dice facendomi un occhiolino e se ne va via. Ma alla gente quali problemi gli affliggono?

My bad best friendDove le storie prendono vita. Scoprilo ora