Proprio mentre sto per spalancare la seconda porta della stanza li vedo appoggiati ad una colonna, lei in primo piano, con quella mini gonna di pelle nera e quello striminzito top fucsia, ha i capelli mossi neri come la pece, che sventola nonostante stia baciando il mio migliore amico. Assottiglio gli occhi mentre assumo l'aspetto dell'esorcista, gli raggiungo in poco tempo, le mani di Jacob sul suo sedere sono disgustose, mi viene quasi il vomito, ma niente a confronto di quelle della mora sulla cintura dei suoi pantaloni. Datevi una controllata! Serro i pugni mentre prendo con la mano destra una grande ciocca di capelli della Troia tirandoli talmente forti da farmeli rimanere grande quantità in mano. Fa un urlo talmente da gallina da farmi stimpanare le orecchie, mentre Jacob non la finisce di ridere.
«Tu sei tutta matta!» se ne va via correndo giù dalle scale.
«Te l'ho mai detto che sei sexy quando sei gelosa e aggressiva?» sospiro mordendomi il labbro.
«Non volevo farlo davvero..cioè si, ma volevo farlo a te!» dico sedendomi a terra, mi segue di rimando toccandomi una coscia. «Perché fa così male?» gli domando guardandolo negli occhi.
«Che cosa?» sa benissimo a cosa sto alludendo, e mi chiedo come mai adesso voglia proprio fare il finto tonto.
«Tutto questo.» dico indicando la stanza. «Perché mi fa male vederti insieme alle altre in questo modo?» cerco di spiegarmi meglio visto il suo sopracciglio alzato. «Non era mai successo in tutti questi anni.»
«E..come ti senti?»
«Mi sono sentita cascare il mondo addosso quando sei salito con lei..» sono sincera, è come se non me l'aspettassi più questo suo comportamento, pensavo che ormai fosse una cosa passata quella di andare con chiunque, e quando invece l'ho visto con lei..ci sono rimasta male.
«Non era..cioè non è stata la prima volta che mi hai visto con un'altra.»
«Già.» dico mordendomi il labbro. «Soltanto che non eravamo mai stati a letto insieme.» il rossore sulle mie guance aumenta con il passare della conversazione, che si fa mano a mano sempre più imbarazzante. «So che per te è stata una cosa come un'altra, ma per me è stato..diverso.»
«Anche per me, Blair. Sei la mia migliore amica, è naturale che abbia provato qualcosa di diverso rispetto a quando lo faccio con le altre.» un sorriso amaro si fa sulle mie labbra.
«Già, peccato che ormai io non ti vedo più solo come un amico.» mi alzo da terra pulendomi velocemente il vestito, mentre scendo a corsa le scale. Non posso credere di averlo detto davvero. Devo uscire da qua, sento l'aria farsi pesante, mentre alcune lacrime mi offuscano la vista facendomi colare quel poco trucco messo.
«Blair, va tutto bene?» Dylan mi blocca per un polso impedendomi di farmi uscire, sono così vicina alla porta che posso già immaginarmi l'aria fresca e pulita venire a contatto con la mia pelle accaldata, non può impedirmi di uscire. Strattono il mio braccio aprendo velocemente la porta e uscendo. Mi abbraccio scaldandomi le braccia quando mi rendo conto di avere soltanto un vestitino di cotone addosso, e di aver lasciato la giacca dentro casa Connor. Fantastico.
«Blair..» mi volto facendo uno scossone mentre Jacob tiene la testa bassa. Le guance mi si colorano di un rosso intenso mentre posso già sentire la tensione che si è creata qua fuori, se prima l'aria era fresca e leggera adesso è troppo troppo caldo e pesante. Si siede in un muretto vicino a me mentre con una mano mi mette una ciocca di capelli ribelli dietro l'orecchio. «Non voglio farti soffrire.» confessa a cuore aperto. Mi inumidisco le labbra continuando a guardare nel vuoto difronte a me, non ho il coraggio di guardarlo negli occhi, non posso guardarlo nei suoi bellissimi occhi, non potrei sapere che cosa potrei fare, potrei schiaffeggiarlo come baciarlo in questo momento, e non mi fido di me stessa quando faccio questi pensieri. «Lo sai, sarebbe l'ultima cosa che vorrei.» annuisco alzandomi di scatto.
«Va tutto bene, Jacob. Ho solo bevuto troppo, chiamo Dylan e me ne vado.» per essere leggermente più credibile cerco di barcollare leggermente ma con poca possibilità di convincerlo del tutto.
«Blair..» sbuffa lui prendendomi dolcemente per un polso. «So che il massimo che hai bevuto è un bicchiere di non so quale schifezza, e non si barcolla in questo modo quando si è ubriachi.» accenna ad un sorriso mentre mi risiedo passandomi una mano fra i capelli. «Che ti sta succedendo?»
«Succede che qualcosa fra noi è cambiato, ma sembra che soltanto io, l'unica stupida che si fa sempre troppi filmini mentali la notte, lo senta!»
«Blair--»
«No, Jacob, sono così stanca di illudermi giorno dopo giorno, continuamente, di star a pensare a cosa succederà domani, ma poi accade sempre l'opposto, sinceramente mi sono rotta le palle di vederti sempre con una ragazza diversa ogni volta da ormai cinque anni! Sembra che soltanto io provi qualcosa per te, e mi va bene, ma non puoi continuare a fare finta che non ci stia il problema. Sono innamorata di te, l'ho detto, ma tu già lo sapevi, eppure continui a evitare il problema, sembra che lo sia, perché io, sinceramente non ne vedo più tutta questa tragedia, non ti piaccio? Mi va benissimo, ma smettila di evitare il fatto che qualcosa da adesso in poi cambierà, perché è così!» rimane pietrificato per qualche minuto, la voglia di andarmene via, fregandomene di Beverly, di Dylan, di Jacob, di me stessa, era così tanta che dopo aver capito che non avrebbe fiatato, ne ora ne fra qualche ora volto i tacchi andandomene. La delusione sul mio volto quando non mi sono sentita prendere per un polso è tanta, eppure lo sapevo già, sapevo avrebbe reagito così, sarebbe stato in silenzio a fissarmi come se la verità non la conoscesse già.
Torno dentro tirando spallate a chiunque.
«Che hai? Cosa è successo?» roteo gli occhi prendendo la giacca e superando le mille domande di Dylan.
«È successo che adesso noi ce ne andiamo, con o senza Ver!» sta in silenzio prendendo la ragazza sotto un braccio e uscendo da quella casa. Lo supero senza degnarlo ne di uno sguardo ne di una parola, al contrario di Dylan che si ferma per qualche secondo a parlare con lui, e nel frattempo io sono già posizionata nei sedili posteriori della macchina. Sicuramente non ho voglia di parlarne, ne con lui ne con nessuno, voglio solo dormire e piangere, piangere tanto, affogare tra i miei singhiozzi e le mie lacrime, proprio come accadeva quando ero una sedicenne stupidamente innamorata del suo migliore amico, solo che a quell'epoca c'era lui, mi abbracciava, mi faceva sentire così protetta, così speciale, mi abbracciava anche se non sapeva il motivo, o forze come adesso lo evitava, mi abbracciava permettendomi di liberarmi da ogni cosa brutta mi stesse capitando, anche se la cosa brutta era lui, ma era bella allo stesso tempo.
STAI LEGGENDO
My bad best friend
RomanceErano solo migliori amici Poi qualcosa cambiò Era solo attrazione Poi qualcosa cambiò Erano solo innamorati Questa fu l'unica cosa a non cambiare mai. DALLA STORIA: «Blair, tu non hai fatto niente. Sono stato io. Sono stato io che ti ho baciata...