Prologo

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La mia vita è banalmente monotona, ogni santissimo giorno è la stessa storia: stessi visi conosciuti, stesso giro, stesse compagnie, stessi locali, stesso di tutto. Ah ma perchè tu hai una vita? Purtoppo sì, se questa si può chiamare vita, sì! Bhe in realtà io ho una vita solo quando sono su quel campo con un pallone tra i piedi o quando sono nella sala registrazioni a incidere una mia nuova canzone. Un pallone tra i piedi? Ma non sei una ragazza? Sì sono una ragazza e gioco a calcio, che problema c'è?! Oltre a questo, punto ad essere una cantante, non dimenticarlo! Comunque torniamo a me. Sono una ragazza nè troppo alta nè troppo bassa, capelli lunghi, fin sopra il sedere, con tutte le tonalità di marrone fino ad arrivare al biondo nelle punte, magra ma con una linea formata da curve, occhi color ghiaccio. Tutti amano il colore dei miei occhi, si ipnotizzano, li invidiano, ma nessuno di loro ha capito che sono di quella tonalità per via di tutto ciò che ho passato, l'assenza di tutto e di tutti, il freddo della solitudine. Sono consapevole di essere 'depressa' e di frequentare cattive compagnie dato che fumo, mi drogo e tutto quello che volete ma io ho bisogno di riempire quel vuoto in qualche modo. Da quel maledetto incidente io non sono più in me, non sono più quella bambina d'oro. La perdita delle cose più care fa sempre male ed io, nonostante la distanza di 14 anni, ancora non mi sono ripresa. Mi manca tutto ciò che mi ha lasciato.
Ho il morale, l'autostima e l'umore a terra, anzi, credo che abbiano raggiunto le viscere dell'inferno. Okay, basta parlare così, andiamo avanti. Avanti? Tu vai sempre indietro! Shh! Non ora. Andiamo avanti.

Il mio Diazepam BluDove le storie prendono vita. Scoprilo ora