Capitolo 19

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Federico pov's
È da quattro giorni che non parlo con Stella, la vedo ogni giorno al tavolo ma non mi parla. Non ha risposto al mio messaggio. Sto malissimo, non riesco a stare senza di lei. Chi l'avrebbe mai immaginato che una ragazza mi avrebbe ridotto in questo stato? Tra l'altro oggi è sabato, ho la partita e mi devo concentrare, ma come faccio? Penso sempre a quegli occhi color ghiaccio che si sono chiusi a sé stessi. Le devo parlare o comunque chiarire. Come posso fare? Appena mi avvicino, appena mi vede lei scappa. Ragiona, la passione di Stella. Il calcio? No, scemo, l'altra. La musica, certo, potrei scriverle qualcosa... ma io sono una frana a scrivere! Se per una volta tu aprissi il tuo cuore stai sicuro che sarà una passeggiata.
Entro in classe e passo le prime due ore a pensare cosa potrei scrivere. In due ore non ho scritto niente, ho solo disegnato un'unicorno. Stella mi ha stressato con gli unicorni, li sogno pure. Stella in sella ad un'unicorno, rido. Che poi più che un'unicorno, mi sembra un ippopotamo obeso, con un cono gelato schiacciato sulla fronte, magari lo voleva mangiare e per qualche stupida ragione è finito nella sua testa e delle ali che sembrano delle frittelle. La ricreazione suona e mi distraggo parlando della partita con Andrew.
Alla fine delle lezioni credo di aver concluso qualcosa.
Vado in mensa e vado dalla signora che prepara i vassoi e le chiedo, cortesemente, di mettere il biglittino alla ragazza con gli occhi color ghiaccio. Lei capisce subito di chi sto parlando e annuisce, essere il capitano della squadra della scuola ha i suoi vantaggi! Oggi salto la mensa e vado subito in palestra con Andrew, dobbiamo prepararci come si deve, la partita è fra due ore! Siamo i primi ad arrivare, aspettiamo il resto della squadra e il coach. Nel frattempo facciamo qualche tiro e pianifichiamo qualche azione insieme.
Il coach arriva con il resto del gruppo.
《Allora ragazzi, mancano due ore all'inizio della partita. Vi voglio in forma, vi raccomando》dice il coach.
Chissà se già Stella ha letto la lettera...
《Terra chiama capitano》urla il coach. 《La partita è fra due ore, non possiamo perderti!》
《Sono qui, tranquilli》dico rassicurando.
Iniziamo gli allenamenti, proviamo azioni e tattiche, sembrano riuscire tutte.
《Bravi ragazzi, così!》ci incita il coach. Adoro la scossa di adrenalina che mi percorre tutto il corpo quando gioco.
《Andrew, allargati》ordino ed Andrew esegue. Adoro anche questo mio lato autoritario, sul campo, qualsiasi cosa dico viene eseguita.
Passo il pallone ad Andrew, terzo tempo, entra, tira, goal. È bello anche avere ragione.
Manca un'ora alla partita e noi siamo negli spogliatoi. L'ansia si sta facendo sentire, le tribune iniziano a riempirsi, l'adrenalina cresce e la voglia di entrare in quel campo e spaccare tutto supera qualsiasi cosa.
《Pronto capitano?》mi chiede Andrew
《Sono nato pronto!》lo rassicuro.
《Lo spero... concentrati, ti raccomando!》
《Non sei mica mia madre》lo ammonisco e lui ridacchia.
《No, capitano ma sono il tuo migliore amico!》e ci battiamo il cinque.

Stella pov's
Oggi pomeriggio ho la prima di campionato e già ho un'ansia assurda. Le lezioni iniziano e seguo tutto ciò che dicono i prof, ormai lo faccio da più o meno quattro giorni, non m'importa più niente di nessuno, tranne di Ludo e Reb, ovvio loro sono le mie amiche. La campanella dell'ultima ora suona ed io e Reb ci dirigiamo verso il tavolo, noto Ludo già seduta. Vado dietro di lei e le faccio un pizzicotto al fianco e lei salta in aria.
《Ma sei scema? Potevo morire!》dice lei ed io scoppio a ridere.
《Morire?》rido più forte.
《Mi poteva venire un'infarto》
《Che tragica che sei》
《Vado a prendere il pranzo》mi dice Reb.
《Va bene》e le faccio un sorriso.
《Lo sai che oggi devi fare solo la prima ora di lezione vero?》mi informa Ludo.
《Sì, c'è la partita e le lezioni sono sospese》le dico.
《Ah, allora quando vuoi ti sai informare》
《No, me lo hai ripetuto centocinquanta mila volte, fra poco me lo tatuo in fronte》e lei ride.
Reb torna con una faccia perplessa.
《Che hai?》le chiedo.
《Niente, la signora della mensa mi ha detto di darti questo.》mi porge il vassoio e noto che c'è un bigliettino.
《Oh no, la signora della mensa si è innamorata di me!》dico e tutte scoppiano a ridere inclusa me.
《Dopo lo leggo》le informo e loro annuiscono. Fortuna che non mi hanno detto di leggerlo qui.
Mangio e racconto a Reb del film horror che io e Ludo abbiamo visto. Reb scoppia a ridere quando le racconto le reazioni di Ludo e lei si difende inventando cose che non c'erano nel film. Ridiamo, scherziamo, ci confidiamo e ci fidiamo l'una dell'altra. Cosa c'è di meglio? Amo le mie amiche, siamo così diverse ma simili allo stesso tempo.
La campanella ci avvisa di ritornare in classe, ci salutiamo, ci diamo un punto d'incontro per vedere la partita ed ognuno si dirige nelle proprie lezioni. Arrivo nella mia, filosofia. Mi siedo nel solito banco e saluto il mio vicino. Ormai abbiamo fatto amicizia, siamo molto distratti entrambi ma, casualmente, quando sono distratta segue lui e viceversa, in questo modo ci salviamo entrambi. La lezione inizia apro il libro.
Mi cade la penna, mi piego per prenderla e mi cade un fogliettino. Ma certo il bigliettino della mensa! Me n'ero dimenticata! Non ti ricordi neanche cosa hai mangiato ieri e ti vuoi ricordare che qualcuno ti ha lasciato un bigliettino? Zitta tu.
Apro il bigliettino, la caligrafia è molto leggibile, fortunatamente non ho bisogno di qualcuno che me la decifri. La "lettera" è molto lunga. Inizio a leggere:

Il mio Diazepam BluDove le storie prendono vita. Scoprilo ora