Capitolo 24

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Leonel pov's
《Leonel?》mi chiede lei.
Quegli occhi... ma certo! Stella!
《Ste-stella?》chiedo balbettando.
Lei corre e si lancia sopra di me abbracciandomi.
《C-che ci fa tu... e io credevo che... ma cosa?》chiede lei balbettando.
《Ti racconto tutto, facciamo un giro》come ai vecchi tempi. Lei annuisce. Usciamo dal locale ed io le metto il braccio intorno alle sue spalle e lei mi stringe la mano. Non voglio più perderla.
Ci sediamo in una panchina.
《Spiegami》mi dice lei appoggiando la testa al mio petto. Io le prendo il viso con due dita e la costringo a guardarmi. Deve sapere che dico la verità.
《Dopo bhe... dopo l'incidente, tutti mi davano per morto. Salito sull'ambulanza hanno notato che c'era ancora un minimo di battito. Mi hanno tenuto in vita e mi hanno portato all'ospedale. Io, praticamente, ero in coma. Dovevo fare un'intervento "speciale" e per farlo mi hanno dovuto trasferire a Londra perché lì ci sono i medici migliori per quel tipo d'intervento, in realtà, solo a Londra lo fanno. Mi hanno fatto questo intervento però, quando mesi dopo mi sono svegliato dal coma, non ricordavo più niente: avevo perso la memoria. La riabilitazione è stata difficile. Mesi fa ho ricordato di essere nato in questo posto e la settimana scorsa sono arrivato. Non ricordavo niente di te sennò, credimi, sarei venuto a cercarti appena sceso dall'aereo. Ora stavo passando da qui e vedendo quel pub ricordavo di esserci già stato, sono entrato ed ho incontrato i tuoi occhi. Appena i miei e i tuoi occhi si sono incontrati ho ricordato praticamente tutto. Scusami se ti e ti hanno fatto credere che io non ci fossi più, dopo tutto quello che hai passato non lo meritavi.》le racconto io. Dopo quell'incidente, fuori dal pub, in quel vicolo, la mia vita è completamente cambiata. Per degli stupidi affari di droga mi sono subito delle accoltellate e tra l'altro davanti a lei, ora ricordo tutto di quella sera.
《Ti voglio bene》mi dice stringendomi. Cosa le prende?
《C-cosa?》chiedo io incredulo.
《Ho detto che ti voglio bene. Per via del mio comportamento da stronza non te l'ho mai detto e quando pensavo che tu non ci fossi più, mi sono pentita di non avertelo mai riferito e dimostrato. Ti voglio bene ed è giusto che tu lo sappia》dice lei sorridendo e abbracciandomi. Io la stringo più forte a me. Quanto mi è mancata.
《Non sei arrabbiata con me?》le chiedo.
《Perché dovrei? Non è stata colpa tua》dice lei.
《E invece sì, sono io che avevo degli affari di droga a solo 14 anni e non potevo permettermeli.》
《Leonel, non è vero! Loro non avevano nessun diritto di privati della tua vita! Orami è successo basta.》dice brusca lei.
《Ma ti ho lasciato da sola e non lo meritavi》
《Adesso sei qui》
《Ma per quattro anni tu hai creduto che non ci fossi.》
《Sei stato presente per tre anni. Credimi in questi quattro anni sentivo la tua presenza, era come se fossi qui con me. Ho una nostra foto appesa in camera ed ogni tanto parlavo con te, facendo finta che tu eri qui. Sei sempre stato accanto a me inconsapevolmente》ammette, la guardo, le sorrido e la stringo più forte. Lei sale sopra di me, mette le braccia e la testa nel mio collo e mi stringe, io, invece, la stringo dai fianchi.
《Anch'io ti voglio bene》le dico e lei mi stringe più forte. Quanto mi è mancato il suo profumo. Lei si stacca e mi guarda.
《Sai giocare ancora a calcio?》mi chiede con un sorriso complice. Quando fa così ha in mente qualcosa.
《Ovvio, che domande》ricordo che io e Stella ci siamo conosciuti così: grazie al calcio. Eravamo al primo anno di medie ed avevamo l'ora in comune di educazione fisica. Un giorno presi il pallone ed iniziai a palleggiare e a fare giochetti quando arriva lei e mi toglie il pallone dai piedi. Io incomincia a inseguirla, cercando di smarcarla e lei mi faceva dei giochetti assurdi, mi è piaciuta fin da subito quella ragazza. Crescendo mi sentivo sempre più attratta da questa ragazza con gli occhi color ghiaccio, ad essere sincero, mi ero innamorato di lei ma non ho mai avuto il coraggio di dichiararlo.
《Come ai vecchi tempi?》chiede indicando un campetto qui vicino sorridendo.
《Come ai vecchi tempi》affermo io alzandomi con lei di sopra, lei urla ma dopo incomincia a ridere e si tiene. L'accompagno fino al campetto in braccio. Appena la lascio prende il pallone ed iniziamo a giocare. Quanto mi è mancato questo momento.
Giochiamo fino allo sfinimento, ormai è notte fonda. Decidiamo di incamminarci verso casa.
《Dove abiti?》mi chiede lei.
《Dove abitavo una volta》dico ridendo.
《Ma sei venuto da solo o ci sono anche i tuoi?》
《No, sono venuto da solo》
《Bhe... vuoi che dormo con te?》chiede lei ed io mi fermo ridendo. Lei diventa rossa.
《Ella Dolo Alicia Calafiore Àlvarez soprannominata Stella che mi chiede di dormire con lei? Che mi sono perso?》chiedo io.
《Non mi chiamare con il mio nome per intero!》sbotta lei《poi se non vuoi basta dire "no"》dice mettendo il broncio. Mi avvicino, le metto un braccio intorno alla spalla, le arruffo i capelli e le dico:《certo che voglio dormire con te, non potrei mai rifiutare un onore del genere》dico sorridendo e sorride anche lei imbarazzata.
Arriviamo a casa mia e andiamo nella mia stanza.
《Mi dai la tua maglietta?》mi chiede lei.
《Pure?》dico ridendo.
《Ripeto: se non vuoi basta dire "no"》io continuo a ridere, mi tolgo la maglia e gliela lancio, mi tolgo i pantaloni e mi corico. Con lei sono a mio agio e, a quanto pare, la cosa è reciproca dato che si spoglia davanti a me per mettersi la mia maglia. È così bella. Si corica e appoggia la sua testa sul mio petto, con la gambe cinge il mio fianco ed io la stringo con il braccio. Le do un bacio sulla fronte augurandole la buonanotte.

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