Stella pov's
Il solito raggio di sole, l'unico raggio di sole che penetra dalla fessura della serrenda, che colpisce proprio i tuoi occhi svegliandoti da un brutto o da un bel sogno, quel fastidioso fascio di luce che manda a fuoco le tue iridi facendoti svegliare e costringendo le tue palpebre ad aprirsi per riportarti alla realtà.
Questo è il mio buongiorno di oggi.
《Dio che mal di testa...》dico in un sussurro, sentire la mia stessa voce fa male.
Una risata proveniente dalla porta della mia camera da letto, mi fa voltare di scatto in quella direzione.
《Marco!》dico cercando di alzandomi dal letto e correre verso di lui. Il risultato? Inciampo nelle lenzuola del letto e cado sopra di lui, fortunatamente lui mi afferra al volo evitandomi di cadere.
La sua risata, alla vista di quella scena, si ampia per poi stringermi forte a sé, tra le sue braccia, e lasciandomi una scia di baci dalla guancia fino al collo.
《Aspetta come hai fatto ad entrare?》chiedo guardandolo negli occhi.
《Ho chiesto la chiave di riserva dicendo che dovevo farti una sorpresa》risponde facendo spallucce.
《Bene, adesso danno la chiave a chiunque, bella sicurezza...》e se la chiave non l'avrebbe chiesta lui? E se qualcuno è già entrato in stanza usando quella chiave? Troppe domande, la testa inizia a girare ed io mi siedo sul letto.
《Ma si può sapere cos'hai combinato ieri sera? Ho assistito alla partita però io dopo me ne sono dovuto andare, racconta》chiede il mio psico.
Già, ma cos'è successo ieri sera?
Ricordo solo di aver incontrato mio zio nel tunnel, abbiamo parlato un po', giusto il tempo di chiederci come stessimo e com'è sono cambiate le rispettive vite.
Dopo sono entrare negli spogliatoi, e la festa da lì ebbe inizio, champagne versato ovunque e, soprattutto, sopra di noi, per poi finire in un locale/discoteca, dove abbiamo mangiato, bevuto e ballato fino a sera.
L'unica scena impressa è il buio spezzato dalle luci ad intermittenza della discoteca e Fede che, ovviamente, baciava Stacy, non so perché ma, dove mi giravo, vedevo sempre loro, ecco perché mi sono svegliata con un fantastico dopo-sbronza.
《Niente, siamo andati a festeggiare in discoteca ed ho alzato un po' il gomito》non ho proprio mentito, questa parte è vera.
《E che cos'hai alla mano?》osservo la mano, quella mano che Fede ha medicato circa due giorni fa. Al sol pensiero di lui che la sfiora mi vengono i brividi.
《Il solito, ero nervosa, ho rotto una bottiglia e il vetro si è rotto sulla mano, hai finito con l'interrogatorio? Sono pulita》see come no ahahah. Zitta tu.
《Che devi fare oggi?》chiede lui.
《Niente, che devo fare?》
《È la Vigilia di Natale》chiede lui quasi confuso. Scusami se non ho mai festeggiato nessuna festività.
《Mh, starò nel mio lettuccio》dico buttandomi di sopra ed abbracciando il cuscino.
《Pigrona e se...》la suoneria del mio telefono lo interrompe ed io mi affretto a rispondere.
《Pronto?》chiedo io.
《Hey, nipotina》guardo il numero del display, mio zio.
《Hey, zio》
《Scusa se ti ho svegliata o "disturbata" ma mi stavo chiedendo se volessi venire a cena da me, è la Vigilia di Natale e siamo familiari, no?》certo, a sua convenienza siamo "familiari".
《Ho già preso impegni》
《Allora domani?》
《Hem va bene》
《Perfetto, domani mattina vieni da me a che ora vuoi, ti mando l'indirizzo tramite un messaggio.》
La telefonata si chiude ed il messaggio arriva subito, almeno casa sua è vicino Superga.
《Mh, allora hai degli impegni?》dice Marco sorridendo.
《Sì, dormire》lui sbuffa e va in cucina ed accende la televisione.
Dopo cinque minuti lui inizia ad urlare il mio nome a squarciagola.
《Stella, corri, alza quel bel culetto che ti ritrovi, urgente!》dopo varie suppliche mi alzo e lo raggiungo.
《Che vuoi?》chiedo innervosita.
《Guarda》dice indicandomi la tv con il telecomando.
《Ed una novità che ieri sera ha spiazzato tutti quanti è la vittoria della squadra femminile contro quella maschile della Juventus, migliore in campo l'attaccante Stella, nuovo talento, soprannominata Messybaldo...》 annuncia il tg sportivo. Le immagine delle mie azioni e del mio goal scorrono ed un piccolo sorriso spunta dalle mie labbra.
《E non è tutto qui》dice Marco.
Gira tra i canali sportivi e tutti quanti parlano di me, solo ed esclusivamente di me.
Il mio sorriso si ampia, il mio sogno, il sogno di mio padre, pian piano sta diventando realtà, ormai tutt'Italia sa chi sono e quanto valgo.
Passati altri minuti Marco fa una proposta.
《E se ordiniamo qualcosa e mangiamo? Una specie di cena di Vigilia in due?》dice ridendo all'ultima domanda ed io acconsento.
Ho dormito fino a pomeriggio, già sono le 19:30.
Marco ordina non so che cosa ed aspettiamo l'arrivo del fattorino.
Il cibo ordinato arriva dopo un'ora ed incominciamo a mangiare.
Dopo aver finito Marco propone di seguirlo.
《Dai, ti fidi di me?》dice lui poggiando una bandana scura sopra gli occhi.
《Mh, ora come ora no》ammetto e lui sospira.
Mi prende per mano e dice 《andiamo, ti guido io》
Da quel che ho capito siamo usciti dalla stanza e stiamo salendo le scale.
Dopo svariati scalini ed io che inciampo diverse volte, apre una porta e mi scioglie la benda.
Torino in tutta la sua bellezza notturna risalta ai miei occhi, siamo nel terrazzo dell'hotel.
《Ma sai che c'è l'ascensore?》chiedo io scioccata da tutte quelle rampe di scale.
《Non rovinare tutto》sbuffa lui ed io rido.
Mi appoggio nell'angolo del muretto per ammirare il panorama, Torino, la città tanto amata, il mio sogno da bambina adesso è qui, davanti ai miei occhi. Marco mi guarda ed io di scatto gli chiedo:《che c'è?》lui risponde 《ammiro il panorama》
《Ma...》dico ma lui mi interrompe facendo aderire le sue labbra alle mie.
È tutto così strano, le sue labbra sono un po' più sottili rispetto a quelle di Fede ed hanno un sapore completamente diverso dal suo.
Marco viene staccato di forza da me ed io in un secondo mi ritrovo spalle al muro con qualcuno che tiene stretti i miei polsi su di esso intrappolandomi. E quel qualcuno è proprio lui, quel ragazzo dagli occhi grigio-azzurri. È ad un millimetro da me, stringe le sue labbra tra i denti, fa un sospiro e lascia i miei polsi per poi voltarsi e andarsene.
Ma cosa cavolo è successo? Marco che mi bacia, Fede che sbuca dal nulla interrompendo tutto, come se avesse avuto un attacco di gelosia.
Scendo le scale di corsa per raggiungerlo. Lo vedo entrare nella sua stanza ed io vado dietro la porta.
Giro la maniglia ma è chiusa.
Inizio a bussare ma nessuno risponde.
《Fede, apri questa cazzo di porta!》urlo bussando più forte finché qualcuno apre.
《Ma che cazzo vuoi tu?》chiede una chioma dai capelli rossi.
《Devo parlare con Federico》
《Non c'è, stavo dormendo》la squadro e, secondo me, stava facendo l'opposto di dormire.
《Andiamo, l'ho visto entrare e tu sembri essere scesa a metà delle montagne russe》dico scocciata.
Stacy mi tira uno schiaffo e mi sbatte la porta in faccia.
《Che bambina!》urlo da dietro la porta ed essa si riapre ma, stavolta, è Fede ad aver riaperto.
《Fede, lasciala stare, torna qui!》dice Stacy alle sue spalle ma lui non la calcola.
《Che c'è?》mi chiede lui.
《Hai pure il coraggio di chiederlo?》
《Non ho fatto niente》dice facendo spalluccie.
《Fede, hai appena dato un pugno a Marco perché mi stava baciando!》dico incrociando le braccia.
Lui mi guarda da capo a piede e si morde le labbra, Dio adoro quando lo fa.
Si avvicina, mi lascia un bacio sulla guancia e uno sui capelli e mi sussurra 《Buonanotte》per poi chiudere delicatamente la porta.
Io rimango come incantata davanti a quella porta, qualcuno che mi spieghi? E poi sono le ragazze quelle complicate.
Torno in camera e mi butto sul letto, cercando un senso logico a quello che è successo ma senza trovare un risultato.
Marco non l'ho rivisto, sono tornata in terrazza ma non c'era, anche lui deve spiegarmi un paio di cose.
Il telefono squilla, lo prendo e leggo il messaggio.Messaggio da sconosciuto:
"Quanto possono far male le parole o i gesti d'amore?"Lancio il telefono da qualche parte, non ne posso più di tutto questo.
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Il mio Diazepam Blu
RomanceCOMPLETA. Questa storia parla di una ragazza completamente sola e abbandonata al suo destino. Dopo l'incidente di quand'era bambina cadde in depressione (scoprirete tutto se leggerete). Lei è cresciuta da sola e forse troppo in fretta e, dato la man...