Capitolo 43

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Stella pov's
《Stella, svegliati!》dice Anto scuotendomi da un braccio.
《Dai Ste, siamo arrivate!》
《Mh? Cosa? Che? Dove? Ah, Torino》dico io assonata e Anto scoppia a ridere.
《Ma tu dormi sempre? Stai solo per fare un concorso con il tuo idolo, niente di che, no?》chiede lei... già peccato che non ho dormito per niente, sono stata tutta la mattinata in quel garage.
Scendiamo dall'aereo, superiamo tutti i controlli ed usciamo dall'aeroporto. Sinceramente mi sorprendo di me stessa, non mi hanno sgamata, shh! Chiamiamo un taxi che, fortunatamente, si trovava nei paraggi e arriva subito per portarci in hotel, staremi in hotel finché non troveremo un appartamento.
Mentre il taxi ci porta nel centro di Torino, io guardo fuori dal finestrino, come sempre. Torino, finestrino, complimenti. Giuro, stavolta, non l'ho fatto apposta.
Ed eccomi qua, in questa città tanto attesa, nella città che ho sempre amato per via del club, la mia città dei sogni. Ma ci pensate? Io a Torino, fra tre giorni con Paulo, io nella stessa città dei giocatori della Juventus, io? Dio, ancora non ci credo! Comunque ci sono anche i giocatori del Torino! Sono juventina, mi importa solo del team della Juventus!
Questa città è più bella di quanto mi aspettassi, amo il paesaggio, i palazzi, anche le strade, sono più decenti di quelle della mia città. 'La mia città' mh... io non vedevo l'ora di andarmene da lì ed ora è l'unico posto in cui vorrei essere, vorrei essere lì con Reb, Ludo, Andrew, Samu e... Fede. Mi manca Marco, il mio barman e il mio 'tutti i psico che volete'. Senza accorgermene lì mi sono creata una vita e degli amici. Sono qui per inseguire il mio sogno, il sogno di mio padre, non lo devo dimenticare.
《Stella, dopo aver sistemato i bagagli, mangiamo fuori? È ora di pranzo》mi chiede Anto, è già ora di pranzo. Io annuisco.
Arriviamo nella nostra camera dell'hotel e... wow, altro che camera, sembrano tre case unite insieme.
《Il mister non si è risparmiato》dico ridendo.
《Per le sue giocatrici più forti, le camere migliori》dice Anto.
《Sei pessima a fare rime, anzi, non le sai proprio fare》dico deridendola.
Lei mi lancia un cuscino.
《Oh, come hai osato?》chido io contrattaccando. Arriviamo a fare una battaglia con i cuscini per poi, buttarci nel letto, scoppiando a ridere.
È per questo che io adoro Antonella ed è per questo che ho supplicato il mister di farla partire con me, lei mi fa scordare tutto, mi fa ridere, lei c'è sempre, quando ne ho bisogno io so che ci sarà sempre per me come io ci sarò sempre per lei. Le mie risate si fermano prima delle sue, anche con il cuscino mi fa male dappertutto.
《Ma si può sapere che hai?》chiede Anto mettendosi a gambe incrociate sul letto. Io cerco di alzarmi ma ricado nel letto, mi arrendo e mi siedo.
《Niente》dico con tono dolorante.
《Stella, ti conosco! Sai che di me ti puoi fidare, dimmi che hai》mi urla lei. Tanto prima o poi lo scoprirà. Alzo la maglietta per farle vedere i lividi e tolgo la sciarpa.
《M-ma... S-ste?》balbetta lei.
《Leonel, Giorgio e Giulio》dico solo.
《M-ma cos-sa? E qu-quando?》
《Stamattina. Ieri sera, Ludo e gli altri, hanno organizzato una 'festa' per via della mia partenza, quando sono uscita per tornare a casa, non so chi, mi ha tirato un qualcosa in testa facendomi svenire. Mi sono svegliata in mezzo ad un garage buio appesa con delle catene al soffitto. Appena le luci si sono accese ho riconosciuto Leonel, Giorgio e Giulio che hanno fatto... bhe questo》dico indicando il mio corpo 《la cosa che non riesco a capire è che sia stato Ciccio a liberarmi...》
《Ciccio? Ma se è lui che ha organizzato tutto ciò. Dio ammazzo tutti》scoppio a ridere.
《Frena i tuoi attacchi omicidi, siamo qui a Torino, ciò che è successo è successo e rimane dov'è successo.》dico io.
《Sì, dici altre due volte 'successo'》dice lei scoppiando a ridere.
《Io sono qui per avere successo quindi shh!》le dico io.
《Andiamo a mangiare, dai》
《Paghi tu, vero?》
《So che me ne pentirò ma... sì》dice lei sbuffando e con poca convinzione mentre io faccio i salti di gioia ridendo.
Andiamo a mangiare in una tavola calda nelle vicinanze.
《Salve signorine, avete deciso cosa ordinare?》ci chiede il cameriere. Anto mi lancia uno sguardo abbastanza pervertito... mi fa paura.
Ordiniamo.
《Riesci a mangiare tutto questo? Ed io che mi aspettavo la solita insalata》dice il cameriere ridendo. Ma i cazzi suoi?
《Sì, bhe, credo che lei mangia più di tutti questi clienti messi insieme, anche se non sembra》dice Anto guardandomi sempre con quello sguardo. Ripeto: mi fa paura.
《Comunque voglio la Coca-Cola ed ho fame!》dico al cameriere cercando di fargli capire di portare l'ordine in cucina.
《Va bene la Pepsi?》chiede lui.
《Vanno bene i soldi del Monopoly?》dico fredda io. Che cazzo di domande sono? Se chiedo la Coca, voglio la Coca! Anto mi tira un calcio ed io la guardo male.
《Vada per la Coca-Cola, forse un po' più di zucchero ti servirebbe》dice il cameriere andandosene ridendo.
《Ma cosa?》chiedo io.
《Stai zitta! È un bel ragazzo e lo tratti così?》
《Ma se mi fa domande del cazzo》sbruffo io e lei mi tira un altro calcio.
《Parla come si deve》mi rimprovera come se fosse mia madre. Io sbruffo solo.
Il cameriere ci porta i nostri ordini, ha capito che doveva portarli subito, non sono passati neanche quindici minuti.
《Ecco a lei la sua Coca-Cola》dice ridacchiando ed io sbruffo. Ma cosa ho fatto di male?
《Grazie》dice rivolgendogli un sorriso Anto.
《Non vi ho mai visto da queste parti》dice lui.
《Dio mio ma gli affari tuoi non te li sai fare? Posso mangiare in santa pace?》dico e Anto mi tira un calcio proprio nella caviglia.
《Se continui così lo 'stage' aka 'concorso' lo vedo al binocolo dall'ospedale》
《Siamo qui da poche ore》dice Anto.
《Stage? Concorso?》chiede lui incuriosito. Giuro che prendo il primo aereo e ritorno a casa. No, Paulo.
《Comunque io mi aspettavo un cameriere no il delfino curioso》dico sbuffando.
《Pensa al tuo unicorno》dice Anto tirandomi un altro calcio. Ormai è evidente si è presa una specie di cotta per 'sto qua.
《Oh, il mio unicorno sta benissimo, guarda》le dico mostrandole il cellulare. Il cameriere incomincia a ridere ed io sbruffo.
《Comunque, la signorina qui》dice Anto indicandomi 《deve fare una specie di concorso per allenarsi con Dybala, come puoi ben vedere è il suo idolo.》Sto iniziando ad odiarla.
《Pff, forza Toro》dice lui... ahh ecco.
《Giochiamo nella squadra pro femminile della Juventus, quindi ciao, vai a lavorare》dico io spingendolo e, non so quale santo è sceso, lui se ne va.
《Guastafeste》dice lei.
《Ho fame》dico fredda.
《Acida》
《Ho fame》replico.
Inizio a mangiare e finisco tutto in due minuti, tutto sommato era buonissimo.
Il cameriere ci porta il conto e Anto paga.
《Non fai pagare la tua amichetta?》dice lui.
《Ti avrei dato i soldi del Monopoly io, ricordi?》dico.
《Le avevo già promesso che avrei pagato io》risponde Anto gentilmente.
《Fortunata ad avere un'amica del genere》dice lui guardandomi.
《Lo so, peccato che si prende le cotte con tutti i ragazzi che non sopporto》Anto diventa rossa e mi tira un altro calcio. Se continua così credo di finire seriamente in ospedale.
《Chiamami qualche volta》dice lui ad Anto lasciandole un bigliettino con sopra il suo numero.
《Se ci pensi, alla fine, è grazie a me se ti ha lasciato il numero》dico io.
《Gelosa?》chiede lui.
《Perché dovrei? Io ho il mio unicorno》dico alzandomi 《ciao omino del Monopoly》e me ne vado.
Anto mi segue correndo.
《Dio, sei irrecuperabile!》dice lei.
《Vaffanculo》dico ridendo.
《E dai, almeno hai già qualcuno con cui litigare》
Federico. I nostri litigi su qualsiasi cosa sono unici, sinceramente non ho mai litigato così tanto con una persona. Solitamente li liquido subito o, comunque, so che non li rivedrò più.
《Facciamo un giro?》chiedo io, devo distrarmi e lei annuisce.
Facciamo un giro nei dintorni. Adoro queste strade, piene di negozi e decorazioni. Decidiamo di non entrare da nessuna parte perché, conoscendo Anto, finiremo tutti i soldi solo per vestiti.
Torniamo nella nostra stanza.
《Se vinco 'sto coso, dobbiamo trovarci un appartamento》
《Il mister ci vuole tutte in un posto, tra cinque giorni, la squadra ci raggiungerà e alloggierà qui》
《Uff》dico sbuffando.
Per cena ordiniamo una pizza.
Sono solo le 22:00 ma sto morendo di sonno e anche Anto quindi decidiamo di risposare.
Anto si addormenta subito io no, non riescona dormire. Nella mia mente scorrono quelle immagini e non riesco a toglierle dalla mente. Nella mia testa scorre anche Fede, chissà cosa avrebbe fatto se avrebbe saputo di ciò che è successo. Chissà cosa sta facendo adesso, sicuramente è già con qualche altra ragazza. Mi manca il suo profumo, la sua maglietta. La sua maglietta! L'ho portata!
Silenziosamente vado nel mio armadio e prendo la maglietta di Fede, quella che indosso sempre quando dormo con lui.
La indosso e il suo odore riempie i miei polmoni. Torno nel mio letto, abbraccio il cuscino come se lui fosse qui e riesco ad addormentarmi.

Il mio Diazepam BluDove le storie prendono vita. Scoprilo ora