Capitolo 37

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Federico pov's
Vedo Stella allontanarsi, cerco di seguirla ma Reb mi ferma.
《Vieni, prendiamo qualcosa da bere》mi tira verso il tavolo con le bibite.
《Non voglio bere》cerco di andare verso la direzione di Stella ma Samuele mi mette un braccio intorno alla spalla per tirarmi verso al tavolo.
《Dai, abbiamo incominciato con il piede sbagliato noi due, beviamo qualcosa》ormai mi ritrovo davanti a quel tavolo. Davanti quello stesso tavolo dove ho visto Stella vestita in quel modo. Perché prima non l'ho baciata? Perché avrei perso il controllo e lei, in quello stato, avrebbe sicuramente concesso, ha cantato davanti a tutti, figuriamoci se non veniva con me in qualche stanza, non voglio approfittarmi di lei.
Bevo questo dannato drink con Samu e Reb.
《Posso andare adesso?》chiedo. Reb si guarda intorno.
《Mh... sì, puoi andare》 dice lei ridendo.
《Ci vediamo》dico io per poi allontanarmi.
Ho cercato in tutti i lati, angoli e in tutte le stanze del piano inferiore, non c'è nessuna traccia di occhi color ghiaccio. Decido di salire al piano superiore. Appena salgo le scale la vedo.
《Fede》dice lei addolorante per poi appoggiarsi al muro e accasciarsi a terra. Mi precipito velocemente da lei, mi siedo accanto e la prendo fra le mie braccia. Noto che ha qualcosa conficcata nella pancia. Ma che cos...?
《Stella, ch-che...》non riesco a formulare una frase. Non ci credo che è successo di nuovo.
《Fede, ascoltami》dice con un filo di voce e tossendo. Appena toglie la mano da davanti la bocca è imbrattata di sangue.
《I-io, Fede... i-io ti...》e chiude gli occhi. Io le scuoto il viso con le mani.
《Stellaaa》ma non si sveglia. La stringo fra le mie braccia.
Improvvisamente, lei, scoppia a ridere, io la guardo scioccato, ma che cazzo è successo?
《Fede》dice ridendo e toglindosi quell'affare dalla pancia. Era finto.
《Ci sei cascato in una maniera pazzesca. Se solo potessi vedere la tua faccia. Era uno scherzo!》dice ridendo più forte ad ogni parola.
《Stronza, questa me la paghi》dico alzandomi e andando incontro a lei. Lei urla e cerca di andarsene ma io la prendo dal braccio e la spingo contro al muro, tengo in 'ostaggio' i suoi polsi, si dimena in modo da liberarsi ma è troppo ubriaca per riuscirci.
《Non puoi, questa era la mia vendetta》dice lei.
《Vendetta? Che ti ho fatto?》lei rimane scioccata ma scoppia a ridere.
《Hai pure il coraggio di chiedermi cos'hai fatto? Sei caduto veramente in basso!》
《Dimmi una cosa che ti ho fatto》
《Mi hai baciata》
《Sappiamo entrambi che non ti è dispiaciuto》mentre lo dico mi avvicino di più a lei e Stella mette le sue braccia intorno al mio collo.
《Certo, hai barato, al quarto tentativo sei riuscito a smarcarmi》dice lei mettendo su il broncio. È così bella.
《Hai detto tu che il primo non contava come tentativo》dico ridendo. Io mi avvicino ancora un po', le nostre labbra si sfiorano.
《Dio come risaltano i tuoi occhi》le dico sussurrando e lei deglutisce. Poi mi viene a dire che non le piace quando faccio così. Le nostre labbra sono vicine.
《Guarda, guarda chi si vede》dice qualcuno. Entrambi ci giriamo. Leonel ed altri tre ragazzi, se non sbaglio due di loro li ho già visti. Sì, sono quei ragazzi che ho allontanato da Stella, la prima volta che l'ho vista. Certo che ci siamo conosciuti in un modo molto romantico. Io mi stacco da Stella e la sposto dietro di me. Lei stringe fortemente la mia maglietta.
《È stata bella la tua esibizione》dice sorridendo uno di loro. Stella mi spinge e si mette davanti a me, che vuole fare?
《Che volete?》chiede lei.
《Lo sai》risponde Leonel.
《Sentite io non sono più in debito con voi, non rompete e andatevene!》
《E chi lo dice che non sei più in debito con noi?》dice uno di quei ragazzi.
《Marco ha pagato al posto mio.》
《E tutte le volte che hai fumato la roba di Leonel?》
《Me la offriva lui. E poi, dopo due anni vi ricordate?》
《Mi devi qualcosa in cambio》risponde Leo. Stella non risponde, sembra quasi stanca, stanca di tutto.
《Non credi che tutto quello che le hai fatto possa bastare?》chiedo io.
《Non le ho fatto niente》sbotta lui
《Ah no? Sei scomparso per due anni facendoti credere morto, l'hai fatta soffrire. Dopo ritorni come "amici come prima" e, invece, l'unica cosa che t'importa è portartela a letto, a quale fine?》sbotto io tirando Stella verso di me dai fianchi e abbracciandola da dietro.
《Stella è solo mia, l'amo》confessa Leonel.
《Anch'io ti amavo, fin dalla prima volta che ti ho visto. Pure quando non c'eri, ti ho sempre amato. Quando sei tornato, ho lasciato lui senza neanche salutarlo al pub per venire a fare un giro con te. Magari, se me lo avresti detto prima, una volta in otto anni, a quest'ora staremmo insieme. E chissà forse a letto con te c'ero già venuta!》dice con tono calmo Stella per poi alzare la voce all'ultima frase. Leo fissa Stella e gli altri fissano Leo.
《E per quanto riguarda voi tre. Giorgio, Giulio, inizialmente, vi ritenevo dei miei amici, finché non vi siete uniti a Ciccio, vi siete rovinati con lui. Ciccio, ti rendi conto che hai mandato questi due nella mia scuola per picchiarmi e 'rovinarmi la vita'? Senza contare che l'ultimo giorno di scuola, prima delle vacanze, mi stavano per stuprare in mezzo al corridoio》aggiunge lei. Cosa? Questa mi è sfuggita. Giorgio e Giulio guardano fisso a terra, mentre Leonel, li guarda in cagnesco. Senza dire una parola scendono dalle scale e spero che se ne siano andati. Stella tira un sospiro di sollievo, la stringo più forte a me e le bacio il collo. Lei scoppia a ridere.
《Che c'è?》le chiedo, sta proprio fuori.
《Ancora ripenso alla tua faccia》dice senza smettere di ridere.
《Vaffanculo》sbotto io ridendo.
《Sì, ti voglio bene anch'io bambolino》
《Si può sapere quanto hai bevuto?》
《Poco, ho sete.》dice guardandomi con occhi da cucciolo.
Scendiamo, prendiamo da bere e risaliamo.
《Comunque quei tre hanno interrotto qualcosa》dico io con tono malizioso.
《Non hanno interrotto niente》dice lei tranquilla.
《Ah no?》dico io ridendo per poi spingerla nello stesso punto del muro di prima. Mi avvicino a lei.
《Secondo me adesso sale qualcun altro》dice ridendo. Ha ragione.
《Vediamo se c'è una camera libera?》lei mi guarda fisso negli occhi, riesco a leggere la sua preoccupazione.
《Tranquilla, non facciamo niente》dico ridendo. Almeno spero che non succeda niente.
Lei annuisce. Giriamo tutte le camere finché ne troviamo una libera infondo al corridoio. Entriamo e lei chiude a chiave. Perché chiude a chiave?
《Non mi guardare in quel modo, non voglio che due adolescenti in preda agli ormoni entrano in questa stanza se ci siamo noi》io scoppio a ridere.
Mi corico sopra al letto. Lei osserva la stanza ed io osservo lei. Concordo, quella gonna è troppo corta.
《Ma non avevi una gonna un po' più lunga?》le chiedo.
《Mi piaceva questa》risponde leggendo i titoli dei libri su uno scaffale.
《Ma è troppo corta...mi distrai》dico io.
《Non guardarmi e vedi come non distraggo》dice continuando a guardare i libri.
《È impossibile non guardarti》dico mordendomi il labbro.
《Perché?》chiede lei.
《Perché sei l'ottava meraviglia del mondo》rispondo. Lei abbassa lo sguardo, sorride e riprende a leggere i titolo di quei numerosi libri. Non risponde ed io continuo a guardarla.
《Quei tagli li hai disegnati tu, vero?》lei si irrigidisce, fa un sospiro.
《No, sono veri, ho solo fatto finta che uscisse del sanguo con il colorante》
《Giuro che se non la smetti ti ammazzo io》lei ride.
《Fai pure》risponde.
《Spero per te che non sia tinta》le dico indicandole i capelli.
《Per ora no. Però mi stanno bene i capelli neri》dice ridendo.
《Non ti permettere a cambiarti il colore dei capelli》
《Perché, sennò che fai? Mi metti in punizione paparino?》
Mi alzo, vado incontro a lei. Lei indietreggia ed incontra il muro. Io mi avvicino, sfioro le sue labbra. Ora non ci potrà interrompere nessuno.
《Sei perfetta così come sei》le sussurro, lei sorride. Quel sorriso che amo e che sogno sempre. Mi avvicino e appoggio le mie labbra sulle sue. Lei infila la sua mano nei miei capelli e li strattona. Ormai lo sa che adoro quando lo fa. Il bacio diventa passionale, si sente il bisogno che ha lei di riempire quel vuoto dentro, il bisogno di voltare pagina, il bisogno di me. La sua lingua esplora la mia bocca. Io entro con 'violenza' nella sua. Stacco per baciarle il collo, lentamente, per poi mordicchiarle il lobo dell'orecchio. Le succhio la pelle sotto l'orecchio e lei mugola. So che è uno dei suoi punti deboli. Lei mette una mano sotto la mia maglietta e, lentamente, fa su e giù sui miei addominali. Prende un po' di coraggio, afferra l'orlo della mia maglietta, me la toglie e la lancia a terra. Al diavolo l'autocontrollo, se è questo che vuole, la accontenterò.

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