Capitolo 67

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Stella pov's
《Hei fiorellino, sveglia!》urla qualcuno mentre mi tira un calcio nella gamba. Io mi sveglio piano piano, vedo sfocato finché gli occhi non si abituano alla cupa stanza. Mi rendo subito conto di essere coricata a terra con una mano ammanettata chissà dove.
《Che vuoi?》chiedo con irascibilità.
Lui mette la sua mano nella mia gola, la stringe e mi alza finché con le gambe non tocco il pavimento.
《Tu non ti rivolgi con questo tono, capito? I tuoi genitori non ti hanno insegnato che è maleducazione alzare la voce? Ah già giusto, tu non li hai!》prosegue questa frase con una risata, l'ossigeno in me diminuisce ma, all'ultima frase, sento un minimo d'energia. Prendo forza e alzo di colpo il ginocchio, prendendolo nello stomaco, lui molla la presa ed io cado violentemente nel pavimento.
《Brutta stronza!》urla lui incominciando a tirarmi schiaffi e pugni.
《Hey, hey, fermati!》qualcun altro lo ferma, sembra una voce femminile e anche conosciuta.
《Non c'è bisogno che faccia questa fine, abbiamo trovato di meglio!》dice questa presunta lei,
《Cioè?》
《Abbiamo i suoi cari amici e l'amore della sua vita》segue con una risata.
《Aspettate, anche Federico, Ludovica e gli altri sono nella mia stessa situazione?》chiedo preoccupata.
《Esatto tesoro, sono in un'altra stanza》risponde con un ghigno.
《Allora, vado a fargli visita》dice lui e con un sorrisino esce dalla stanza.
《Non hanno fatto niente loro, non centrano nulla con questa vicenda, ciò che volete sono io e sono qui, lasciateli stare!》affermo.
《È colpa tua se sono qui》risponde lei.
《Sarà pur colpa mia, lo so che mi sono sempre cacciata in mille guai, ma loro no, non centrano nulla, che hanno fatto?》chiedo.
《Semplice, sono tuoi amici, tu tieni a loro come loro a te, ti fanno stare bene, questo è il problema, tu non devi essere felice, se soffrono loro in automatico soffri il triplo tu, perché sai che se non ti avrebbero conosciuta non sarebbero dove sono ora, sai che se sono tuoi amici è anche colpa tua perché hai dato quella parte in più di te, ti sei voluta far conoscere, se soffrono è colpa tua e tu vivrai sempre col rimorso, col senso di colpa》e già, quanto ha ragione? Sono io la causa di tutto ciò.
《Ho già tutto questo, ho già il senso di colpa non risolvete niente, non potrei soffrire di più, mi dispiace》
《Piccola, ti sembra che siamo così coglioni da credere a ciò?》
《Dovete crederci, nella vita non ho mai avuto niente ed ho il senso di colpa di non essere morta con la mia famiglia quel giorno, quindi lasciate stare loro, ripeto: avete me, potete fare ciò che volete》
《Anche noi siamo dispiaciuti che quel giorno non te sei morta pure tu! Hai mandato in aria il nostro piano》
《Piano?》chiedo io. Piano? Vogliono dire che era tutto organizzato?
《Già, piano. Sai quello non è stato "un'incidente", era tutto organizzato e la vendetta non sarà conclusa finché tu respirerai》quindi tutto organizzato ma chi ha voluto una cosa del genere? La mia famiglia era amata da tutti, come magari invidiata per il rapporto che c'era ma non al tal punto da ricorrere ad un omicidio, nel paesino ci conoscevano tutti, mamma non lavorava, aveva solo amiche, mentre papà...
《Stai cercando di trovare chi ha potuto organizzare tutto ciò?》chiede lui rientrando nella stanza.
《Sì, come sto cercando di capire chi siate.》
《Puoi ragionare quanto vuoi ma sarà l'unica persona di cui non sospetteresti, non ci penserai neanche. Ah, scusa, piacere, Lacu.》a quel nome i miei occhi si sgranano, i bigliettini, le rose, i messaggi, le persone che me li inviavano sono davanti a me.
《E lei sarà Lelan》dico per intuito.
《Esattamente io sono sia Lelan sia Tona》lacu, lelan tona... ovvio, come non ci sono arrivata prima?
《Voi siete... non può essere...》
《Ops, copertura saltata》ride lelan con lacu.
Sento bussare alla parete di fianco a me, due volte, poi una e poi altre tre volte.
《Oh, Samu ed Andrew mi stanno chiamando, torno subito》dice Lacu uscendo dalla porta.
《Samu? Andrew? Cosa e...》cerco di pormi delle domande e dare risposta ma nella testa mille pensieri si accumolano mentre mille cose si collegano tra di loro.
《Sì, sono coinvolti pure loro, li abbiamo ricattati affinché stessero al gioco, ci servivano spie interne, oltre me, ovvio》
《Troia》rispondo.
《Guardate chi vi ho portato.》dice lui aprendo di colpo la stanza.
Entrano tutti, Ludo, Reb, Samu, Andrew, Stacy e... dov'è Fede?
《Stella!》urla Ludo correndo verso di me e abbracciandomi.
《Che ci fate voi qui? Non dovreste stare qui!》chiedo e affermo.
《In realtà...》inizia a parlare lei ma Lelan la stacca violentamente da me e rimandarla con gli altri.
《Voi venite qui dietro con me!》ordina Lacu portandoli in una stanza adiacente aprendo una porta, non mi ero resa conto che ci fosse un'altra porta. Lui esce di nuovo e ritorna immediatamente.
Insieme a lui entra anche Federico.
《Ecco, i patti erano questi, io avrei lasciato liberi i tuoi amici e ti avrei portato da lei, vai》dice spingendolo verso di me.
《Liberi?》chiedo io, due secondi fa li hanno portati dietro quella porta, forse al posto di un'altra stanza c'è un portone che porta all'esterno.
Lelan mi fa segno di stare zitta, quindi intuisco che non sono affatto liberi.
Legano Fede vicino me.
《Stai bene?》sussurra lui, io lo guardo, la sua è una preoccupazione seria ma perché sta qui con me e non con gli altri e con la sua bambolina?
《Gli altri sono dietro quella porta.》rispondo indicandogliela con la testa.
《Cosa?》chiede lui.
《Credevi davvero che li avrebbero lasciati andare? Coglione》dico io in una risata.
《Sono qui per cercare di salvarti come per salvare gli altri》ribatte.
《Oh, notizia dell'anno, non sei un eroe ed io me la so cavare da sola, come sempre.》
《Ma guardali come litigano》risponde Lelan.
《Ma vattene a fanculo pure tu》come risposta ricevo uno schiaffo.
《Come ti permetti a mandare a fanculo la mia ragazza?》dice Lacu.
《Come? Io mi fidavo di lei, cazzo, era la mia migliore amica, la persona di cui mi fidavo, l'unica che mi comprendeva, arrivati qui ha conosciuto te e l'hai rovinata, hai messo la mia migliore amica contro di me, capace di fare questo!》urlo.
《Stai dicendo che loro due sono...》chiede Fede.
《Sì Fede, sono loro, Antonella e Luca.》dico con tono alto, arrabbiato e deluso.
Loro si tolgono le maschere che coprivano parte del volto.
《Ci sei arrivata troppo tardi però》dice lei passandomi un dito nel contorno del mio viso.
《Come hai fatto a capirlo?》chiede Fede.
《L'ho capito poco fa, hanno usato una specie di anagramma, con le lettere del loro nome ne hanno composto un altro, se metti in ordine le lettere della parola Lacu esce fuori Luca. Per quanto riguarda Antonella ha diviso il nome in due identità, con una si sarebbe capito subito, Tona sta per Anto, Lelan per Nella.》
Nel frattempo qualcuno apre la porta.
《Dobbiamo andare, il capo ci ha riuniti》dice questo e mi guarda negli occhi, quegli occhi li conosco.
《E con loro che facciamo?》chiede Anto.
《Il capo ha riferito di assicurarsi che non possano scappare e di salire》quella voce...
Luca si avvicina, controlla tutto.
《Non possono fuggire》assicura.
《Perfetto, allora andiamo》quel tono.
《Leonel...》dico con un filo di voce, lui mi guarda, sorride, schiaccia un occhio e se ne va insieme agli altri chiudendo la porta alle sue spalle.
《Leonel? È impossibile, era in prigione.》dice Federico con lo sguardo fisso in un punto.
《Fede, era lui》confermo.
《Ma io e Alessia l'abbiamo fatto arrestare, l'hanno arrestato davanti ai nostri occhi》risponde... ma, noi? Davanti ai loro occhi?
《Alessia? Vostri occhi?》Fede, sta volta, sgrana gli occhi.
《Ti dico un'altra volta, ora cerchiamo qualcosa per liberarci, è possibile che ogni volta mi ritrovo ammanettato ad una sbarra accanto a te?》dice ridendo ricordando l'ultima volta.
《Non c'è niente da ridere》dico alzando gli occhi al cielo.
《Era per spezzare quest'aria tesa》fa spallucce.
《Sai, sapevo già come liberarmi, ho una mano libera e una fermaglio.》dico.
《E che aspetti?》alzo gli occhi al cielo, ormai con lui è un'abitudine.
Libero la mia mano, dopo inizio a liberare le sue. Mentre sono impegnata con il fermaglio lui sussura un qualcosa.
《Cosa?》chiedo io non avendo capito.
《Scusa》ripete lui con tono un po' più alto.
《Per?》so per cosa mi chiede scusa, dovrebbe chiedermi scusa per un milione di cose ma io voglio sapere esattamente per cosa.
《Per tutto. So tutto, so che se Antonella è qui è colpa mia perché quella sera ti ho fatta stare male, scusa di averti fatto tutto ciò, scusa per essere in questa situazione, di nuovo》bene, si è scusato di tutto.
《Sarei stata ugualmente in questa situazione, tranquillo. Ora andiamo》
Gli do una mano per alzarsi.
《Dov'erano gli altri?》
《Dietro quella porta, aiutami ad aprirla.》
Fede la butta giù, era chiusa a chiave a quanto pare.
《Non c'è nessuno》
《Li hanno portati qui...》
Sentiamo dei passi provenire da fuori la porta principale, stanno tornando.
《Dobbiamo uscire da qui》afferma lui, tirando da un polso.
《Non possiamo lasciare gli altri qui!》dico io.
《Torneremo a riprenderli.》
Apriamo un'altra porta infondo alla stanza, questa casa è davvero un labirinto.
《Dove cercavate di andare?》dice Luca.
《Dove sono gli altri?》chiede Fede.
《A casa, sani e salvi, i patti sono patti》risponde lui.
《Ma li hai condotti tramite quella porta.》dico io.
《Volevo farti dare l'ultimo saluto da loro》fa spallucce mentre io e Fede ci guardiamo negli occhi.
《Che cosa buffa, loro cercavano di liberare i loro amici e loro se ne sono fregati immensamente di voi》dice Leonel alle nostre spalle. In automatico il mio corpo si irrigidisce.
《Quindi la via d'uscita è dietro quella porta?》chiedo io.
《Già, chissà se riesci a superarla》risponde Leonel ridendo.
《Prego》dice Luca spostandosi davanti e facendo segno di andare avanti e procedere.
Io, in un gesto rapido, spingo Fede oltre, tiro a me Luca e chiudo la porta a chiave. Così mi ritrovo io con Luca e Leonel mentre Fede è libero.
Lui cerca di aprire la porta.
《Fede, cazzo, vattene!》urlo io.
《Non me ne vado senza te, apri la porta!》urla lui.
《La ragazza è furba, spostati》dice con tono prepotente Luca.
《Fede, vattene!》sento la maniglia tornare al suo posto, spero che mi abbia ascoltato.
《Spostati!》impone Leonel.
《No, lui non centra niente.》
《Stella, spostati da quella porta!》urla mentre si avvicina, io mando giù un nodo alla gola, sospiro, chiudo gli occhi e sto ferma dove sono.
Leonel mi punta un coltello al fianco.
《Spo-sta-ti》mi minaccia.
Io non rispondo e sto dove sono.
Lui fa entrare solo la punta del coltello dentro al fianco.
《Lasciala stare!》lo ferma qualcuno tirandogli un pungo... Luca.
《Ma che cazzo fai? Coglione!》urla Leonel.
《Vattene, sbrigati, prima che cambi idea!》dice lui aprendo la porta.
Io sto immobile, non sto capendo niente.
《Vattene!》urla lui mentre blocca a terra Leonel.
《Ma sei impazzito? Porca puttana Luca, che cazzo fai? Lasciami stare!》
Io, finalmente mi smuovo ed inizio a correre verso la via d'uscita.
Apro la porta, scendo una rampa di scale, apro la porta davanti a me e ritrovo la cucina di casa di mio zio.
Ma cosa...? Non ho tempo di fermarmi, pensare e pormi domande, corro ancora, scendo tutte le scale e mi ritrovo nell'androne.
《Hei, nipotina, che ci fai tu qui?》chiede mio zio, i piedi si fermano, come se fossero intrappolati nel cemento. Ho il presentimento di essere nei guai.
《Dove stai scappando nipotina bella?》

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