20- Seconda Parte

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20

Seconda Parte

-Scoperte-


Mike non l'aveva piú contattata. Lei non aveva piú contattato Mike, rispettava il suo dolore, la sua giustificata confusione.
Tutto sembrava essere ricominciato; un accaduto spiacevole che allontana due amici, come quindici anni prima.
Silvia non poteva allontanarlo di nuovo, ma allo stesso tempo nutriva dei dubbi sulla sua persona. Poteva chiamarlo al cellulare, tentare con una semplice telefonata, ma non poteva fingere ad un faccia a faccia.
Si sarebbe dovuta nascondere dietro ad uno schermo, un cellulare, come fanno molti codardi.
Lei non era cosí, lo sapeva bene.
Voleva soltanto evitare a Mike un dispiacere in piú, perché come poteva sapere che non si sbagliava? Come poteva sapere che non si sbagliava riguardo a quei dubbi petulanti che bussavano alle porte del suo cervello, cercando costante alloggio?
E poi non poteva chiamarlo subito, doveva riflettere su ciò che aveva spinto la paziente ad uccidere Rose.
Ripensò a quella mattina; Rose l'aveva chiamata e le aveva rinfacciato un piccolo ritardo, era furiosa. Sicuramente, dopo il litigio del giorno precedente, aveva voglia di rimprovevare Silvia, di vendicarsi nei suoi confronti anche se in modo lieve.
La dottoressa conosceva bene Rose: era molto irritante, permalosa e offensiva. Ma avrebbe mai voluto la sua morte. Tutti sbagliano, tutti commettiamo errori nella vita, e Rose non doveva pagare cosí caro il prezzo di un semplice affronto. Ma perché la paziente l'aveva uccisa?
Magari Laura aveva sentito la conversazione, si era attaccata alla porta per origliare, e quando Rose aveva aperto la porta della sua camera per la colazione la paziente le era saltata addosso. E cosí l'aveva uccisa accidentalmente, come del resto era successo con sua sorella...
Tutte ipotesi.
Ipotesi di una povera dottoressa amareggiata.

Uscí da casa e prese la macchina per dirigersi alla clinica. Di nuovo vide che una camion bianco la stava seguendo. Guardò meglio attraverso lo specchietto. Il conducente aveva degli occhiali da sole che coprivano gli occhi e parte del viso, erano molto grandi. Inoltre aveva un berretto nero e un foulard arancione al collo.
No, non l'aveva mai visto.
D'un tratto sentí il rumore di un clacson, assordante. Guardò di fronte a lei; stava andando addosso ad una piccola utilitaria di colore rosso. Per un attimo le mancò il respiro. L'aveva scampata per un pelo.
Si scusò con un cenno della mano e guardò di nuovo allo specchietto.
Il camion bianco era scomparso.
Che strano. Quel camion l'aveva seguita per due mattine consecutive, non si trattava piú di una semplice coincidenza.

Attenta ai camion, soprattutto a quelli bianchi...”

Forse si trattava soltanto di un allucinazione e magari... No, iniziava a pensare al peggio.
Le parole della paziente non erano totalmente infondate. C'era qualcosa di maledettamente vero nelle sue consuete parole d'avvertimento.
Laura voleva bene a Silvia, stava cercando di proteggerla dal “capo dei camion”.
In quel momento comprese: con “il capo dei camion” la paziente si riferiva al conducente, quell'uomo che era alla guida. Possibile che sia lo stesso? Possibile che sia lo stesso di cui la paziente aveva paura?

Quando spense la macchina si fermò per un istante e si guardò intorno; poche macchine, nessun camion.
Scese dall'auto e si avviò verso l'entrata sempre con cautela, ma era quasi convinta che quel camion se ne fosse andato. Aveva intenzione di fare delle domande a Laura, anche correndo il rischio.

«Sapresti descrivermi il capo dei camion? » domandò Silvia senza giri di parole.
«Perché?» La paziente sgranò gli occhi.
«Perché potrei incontrarlo e potrei scappare se lo riconoscessi...» Era stata molto convincente.
«Ha un camion bianco» disse.
«Questo lo so Laura, ma per caso porta gli occhiali, ha un viso grande...»
Laura fece le spallucce. Non lo sapeva.
Ecco perché diceva "potrebbe essere chiunque". Sospettava di tutti non sapendo la vera identità del capo dei camion. Ma perché era tanto pericoloso? Cosa aveva fatto a Laura?
«Bé, in questo caso starò ancora piú attenta» disse la dottoressa in modo tranquillo, cercando di non far sospettare la paziente la quale era molto perspicace.
«Ci ha trovate?» domandò ugualmente Laura.
«No, non ci ha trovate. »
«Sicura?»
«Sicura. »
«Perché se dovesse trovarci sarebbe la fine!»

Silvia rimase impietrita.

Se il capo dei camion era lo stesso che aveva visto Silvia, voleva dire che l'avevano già trovate. E se il capo dei camion- che la paziente aveva descritto come pericoloso- l'avevano trovate, magari sarebbe stata la fine per entrambe...

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