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Anche avesse voluto non riusciva a parlare. Dopo aver sentito tutta la storia, Silvia credeva di essere stata catapultata in un altro mondo, un mondo dove la pazzia non incontra limiti e dove la spietatezza è normalità. In tutti i suoi anni in clinica non si era mai imbattuta in una personalità tanto disturbata. Nessuno dei suoi pazienti aveva mai ucciso la propria figlia o il proprio figlio, perdipiù senza pentimento. Tutt'altro. John parlava dell'accaduto nello stesso modo in cui un ragazzo avrebbe raccontato di come aveva conquistato una bella signorina. Silvia rabbrividì. Il povero Mike aveva assistito a tutto e non aveva parlato per quindici anni. Ricordò ancora una volta il giorno in cui le rivelò di essersi dimesso a causa degli insulti di un suo paziente, che lo aveva profondamente scioccato. L'amico aveva detto che sentire quelle parole dopo la morte del fratello era stato come aver ricevuto una pallottola in petto, o anche peggio. Era stato credibile. Ed era stato credibile anche quando diceva di avere allucinazioni, sempre di suo fratello.
Silvia avrebbe voluto avere una sfera magica per sapere fin dall'inizio ciò che veramente tormentava Mike, purtroppo non le era concesso. Forse sua madre, se fosse stata con lei, avrebbe capito che non si trattava semplicemente di un lutto doloroso o di un'offesa rimasta impressa nell'anima. Evelin magari avrebbe acceso il suo registratore e avrebbe chiesto alle anime con frequenza alta, come le chiamava lei. Le anime buone. Riteneva che quelle con bassa frequenza non avessero buone intenzioni.

John le aveva anche rivelato di aver minacciato Mark Jemmin al tempo. Quel giorno anche lui aveva visto tutto. Era di ritorno a casa dopo la spesa, e aveva visto perfettamente la scena. Anche lui l'avrebbe pagata se avesse raccontato qualcosa, ecco spiegato il motivo per cui quando Silvia gli aveva fatto visita aveva mentito. Aveva detto che quando Nicole veniva investita lui era lì fuori a parlare con John per regolare i conti in sospeso, ma era una menzogna.

John intanto aveva nuovamente stretto il nastro adesivo attorno alla bocca della dottoressa, e questa volta lo aveva fatto con più forza e rabbia.
«Dovrò sbarazzarmi anche di lui, sai» disse. «Sì lo so, non ha detto nulla. Ma non credo resisterà a lungo, soprattutto quando saprà cosa ti ho fatto» affermò pensieroso, grattandosi il mento.
Per un attimo a Silvia mancò il respiro. Aveva sentito bene? Cosa voleva farle?
Iniziò a tremare, la paura si impossessò di ogni parte del suo corpo. Pensò al santino che aveva preso in chiesa e che aveva inserito nella tasca dei jeans. Doveva essere ancora lì.

Dio, aiutami.

John si avvicinò lento.
«Quella frignona, Laura, mi ha fatto capire una cosa». Si guardava le mani, assorto, come se ci fosse qualcosa di strano tra quelle dita rugose e ruvide.
«Che fare qualcosa con le proprie mani è più gratificante di qualsiasi altra cosa» spiegò.
Silvia non comprendeva, o forse non voleva capire.
«Il problema è che ancora non l'ho sperimentato». La smorfia che fece ricordò alla dottoressa il momento che precede il pianto dei bambini. Al principio rimangono fermi, lo sguardo impassibile. Poi la bocca assume un'espressione dolorosa, e infine scoppiano a piangere.
John però non aveva intenzione di piangere.
Silvia vide le sue mani avvicinarsi al suo viso, afferrarle il collo. Con entrambe le mani lo cinse interamente, in un abbraccio della morte. Iniziò a stringere con forza. Silvia tentò di scuotere il capo, di dimenarsi, di sfuggire alla presa, ma anche lei sapeva che era impossibile.
«Vuoi essere la mia cavia, dottoressa?»
Sogghignò soddisfatto. «Ma che domande! Certo che lo vuoi ».
Si arrese all'evidenza, ma tentò di lottare in un'altra maniera. Ancora una volta pensò a Dio.

Se ci sei, aiutami. Salvami, ti prego, salvami!

Non riusciva più a respirare.
Vide una forte luce nonostante gli occhi chiusi, e poi un forte tonfo.

Dio sei venuto a prendermi, pensò felice.

Si rilassò, ora sembrava che nessuno la stesse strangolando. Si sentiva molto meglio. Era già arrivata in paradiso? Ricordò di aver sorriso, poi la luce scomparve e tutto si spense.

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