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«Una donna?».
Fred assentì dubbioso, mentre con le mani in tasca faceva avanti e indietro per il salotto.  Silvia era stata dimessa da qualche giorno, era ritornata a casa e solo a quel punto l'ex ispettore aveva deciso di raccontarle cosa aveva saputo. John era stato spedito in un ospedale psichiatrico giudiziario, per l'evidente stato mentale. Il suo furgone bianco però non era stato ancora trovato e le ricerche erano in corso.
Mike entrò in soggiorno con una tisana in mano. «Questa storia ha dell'incredibile» affermò ironico, porgendo la tazza a Silvia.
Si sedette sulla poltrona disposta di fronte al divano e si adagiò sullo schienale a braccia conserte. Fred invece era chino in avanti, quasi che con la fronte volesse toccare le ginocchia, mentre Silvia fissava un punto indefinito all'altezza degli occhi e sorseggiava lentamente.
«Sai chi potrebbe essere?» chiese Fred.
Silvia scosse il capo.
Mike aggrottò la fronte, poi si chinò anch'esso in avanti, e fu a quel punto che Fred ebbe un'illuminazione.
«Silvia» Iniziò a fare degli strani gesti con l'indice. «Quando dicevi che il furgone ti seguiva, arrivava fino alla clinica e poi proseguiva...»
«Cosa stai cercando di dirmi?».
«A cosa porta quella strada?».
«C'è un bosco e un laghetto».
Fred schioccò le dita e Silvia trasalì.
«Credi che il furgone sia lì?» domandò Mike.
Fred annuì, poi aggiunse. «Andiamo?»

Erano trenta minuti che percorrevano il sentiero poco visibile a causa delle foglie cadute a terra e dell'erba eccessivamente alta. Ogni tanto si sentiva uno scricchiolio, dovuto ai rami spezzati, alle pigne che cadevano o agli animaletti che si aggiravano furtivi.
Il bosco era silenzioso, cupo. Il vento freddo penetrava attraverso gli impermeabili e congelava gli arti.
«Sei sicuro sia qui?» domandò Silvia incerta.
Fred non rispose e continuò a camminare. D'un tratto si sentì un forte rumore di foglie e ramoscelli spezzati. Fred e Silvia si voltarono con il cuore in gola.
Mike era rivolto a terra, si era solo inciampato.
Fred ridacchiò e Silvia continuò a fissarlo.
«Tutto bene, tutto bene!» gridò agitando un braccio.
Si rimisero in cammino, ma non trovarono nulla, neanche una traccia del furgone bianco.
«Maledizione, ero così sicuro!» Fred si diede un colpetto in fronte, affranto.
«Sapevamo non sarebbe stato semplice» lo rassicurò Mike posandogli una mano sulla spalla.
«Laggiù c'è il laghetto » intervenne  Silvia puntando un dito alla sua sinistra. Fred e Mike osservarono il sentiero che svoltava da quella parte. C'era un'insegna in legno che però era completamente sparita, a parte uno smile sorridente disegnato da qualche ragazzino.
Silenziosamente percorsero il viale e il lago appariva via via sempre più nitidamente. Mancavano pochissimi metri per arrivare alla riva, quando Mike gridò «Di qua!».
Corsero dietro all'uomo senza sapere cosa avesse visto, poi però riconobbero una macchia bianca in lontananza e infine si trovarono di fronte al veicolo. Rimasero a guardarsi a vicenda, con il battito accelerato e l'affanno.
«Vado io» Mike si fece avanti e aprì lo sportello del guidatore. Rimase in silenzio per qualche secondo, immobile.
«Mike? Cosa c'è?» chiese Silvia con la voce tremante.
Mike scese subito, li osservò per qualche secondo e poi scosse la testa deluso. «Niente, un bel niente!» Diede un calcio al camion per la rabbia. «Io forse ho capito chi fosse la donna accanto al posto di guida» spiegò agitato appoggiandosi con la schiena al veicolo.
Silvia e Fred lo guardarono confusi.
«Ed è proprio per questo che temevo non fosse ancora qui dentro» continuò indicando il furgone.
«Mike che cosa stai dicendo?». Silvia aveva un'aria interrogativa dipinta in volto.
L'uomo rimase impassibile, gli occhi umidi in un instante. Stava guardando alle loro spalle con uno sguardo poco rassicurante. Si fiondò tra i due che si scansarono prontamente, e poi corse fino alla riva e si bloccò davanti all'acqua calma.
Quando Fred e Silvia arrivarono affianco a lui videro cosa affiorava dall'acqua e si portarono contemporaneamente una mano alla bocca.
L'unica cosa che riuscì a dire Mike con un fil di voce fu «Anne».

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