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Quella notte ascoltò attentamente il suo respiro. Non vi era altro. Solo silenzio assoluto. Era a letto ormai da ore, non riusciva a dormire, ed era rimasta a pancia in su, le mani congiunte sopra al ventre, gli occhi chiusi dolcemente.
Iniziò a pensare a qualcosa che potesse rasserenarla, ma più pensava, più con dispiacere constatava che non c'era nulla che poteva esserle d'aiuto. Si sentiva terribilmente inquieta e considerò l'idea di andarsene e mandare al diavolo tutto e tutti. Solo un attimo dopo si disse aspetta, aspetta Silvia, e trovò un po' di calma.  Accese la lampada accanto al letto e iniziò a leggere; era una storia d'amore. Forse l'unico genere di libro che, in quel momento, le avrebbe giovato maggiormente.
Era bello come una semplice storia potesse cancellare momentaneamente le preoccupazioni, le paure. Quando si legge si pensa ad un'altra vita, la si immagina, talvolta la si invidia. Da ragazza Silvia non era una lettrice accanita, anzi, non leggeva affatto, e ora capiva quanto tempo avesse buttato via annoiandosi e oziando.
Finì il capitolo 3 in poco tempo, spense la luce, tentò di nuovo di riprendere sonno e questa volta ci riuscì.

Aveva aspettato tanto, forse troppo. Si sentiva in colpa.
Nelle mani teneva stretto il cellulare che stava fissando da minuti. Sullo schermo tre messaggi da Fred, due da Mike, sei chiamate senza risposta da Fred, una da numero privato.
Non aveva il coraggio di leggerli ma dovette comunque aprire le chat; i primi risalivano a parecchi giorni prima, degli altri non ne aveva idea.
Lesse per prima la chat di Fred.

Come stai? Tutto bene?

~1Chiamata senza risposta da Fred

Silvia, capisco che magari hai bisogno di una pausa, ma se ne hai bisogno io ci sono, non dobbiamo per forza parlare dei problemi...ok?

~4Chiamata senza risposta da Fred

Non rispondi al cellulare, posso sapere cosa succede?  Mi ha scritto Mike, è preoccupato.

Rilesse i messaggi due volte, poi scrisse:
Ciao Fred. Mi dispiace moltissimo per non averti risposto. Avevo bisogno di staccarmi da tutto e ammetto di aver lasciato passare troppo tempo... Ti va di fare una passeggiata stasera verso le 22:00? Ci troviamo sotto casa mia.

Inviò il messaggio, poi aprì la chat con Mike.

Ciao Silvia, ti va di prenderci qualcosa al Bestfood stasera?

~2Chiamata senza risposta da Mike

Silvia tutto bene? Se hai bisogno di qualcosa sai che io ci sono sempre per te!

Scrisse un altro messaggio:
Mike scusami tanto per averti fatto preoccupare, non era mia intenzione, volevo soltanto un momento di pausa. Ci sentiamo.

Inviò anche questo.

Della notifica, di cui si era appena accorta, e che proveniva da Frank, se ne fregò. Se voleva parlarle lo avrebbe fatto a lavoro.

Si preparò come tutte le mattine, ma quando fece per aprire la porta sussultò.
Dietro di essa vi era Mike; aveva il volto stanco, i capelli scompigliati, una camicia a righe blu con i primi due bottoni slacciati, e un giubbotto di pelle nero.
«Sorpresa!» si limitò a dire con ironia.
«Mike, io... io non ti aspettavo a quest'ora, dovrei andare a lavoro» disse disorientata.
«Lo so» rispose fiero, «infatti stamattina sarò io ad accompagnarti a lavoro».

Il tempo sembrava scorrere molto lentamente rispetto agli altri viaggi casa-lavoro. Si sentiva stranamente a disagio nonostante conoscesse Mike da anni ed avesse affrontato con lui argomenti di ogni genere, dal più al meno intimo. C'era traffico, e come se non bastasse Mike non riusciva ad imporsi sui prepotenti che tentavano di infilarsi nella coda di auto.
Sospirò, se avessero continuato di questo passo sarebbero arrivati alla clinica l'anno successivo.
«Come mai sei venuto per accompagnarmi?»
«Deve esserci un motivo per voler stare in compagnia di un'amica?» rispose sorridendo, voltandosi ora verso Silvia, ora verso la strada.
Lei sorrise a sua volta, ma in maniera forzata.
«Spero di non essere stato di disturbo» continuò Mike diventando di colpo serio.
«Ma no, figurati. E poi volevo parlare di questi giorni...»
«Non devi parlarne per forza ora se non vuoi» la bloccò.
Silvia per un attimo ci pensò su, ma perché avrebbe dovuto rimandare ciò che avrebbe potuto fare in quello stesso momento, togliendosi un peso in più?
«Non c'è problema» rispose, «non vedo perché non possa parlartene ora» disse.
«Vai allora, ti ascolto»
Silvia prese fiato, e si disse che qualunque cose avesse detto Mike rispetto a quanto lei aveva fatto, non doveva toccarla, bensì sarebbe dovuta essere sicura e ferma delle sue scelte. Niente condizionamenti. Intesi?
«Sotto consiglio di un mio amico...»
«Che amico?» la interruppe bruscamente.
Silvia rispose perplessa. «Un vecchio amico di università»
«Ah capisco, continua »
«Stavo dicendo» e qui un colpo di tosse, «una volta avergli fatto visita ho capito che mi aveva aperto gli occhi».
Mentre la dottoressa parlava notava che il viso di Mike assumeva espressioni strane, come se venisse da un altro pianeta dove si parla una lingua assolutamente estranea a quella con cui stava parlando Silvia.
«E sono andata a parlare con mia madre»
«Tua madre? Ma è fantastico!»
La dottoressa Wond rimase sorpresa: non sperava in quella reazione, ma si aspettava domanda su domande, un interrogatorio senza fine.
Per fortuna erano quasi arrivati, quella tensione che poco prima poteva tagliare con un paio di forbici ora non sarebbe stata più un problema.
«Va bene, io vado. Vuoi venire con me?» domandò mentre scendeva dal veicolo blu.
«No, non preoccuparti. Credo che andrò a casa, si a casa» disse annuendo convinto.
«Okay, ci sentiamo, ciao»
Di rimando Mike salutò con la mano, con naturalezza, poi si avviò al Bestfood.

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