capitolo 32

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Adesso si che mi sentivo bene, non ero mai stata così felice, mi sentivo come se tutti gli sforzi che avevo fatto fossero finalmente serviti a qualcosa.

Ed si era offerto di accompagnarmi a casa e cercò in tutti i modi di essere cortese per tutta la giornata, e parlava poco forse per paura di dire la cosa sbagliata. Harry invece se ne era andato da solo con la sua auto dopo aver lanciato alcune occhiatacce a Ed che sembravano dire "tu per me sei morto". Mi dispiaceva molto lasciarlo lì da solo, infondo lui mi aveva aiutato e so che questo non era il modo adatto per ringraziarlo ma per il bene di tutti era molto meglio che Harry e Ed non passassero molto tempo vicini, altrimenti Dio solo sa cosa sarebbe successo.

Il tragitto in macchina fu lungo ed estraneo, nessuno dei due disse nulla, non avevamo bisogno di parlare per sapere se stessimo bene, lo sapevamo e basta. Non parlavamo molto ma non era uno di quei silenzi imbarazzanti, era il mio primo momento di tranquillità dopo un lungo periodo di caos. Ero proprio dove sarei voluta essere: nel posto giusto con la persona giusta. Certe cose le sai sin da subito, te le senti nell'anima, nella pelle, sai benissimo quando una persona è quella che ti accompagnerà nel viaggio della tua vita, che lui è quella cosa che hai sempre cercato, ciò di cui hai bisogno. Non lo si può spiegare a parole, l'amore arriva all'improvviso e ti colpisce, ti cambia anche, l'amore... E dopo averne assaggiato un po' ne vuoi sempre di più sino ad accorgerti che non puoi più vivere in sua assenza perché infondo lo sai... che una vita senza amore non merita di essere chiamata vita.

Arrivai a casa, salutai mio padre e mi diressi in camera mia, che fortunatamente non faceva schifo come il resto della casa. Stranamente mio padre era riuscito a trovare un misero lavoro e con i soldi ricavati aveva riparato e rimodernato un pò quella catapecchia. Certo, non era un castello ma almeno il pavimento non scricchiolava più.

Mi sdraiai sul letto e misi gli auricolari che erano ormai diventati la mia salvezza.
Osservai per bene tutta la play-list del mio cellulare è ascoltai "Happiness" dei the fray.
Questa canzone esprimeva esattamente il mio stato d'animo, ero felice, forse per la prima volta dopo tanti anni.

La felicità assomiglia un al dolore.

Lascia che sia così, non puoi decidere quando arriva o se ne va.

Ed era vero, la felicità era arrivata senza preavviso ed era stata portata da lui.. lui, solo lui era capace di aggiustarmi il cuore.

La felicità, maledizione, quasi ti distrugge.

Lascia la tua fede in frantumi sul pavimento.

Così tu dici a te stesso: "Adesso basta!",

ma la felicità ha un ruggito violento.

La felicità fa da sé, non la puoi fermare ne la puoi obbligare. Arriva quando meno te l'aspetti, arriva per cambiare i tuoi piani, per mostrarti un lato migliore di te stessa e adesso lo sapevo, finalmente sapevo come ci si sentiva ad essere felici.

***

Il giorno seguente mi svegliai con un lancinante dolore alla gola e con un po' di raffreddore causato probabilmente dal vento gelido del giorno prima.
Mi alzai dal letto emettendo versi di lamento e mi stropicciai gli occhi cercando di ricompormi.
Corsi in bagno e quando mi guardai alla specchio quasi non urlai; avevo tutto il trucco sbavato e i miei capelli sembravano più o meno quelli di Goku super Saiyan, lì spazzolai e li sistemai in una coda notando che fossero più lunghi del solito, avrei potuto far salire Ed dalla finestra se li avessi sciolti.

Risi per quel mio stupido pensiero ed entrai nella doccia.
Inizialmente l'acqua gelida mi procurò diversi brividi su tutto il corpo ma poi girai la manovella dell'acqua calda finché non raggiunse la temperatura ambiente.
Pian piano i miei muscoli si rilassarono sotto il getto d'acqua e la mia mente fu assalita dai suoi bellissimi occhi di ghiaccio, sembrava che mi stessero giudicando ma subito dopo si addolcirono e furono accompagnati da un bellissimo sorriso che questo bastò per far sorridere anche me.

Finii di prepararmi e quando mi diressi in cucina per fare colazione trovai mio padre con un mazzo di splendide rose blu nelle sue mani.

"Qualcuno ha mandato queste rose per te"disse marcando la voce nella parola "qualcuno".

Me li diede ed io li osservai stupefatta. Erano rose blu, le mie preferite fra tutti i fiori, so che non crescono in natura ma mi piacevano proprio per questo, sono unici. Ma chi li aveva mandati?
C'era un foglietto tra le rose e mi scappò un urlo quando lessi in nome di Ed. Mio padre mi fissò corrugando la fronte ed io misi una mano davanti alla bocca prima di scoppiare a ridere come una stupida.

Girai il fogliettino e inizia a leggere ciò che vi era scritto:

"Janet, amore mio.

So che in parte mi hai già perdonato ma pensavo che questo potesse essere un bel modo per iniziare da capo.

Tuo Ed. Xx"

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 03, 2017 ⏰

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