Il cellulare squillò, facendo vibrare il piano del comodino affianco al letto, dove Greg si era da poco svegliato. -Pronto?- disse con voce leggermente assonnata. -Buongiorno tesoro! Come stai?- rispose sua madre con voce allegra. Come faceva ad essere così gioiosa e solare di prima mattina era un mistero per tutti.
-Bene mamma, voi?- si sforzò nel risponderle con entusiasmo, anche se già sapeva che a dormire non ci sarebbe più tornato. -Qui tutto bene, ci manchi un po'... come sta andando lì? I tuoi amici?- -Direi alla grande, il figlio di Mark e Daniel è così carino, sono sicuro che se fossi qui impazziresti nel vederlo!- se c'era una cosa che a sua madre piaceva, quella era stare con i bambini... non a caso aveva passato tutta la vita a contatto con essi, a fare la maestra d'asilo.
-Oh amore, inviami una foto, voglio proprio vederlo!- Greg ridacchiò -certo, più tardi te la mando... come sta Milly?- Milly era la sua gatta siamese che aveva da più di dieci anni, era da subito diventata la sua compagna di lunghe giornate vuote dopo l'accaduto.
-Sta bene, a proposito, mi stavo dimenticando... quando vado a darle da mangiare, ogni volta che entro in camera tua per darle una pulita, lei va immediatamente a grattare l'anta chiusa dell'armadio... non posso nemmeno aprirlo perché è chiuso a chiave... è normale che faccia così?- in quell'armadio c'erano ricordi, cose che rimandavano al passato e che non riusciva a buttare, nemmeno se completamente inutili e che non facevano altro che riempirsi di polvere.
-Ah... in quell'armadio ci ho lasciato delle cose importanti, lei era solita infilarsi là dentro, ma senza la mia presenza ho preferito tenerlo chiuso.-
-Ahh e che genere di cose?- dannazione, odiava la curiosità e la voglia di ficcare il naso ovunque di sua madre. Ed il fastidio più grande era che probabilmente lei sapeva già cosa c'era là dentro. Come sapeva che casa sua era piena di cose che avrebbe dovuto buttare come lei stessa gli aveva detto di fare da tempo.
-Niente di che... solo... cose che non servono più ma a cui tengo, moltissimo- non voleva mentirle ma nemmeno dirle cosa c'era esattamente. -Gregory, so di che stai parlando e so benissimo cosa c'è in quell'armadio- appunto, non si impegnò più di tanto a far finta di non capire. -Mamma, per favore, non voglio discuterne- si mise subito sulla difensiva. Era stufo di parlarne, era stufo dei suoi consigli, di come gli dicesse di smetterla di pensarci e di andare avanti... lei non sapeva quello che provava! Non sapeva come ci si sentiva!
-Continuare a fuggire non porterà a nulla di buono, questi discorsi vanno affrontati- Gregory prese un profondo respiro, si mise seduto, chiuse gli occhi per interi secondi mentre con la mano libera si massaggiava la fronte.
-Va bene, okay, hai perfettamente ragione! So che è questo che vuoi sentirti dire perciò ora tienimi controvoglia al telefono e...- -Che stai dicendo?! Ma ti senti? Sei mio figlio e l'unica cosa che voglio è che tu stia bene!- -Allora smettila di aprire discorsi a cui non sono in grado di partecipare! Perché sono queste le cose che mi fanno star male!- non ne poteva più, non voleva sentire altro, non voleva ascoltarla.
-No tesoro, ricordare ti fa male, guardare il passato e rinchiuderti tra delle mura fatte di ricordi ti fa male!- attese qualche secondo di più e poi continuò incerta -tu... tu devi dirgli addio, Greg... una volta per tutte- la sua voce tremava dall'insicurezza, sapeva che quelle forti parole lo avrebbero scosso e sapeva che ora sarebbe scoppiato come un vulcano nel sentirle.
-Basta così, doveva essere una chiacchierata piacevole con mia madre che non vedo e sento da due settimane, ma hai deciso di mettere il becco nella mia vita... cosa che hai sempre fatto! Lasciami affrontare le cose come voglio io e smettila di dirmi cosa è giusto o cosa è sbagliato perché questi sono solo affari miei!- prese un profondo respiro, ma dall'altra parte del telefono non arrivò alcuna risposta, -Salutami papà e tutti gli altri, buona giornata- disse infine riattaccando, senza aspettare una risposta. Lanciò il dispositivo ai piedi del letto con un gesto brusco, ma appena esso tocco le lenzuola si mise di nuovo a vibrare. Greg sbuffò e allungò il braccio, si aspettava che fosse ancora sua madre, ma quando riprese in mano il cellulare si accorse che in realtà gli era solo arrivato un messaggio. Lo aprì e nel farlo poté scoprire che il mittente era Cole, il ragazzo che lui ricordava come lo sfacciato pel di carota. All'inizio avrebbe solamente preso a schiaffi quel ragazzino, ma quando lui gli spiegò il motivo di quel comportamento la prima volta al parco, Gregory cominciò a trovarlo divertente e teneramente sbadato.
Non esattamente dell'umore giusto, decise che il messaggio lo avrebbe letto più tardi. Prima voleva schiarirsi le idee su quanto appena accaduto e dopo avrebbe pensato a quella faccenda. Sì, era da maleducati non rispondere subito, lui stesso odiava quando lo facevano nei suoi confronti, ma in quel momento proprio non aveva voglia di pensare ad altro che a quella discussione con sua madre. In fondo aveva esagerato a parlarle con quel tono e ammetteva a se stesso che quando si arrabbiava non era il tipo che riusciva a trattenersi facilmente. Così bloccò il cellulare e lo abbandonò sul materasso, per poi alzarsi e uscire dalla stanza.
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Finally a family
RomanceQuesta è la semplice e tenera storia di una famiglia, di due uomini che hanno deciso di diventare papà e allargare il loro già enorme amore. È anche la storia di un amore che nasce per caso, condiviso da qualcuno con un passato triste, l'altro un pr...