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Gregory volse una rapida occhiata perplessa all'altro e subito dopo gli fece cenno di aspettare lì, mentre lui andava ad aprire la porta. Sorpreso, davanti si trovò la faccia sorridente del fratello, accompagnata da quella della moglie e dei due figli.
-Scusaci per l'irruzione improvvisa, Vivianne insisteva nel volerti fare una sorpresa e...- -per datti la totta!- esclamò la bambina saltellando, indicando il piatto ricoperto dalla stagnola che sua madre stava sorreggendo.
-Ma davvero? È per me? Ma grazie!- esclamò con tono esageratamente sorpreso, sorridendo e prendendo la piccola in braccio, che rise quando Gregory le fece il solletico con i baci.
Poi l'adagiò tra le braccia e portò lo sguardo ai genitori. -Entrate pure... vi devo presentare una persona- disse per poi chiudere la porta appena la famigliola fece quello che gli era stato detto.
Ancora con la piccola in braccio fece per tornare in cucina dove aveva lasciato il ragazzo ma quest'ultimo lo precedette, spuntando dalla porta e avvicinandosi e salutando timidamente i nuovi arrivati.
Gregory posò Vivianne a terra e si avvicinò a Cole, gli sorrise rassicurante e lo prese per mano. Titubante il rosso lo seguì fino a quando poté vedere perfettamente negli occhi i due adulti; la donna aveva lunghi capelli castani lisci come spaghetti e gli occhi del medesimo colore. Un viso dai lineamenti sottili e molto fini, un naso a punta e due labbra rosee ricoperte dal lucidalabbra. L'uomo era alto quasi quanto Greg e aveva i suoi stessi tratti facciali marcati ma gli occhi avevano un colore più sul marrone e il taglio di capelli era più corto: doveva per forza essere suo fratello. In braccio teneva un piccolo bambino di appena due anni che dormicchiava mentre succhiava il suo ciuccio.
-Cole, lui è mio fratello Kevin e lei sua moglie Cassandra. Ragazzi, questo è Cole... lui...- portò per un secondo lo sguardo sul rosso, dubbioso su come avesse potuto definire il loro rapporto, ma poi riportò gli occhi sui due e continuò. -È il ragazzo di cui mi sto innamorando- sorrise alla coppia per poi stringere le spalle del ragazzo, che ricambiò con un sorriso, sviando lo sguardo imbarazzato.
Sul viso dei due si aprì un sorriso, si scambiarono un'occhiata e poi con vero entusiasmo strinsero la mano di Cole.
-Lei è Vivianne e il piccolo qui che ronfa beato è Brandon. Saluta Cole, Vì- disse Kevin, dando un leggera spinta alla spalla della figlia per incoraggiarla, rimasta da parte, attenta e incuriosita dal ragazzo fino a quel momento. Il rosso si abbassò alla sua altezza e le sorrise gentile, cercando di metterla a suo agio.
-Ciao Vivianne- la piccola tirò fuori un sorriso sdentato e timido, facendo ciao con la manina. Il ragazzo ricambiò con lo stesso gesto, intenerito non poco da quel visino paffuto incorniciato dai boccoli castani.
Poi si rimise in piedi e scambiò un sorriso coi genitori.
-È davvero un piacere conoscerti, Gregory mi aveva già parlato di te... e dal modo in cui lo ha fatto, mi sembri un bravo ragazzo- disse la donna. Cole guardò per un attimo il moro, che gli sorrise lievemente. -Oh... grazie- ridacchiò grattandosi la nuca nervosamente. "Bravo ragazzo? Mia madre non sarebbe molto d'accordo" pensò divertito.
-Quindi? Ci offri il pranzo fratellino?- domandò Kevin spezzando quel momento, facendo slalom tra le scatole di cartone e posando il figlio addormentato sul divano.
-Kevin, non fare il maleducato... siamo venuti solo per un saluto e per la torta...- lo rimproverò la moglie, mentre questi la ignorava bellamente, lanciando la giacca sulla testiera del divano per poi sparire in cucina.
-Non preoccuparti Cass, siete sempre i benvenuti qui. Togliti la giacca... questa la prendo io- disse Greg prendendo il piatto dalla sue mani per portarlo in cucina. La donna alzò gli occhi al cielo e appese il giubbotto sull'attaccapanni di fianco la porta d'ingresso, aiutò la bambina a togliere la propria per poi andare a sedersi vicino al figlio.
-Ma... ma tu hai i capelli arancioni e i puntini shulla faccia- disse la piccola, indicandolo e facendolo ridere.
-Già, come una carota con il morbillo- a queste parole la bambina rise di gusto e lo additò divertita. -Shei una carotina!-
-Vì! Ma cosa dici?- -L'ha detto lui!- esclamò innocentemente alzando le braccia al cielo.
-Mi hanno detto di peggio, sono abituato!- ridacchiò insieme alla donna.
-Ti fai una birra con noi, Cole?- chiese Kevin spuntando dalla cucina con due bottiglie in mano. -Oh... non mi va molto adesso... ma grazie lo stesso- rispose sorridendo educatamente.
-Sicuro?- Cole annuì ancora, deciso. -Sicuro sicuro?- divertito fece di sì con la testa.
-Piantala, abbiamo appena finito di fare colazione, Kevin!- Esclamò Greg dalla cucina. -E allora? È sempre il momento per una bella birra fresca!- disse per poi ritornare dov'era Gregory, mentre Cole ridacchiava e Cassandra roteava gli occhi.
-Smettila idiota, lo stai mettendo in imbarazzo- disse a bassa voce, porgendogli un apri bottiglie.
-Lo stavo solo prendendo un po' in giro, tranquillo, maschio alpha!- rispose afferrando l'oggetto e aprendo la bottiglia di birra.
-Non cambi mai.-
-Per fortuna, aggiungerei. Come faresti se non fossi sempre così simpatico, huh?- scherzò prendendo un sorso della bevanda direttamente dalla bottiglia.
-Oh, proprio non saprei!- rispose ironicamente -ma perfavore non esagerare con lui, è molto timido- si mise a braccia conserte, poggiandosi al piano della cucina.
-Sembra un ragazzino- disse con tono improvvisamente serio il fratello, guardandolo negli occhi. Gregory gli diede un'occhiata all'apparenza confusa, ma già sapeva il significato di quella frase.
-Scherzi a parte, quanti anni ha?-
-Diciotto- sospirò, facendo cadere le braccia lungo ai fianchi, mettendo le mani in tasca.
-Cazzo, dici sul serio? Perché non mi hai mai detto la sua età?- esclamò spalancando gli occhi, cercando di contenere il tono basso.
-Perchè è irrilevante e tu non me lo hai mai chiesto.- -Che c'entra!- l'atmosfera si era improvvisamente fatta tesa.
-Finiamola qui, Kevin. Sono solo una decina d'anni e poi non è uno qualsiasi.- -Lo spero per te, Gregory...- prese un lungo sorso di birra, per poi fissare il suolo. -Hai persino deciso di andartene da qui e trasferirti, ritornare a Seattle per lui! Mi stupirei se fosse uno qualsiasi!-
-Abbassa la voce- disse a denti stretti, poi prese un respiro profondo e tornò a guardarlo più serio di prima. -Kevin, qual è il tuo problema?- lo sapeva che c'era altro, che non gli andava giù.
-Problema? Io non ho nessun problema! Sei tu quello che molla tutto e se ne va!- Greg sgranò gli occhi.
-È per questo che sei arrabbiato? Perché finalmente ho deciso di migliorare la mia vita?-
Il fratello passò la mano libera sul viso e prese un respiro profondo, tornando poi a guardarlo negli occhi.
-Sei uno stronzo, lo sai che non intendevo questo... ma al fatto che alla tua famiglia non ci hai pensato!-
-Ti sbagli! Ci penso ogni santo giorno! Come penso alle conseguenze della mia scelta! A quello che sto lasciando ma, andiamo, voi siete i primi ad avermi incoraggiato ad andare avanti, a guardare oltre, a voltare pagina! Adesso lo sto facendo, sento che ne ho bisogno e che sarà meglio per me... Non capisco dove sia il vero problema.-
-Che sei un fottuto stronzo e che mi mancherai!- prese un sorso della bevanda e sviò lo sguardo dal suo. -Siamo abituati a vederci quasi ogni giorno, condividiamo un sacco di cose insieme, Vivianne ti adora... È egoistico da parte di entrambi, questo lo sappiamo bene.-
Gregory afferrò saldamente le sue spalle e lo fece voltare. -Sì, Kevin lo so, ma è quello di cui ho bisogno adesso. In questo momento devo pensare al mio benessere. Non è poca la distanza che ci terrà lontani, è vero, ma ci vedremo ogni volta che vorremo. Lo sai che vi voglio bene e non è facile neanche per me lasciarvi...- Kevin annuì lentamente, sospirando.
-Certe volte sembri proprio un bambino- ridacchiò il fratello maggiore, dandogli delle pacche leggere sulla spalla.
-Lo sai che sei tu quello più maturo dei due, lo sei sempre stato- mormorò accontanando la bottiglia, adesso piena solo per metà. -Devi andare, è la scelta giusta... ma sappi che mi mancherai, stronzo!-
-Anche a me... ma adesso vieni qui!- esclamò Greg per spezzare quel momento, abbracciandolo calorosamente.
Con lui aveva sempre avuto un ottimo rapporto, fin da piccoli avevano imparato a condividere tutto, ad esserci sempre l'uno per l'altro.
-Faremo una festa prima che tu vada via, sappilo!-

-Dov'è Cole?- domandò Gregory tornando in salotto, dove vi trovò Cassandra che coccolava il figlio ancora nel mondo dei sogni e Vivianne seduta che sembrava stesse aspettando qualcosa. -È andato a prendere il gatto, Vivianne ha chiesto di vederlo. Ma è già passato qualche minuto, forse non lo trova.- -Milly! Zio possho giocale con Milly?- esclamò la bambina saltellando euforica. -Ma certo, vado a vedere dov'è e te la porto subito, aspetta qui- le rispose dandole una carezza sulla testa. -Greg posso cucinare io qualcosa per il pranzo?- domandò la donna alzandosi in piedi. -Assolutamente, ci pensiamo noi- aggiunse Kevin entrando in salotto.
-D'accordo, grazie- sorrise e si diresse verso la camera da letto, si chiuse dietro la porta e aprì la cabina armadio.
-Cole? Che stai facendo?- chiese vedendo che il rosso era accucciato a terra, rivolto verso lo scatolone in cui Milly stava pigramente leccandosi una zampa. -Milly non vuole uscire- mormorò con voce sottile, rimanendo con lo sguardo piantato sull'animale.
-La solita pigrona- sbuffò abbassandosi avvicinandosi a Cole.
-Gregory- lo chiamò in un sussurro. Il moro si voltò e lo guardò negli occhi lucidi. -Che cosa...- il ragazzo lo interuppe troncando l'ovvia domanda che stava per fare. -Gregory ho sentito quello che...- ma il più grande lo bloccò, prendendo il suo viso fra le mani. -Cosa hai sentito?- domandò preoccupato, muovendo le dita sulle sue guance con dolcezza.
Cole deglutì abbassando lo sguardo.
-Sarò mai abbastanza per te?- disse un mormorio appena udibile, tirando su col naso.
Il moro sgranò gli occhi -ma che cosa dici?! Certo che lo sei, piccolo!- Cole spalancò gli occhi umidi e li puntò in quelli dell'altro. -Non mi avevi mai chiamato così, questa... questa è la prima volta- sussurrò, per poi far nascere un lieve sorriso sul proprio volto.
Il moro aggrottò le sopracciglia sorpreso e perplesso, -davvero?-
-Sì. Fallo ancora, ti prego- mormorò mordendosi il labbro inferiore, arrossendo. -Sei bellissimo, piccolo- mormorò sulle sue labbra, per poi baciarlo castamente.
-Qualunque cosa tu abbia sentito, ora è tutto risolto- disse staccandosi dalla sue labbra, passando le dita tra i suoi capelli sulla nuca. -Lo sai, credo che, se anche ci fossero più di dieci anni fra di noi, ti avrei incontrato lo stesso e mi avresti fatto innamorare di te comunque.-
Cole sorrise arrossendo -anche io- sussurrò sfiorando le sue labbra con la punta delle dita. Gregory le baciò lentamente e con dolcezza -ora prendiamo Milly e torniamo di là, prima che pensino a chi sa cosa...- mormorò maliziosamente, alzandosi in piedi. -Non so proprio di cosa parli- rise Cole, prendendo in braccio il gatto, che miagolò disturbata.
-Ma piantala brontolona!- esclamò Gregory mentre entrambi tornavano dagli altri.

Il moro si chiuse la porta d'ingresso alle spalle e sfilò la giacca, lasciandola sull'appendiabiti. Era appena tornato dal lavoro: aveva avuto il turno quel pomeriggio. Dopo pranzo la famigliola era tornata a casa perché avevano in programma degli impegni e Gregory doveva lavorare.
Cole conobbe i suoi nipotini e li trovò assolutamente adorabili, non ricordava di andare così d'accordo coi bambini... soprattutto dopo aver conosciuto William, che ogni volta che provava ad avvicinarsi lui scoppiava in lacrime! Invece Brandon si era lasciato prendere con facilità, riuscendo persino a farsi strappare un sorriso quasi sdentato. Ora sì che poteva cominciare a farsi strane idee su quando anche lui un giorno avrebbe potuto avere un figlio... ma quello era successo probabilmente più a Gregory.
Si tolse le scarpe e le lasciò nella scarpiera all'entrata, poi mise le pantofole e si guardò attorno in cerca del ragazzo, che sembrava non averlo sentito arrivare. Si diresse verso il salotto e lo trovò rannicchiato sul divano che dormiva abbracciato ad un cuscino. Sorrise intenerito e prima di raggiungerlo passò in cucina, dove poté assicurarsi che aveva mangiato grazie alle stoviglie lasciate ad asciugare sul piano della cucina accanto al lavello. Erano le due di notte passate e anche se aveva mangiato poco nella pausa, non aveva fame.
Tornò in soggiorno, baciò la nuca di Cole e, cercando di non svegliarlo, lo prese tra le braccia per portarlo a letto. Il rosso mugolò il suo nome e quando venne adagiato sul materasso sfarfallò le sopracciglia e lo guardò sorridendo. -Volevo aspettarti sveglio ma credo di essermi addormentato tipo... due ore fa- ridacchiò, mentre Gregory si sedeva accanto a lui, divertito.
-Domani dovrò tornare a casa, mi ha chiamato mia madre prima...-mormorò abbattuto, facendo il labbruccio. -Ti porterò io nel pomeriggio presto, ho il turno solo la sera- rispose il più grande, facendo passare le dita tra i capelli del suo ciuffo rosso. -Ok- annuì rilassandosi a quel dolce tocco.
-Tra due settimane inizierò il trasloco- lo informò, sorridendo.
-A fine novembre?- chiese entusiasta, riaprendo gli occhi. -Esatto, ti va di aiutarmi con tutta questa roba?- fece cenno a tutte le scatole messe qua e là.
-Ovviamente, non vedo l'ora!- esclamò tirando su il busto per baciarlo sulle labbra. -Anche io- sorrise sulle sue labbra, ricambiando le attenzioni.
-Ora dormi, domani voglio portarti a fare colazione in un bel posto.-
-È un appuntamento?- chiese il più piccolo sorridendo, poggiando la testa sul cuscino.
-Il primo dei tanti. Buona notte, piccolo- mormorò baciandolo, per poi alzarsi e lasciare che si riaddormentasse.

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