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-Grazie- sussurrò afferrando la tazza di the caldo che il più grande gli stava porgendo. Il profumo dell'infuso al gusto di frutti di bosco gli riempì le narici e lui sorrise appena, stringendosi con la mano libera nel plaid con cui era seduto sul letto di Gregory. Quest'ultimo gli si accomodò accanto e con movimento delicato lo prese per la spalla, facendogli appoggiare il corpo sul proprio. Cole si accoccolò e lo baciò sul mento leggermente ruvido, facendolo sorridere.
-Allora? Mi racconti o no com'è andata oggi?- riprese l'argomento, sviato già troppe volte per i suoi gusti quel pomeriggio. Cole, con lo sguardo perso ad osservare il liquido bollente nella tazza, quasi sussultò nell'udire quelle parole.
-Bene, è filato... tutto liscio. Nessuno ha badato all'altro. Io ho fatto il mio lavoro e lui il suo- mentì, consapevole che quella non era affatto la scelta giusta. Ancora, dopo l'intera giornata, non se la sentiva di dirgli del bacio di Travis e della sua confessione. C'erano troppe cose che ancora doveva realizzare completamente e quando ciò sarebbe accaduto non avrebbe esitato a parlare.
-Bene! Non preoccuparti, finirà in fretta e poi...-
-Posso avere un po' di zucchero?- cambiò volutamente argomento, dopo aver assaggiato il the ed aver constatato che non era abbastanza dolce per le sue papille gustative.
-Certo, non devi nemmeno chiedere... quanti cucchiaini?-
-Faccio io, grazie- e si alzò.

Cole sospirò, si rimise dritto e si massaggiò la schiena dolorante, mentre una smorfia cresceva leggera sul suo volto. Aveva appena finito di pulire l'ultimo banco ed ora aveva decisamente bisogno di una bella pausa.
Proprio in quel momento entrò nell'aula Nolaan che li richiamò con voce autoritaria. -Ehi, voi due! Ho bisogno che andiate al piano terra, giù in auditorium, ho un gran mal di testa e l'ultima cosa che voglio è sentire il baccano di quelli del corso di teatro. Dovete solo pulire le tribune, le scope sono nello stanzino dietro le quinte. Al resto ci penserò io domani, prima di quel dannato spettacolo- borbottò qualcosa di incomprensibile e poi tornò ai corridoi.
Cole si voltò verso Travis, che intanto andava a mettere a posto i prodotti e il rotolo di scottex sbuffando. Prese il suo esempio e insieme uscirono dall'aula per dirigersi alle scale che portavano al piano di sotto.
-Quelli sono tutti degli sfigati- farfugliò il biondo, che aveva taciuto fino a quel momento.
Una volta giunta la loro meta, un grande e spazioso luogo dove si tenevano spettacoli, riunioni, presentazioni e piccoli eventi, dentro vi trovarono molti studenti del corso e non e alcuni insegnanti. Uno di questi, quello di recitazione, li guardò interrogativo mentre entravano, catturando l'attenzione di molti.
-Ci scusi...- "Dio, che vergogna!"
-Siamo in punizione e... dovremmo pulire il pavimento.-
-Fate quel che dovete, ma non distraete i miei ragazzi- disse astioso il professore, dopo averli squadrati da capo a piedi. Alcuni studenti ridacchiarono e presero a parlottare fra loro, altri li guardarono mentre, a testa bassa, cominciavano il loro lavoro.

"Chi è lo sfigato adesso, eh Travis?" pensò divertito Cole, ignorando completamente i curiosi, mentre il biondo si tratteneva dal tirare qualche insulto. Non era abituato ad essere umiliato; lui era uno di quelli che a scuola erano popolari, uno che si faceva rispettare.
L'insegnante di recitazione ottenne di nuovo l'attenzione generale con qualche battitto di mani e le occhiatine e i mormorii cessarono quasi del tutto.
M

entre andavano su e giù per i soppalchi dove prendevano posto gli spettatori, ascoltavano i monologhi e le battute dei giovani attori recitare l'opera "Romeo e Giulietta", il prof di recitazione andava sempre sul classico, Cole ne aveva già viste molte di recite dirette da lui.
-Meraviglisoso, Jonathan! Ora proviamo con la musica; Hoffman, Brown e Dott salite e mettetevi in posizione.-
Cole si voltò in tempo per vedere Gabe ed il suo violino salire sul palco seguito da due ragazze con lo stesso strumento e posizionarsi in un angolo.
Si fermò e rimase a guardare, mentre le parole di quel Jonathan e il suono dei violini iniziavano a riempire l'aria. Ne rimase incantato, se c'era una cosa che amava quella era la musica classica dal vivo. Quelle dolci note sembravano aver rapito anche Travis, che prima buttò l'occhio sul palco, per poi farlo cadere sulla figura non troppo lontana di Cole.
Deglutì a vuoto, rimanendo a fissare il suo profilo, la bocca semi aperta e i suoi grandi occhi estasiati. Era così bello.
Tornò a guardare il palco, ma questa volta l'attenzione era tutta rivolta a quel Gabe, che per la sua bravura spiccava di più delle due ragazze.
Gabe. Quello che si era da poco dichiarato gay, che al contrario suo aveva avuto il coraggio di accettarsi.

Finally a familyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora