15.

361 16 0
                                    

-Daniel! Alza quel sedere e vieni ad aiutarci, stiamo facendo tutto io e Greg!- esclamò il biondo, in evidente difficoltà nel sorreggere una pesante scatola. Daniel si stiracchiò come avrebbe fatto un ghiro che ha appena finito il letargo e lo guardò con occhi assonnati. -Eddai, mi sono appena svegliato... voi mattinieri state facendo un fracasso terribile!- biascicò ora seduto sul bordo del letto, stropicciandosi gli occhi con una smorfia.
-Non ci stiamo mica divertendo! E abbiamo davvero poco tempo per svuotare la camera, quindi, mi dispiace se ti abbiamo svegliato, ma adesso muoviti perché se no...- Daniel lo raggiunse in pochi secondi e gli tappò la bocca con un bacio profondo e inaspettato, ficcandogli senza troppi complimenti la lingua in bocca. Il biondo barcollò all'indietro in difficoltà di equilibrio, ma senza respingere il corpo dell'avventore. In bilico con le labbra del marito sulle sue e con uno scatolone pesante tenuto sotto al braccio destro, non riuscì a non farsi scivolare via il peso, che toccò il pavimento con un fortissimo tonfo. Mark sussultò ma Daniel non gli permise di interrompere il contatto, approfondendolo di più. Indietreggiarono verso il letto avvinghiati e, senza smettere di baciarsi, caddero sul materasso. Il corvino portò entrambe le mani sul sedere del compagno appiccato sopra di lui, mentre quest'ultimo, combattuto e in un'inutile ricerca di buona volontà per metter fine a quell'effusione, sospirò di piacere.
Continuarono a toccarsi finché un forte colpo di tosse non richiamò la loro attenzione -non vorrei disturbare ma... qui il tempo passa e tutta quella roba non si porta su in soffitta da sola-
I due quasi saltarono per l'improvvisa entrata del corvino, che ora se ne stava sulla soglia della porta della camera da letto con una scatola in mano. Mark, che aveva il sedere esposto ma per fortuna la maggior parte ancora nelle mutande, imbarazzato si sistemò i pantaloni e si alzò in piedi con un veloce scatto, mentre Daniel ridacchiava divertito.
Greg sparì trattenendo le risate, Mark si voltò verso il marito e lo guardò con sguardo truce -ma dico, ti sembra il fottuto caso?! Approfittartene in questo modo della mia scarsa forza di volontà per non fare i mestieri?!- Daniel scoppiò a ridere, facendo solo arrabbiare ancora di più l'altro -i miei baci fanno questo effetto su di te mio dolce tesoro?- lo prese in giro, ottenendo in cambio soltanto un'altra occhiataccia.
-Vedi almeno di venirci ad aiutare per favore!- col viso rosso di rabbia e non solo, ritornò dove aveva lasciato lo scatolone, fece per raccoglierlo ma la presa sul suo braccio dell'altro lo fermò. Mark si voltò guardandolo storto -Lascia, questa la porto io- disse il corvino dolcemente, donandogli un bacio leggero sulla tempia. Mark trasformò il viso corrucciato in un lievissimo sorriso, annuì e si rialzò, uscendo dalla stanza.
"Prima finiamo e prima scopiamo" pensò, raccogliendo tre scatole alla volta.

"Mi piacciono i gattini?! Seriamente Cole?! Ma che hai nella testa?" Aveva pensato, rileggendo quel messaggio ormai inviato. E ora, dal finestrino, poteva vedere la grande villa che si alzava sopra di lui.
Scese dall'auto di Eddie, un taxi che usava per lavorare e accompagnarlo ovunque, e lo salutò con la mano guardandolo ripartire. Si voltò, trovandosi davanti alla facciata bianca e ampia di quella grande casa circondata da un piccolo giardino rigoglioso, lui nemmeno ce lo aveva un giardino e quella casa era praticamente il quadruplo della sua, forse di più. Attraversò il sentiero di ciottoli e ghiaia che conduceva a una corta scalinata che finiva con una porta in legno scuro. Si guardò intorno un paio di volte, poi prese un profondo respiro e sollevò il braccio, direzionando la mano verso il campanello. Premette il bottone e aspettò, fino a che la minuta figura di Mark non si palesò da dietro la porta.
Con un sorriso lo invitò ad entrare e così fece, timidamente e un po' imbarazzato. -Posso offrirti qualcosa Cole?- Chiese il biondo, conducendo lui e il ragazzo verso il salotto. -Oh, no, grazie prof...- sorrise guardandosi intorno; il salotto era spazioso e arredato con mobili vintage, a partire dalle tende e a finire con il grande tappeto.
-Allora da oggi avrò l'onore di tenere nella mia casa una tua opera... sono contento che Greg abbia avuto questa idea e soprattutto che abbia chiesto a te di realizzarla!- disse Mark, posando una mano sulla sua spalla, la cosa buffa era che Mark era più basso di lui, perciò poteva solo guardarlo dal basso. Cole rise e, modestamente, disse che non era niente di che e che lo faceva con piacere.
-Bene, puoi cominciare subito, è già tutto pronto. Seguimi, ti mostro la camera- sorrise e fece strada, salirono le scale fino a trovarsi di fronte ad un corridoio, Mark indicò una porta bianca. -Quella è la camera degli ospiti, mentre questa è quella del bambino, è facile confondersi, ricordati che la prima è a destra e l'altra a sinistra- Cole annuì, anche se nella sua testa c'era solo l'immagine del corvino... non vedeva l'ora di vederlo e stava impazzendo, dove diavolo era?
E, come ad avergli letto nella mente, dalla porta di destra comparve Greg, che sorrise alla vista del ragazzo. -Ciao! Ti stavo aspettando- lo salutò con entusiasmo, aveva un sorriso enorme ad illuminargli il viso. Cole arrossì e ricambiò, sorridendo timido.
Mark aprì l'altra porta e i tre entrarono nella stanza; era completamente vuota tranne per una sedia al centro e appoggiata sul pavimento c'era una copertura in cellophane.
Cole guardò attentamente le pareti e valutò che il progetto che aveva in mente si poteva tranquillamente realizzare. Poggiò per terra accanto alla porta lo zaino e ricevette tutte le informazioni da Mark, mentre Greg ascoltava. -Mi affido a te e alla tua bravura, non ho in mente nulla quindi ho pensato che avresti potuto scegliere tu cosa raffigurare su questa parete, ricordati solo che un metro a partire dal pavimento è occupato dal letto mentre quell'angolo dall'armadio. Comunque la grandezza, tenendo conto di questi fattori, puoi sceglierla a seconda di come è più comoda per te- Cole ringraziò e Mark, dopo avergli augurato buon lavoro, lo lasciò lavorare, mentre Greg rimase.
-Hai già deciso che cosa disegnare?- Chiese, avvicinandosi al rosso, ora accucciato per terra in cerca del materiale nel suo zaino. Smise di cercare e sollevò il viso, guardandolo negli occhi pece. -Sì... be', non è un'idea molto originale, ma almeno so di andare sul sicuro, per una cameretta direi che può andare bene- riprese a cercare e, quando trovò quello che gli serviva, si rimise in piedi. -Posso sapere che cos'è?- -Ehm... avevo pensato di riempire la parte della parete con un universo... stelle, pianeti, galassie... è una cosa che ho già fatto quindi credo che non troverò troppe difficoltà- tra le mani aveva un quadernino dal quale uscivano fogli e fogliettini di ogni tipo. Cole lo aprì e lo porse aperto a Greg, il quale subito sgranò gli occhi per il bel disegno che occupava l'intera pagina. -Wow è bellissimo! Sei molto bravo e poi mi piace tanto quest'idea- esclamò, esprimendo tutta l'ammirazione che provava, mentre Cole ringraziava imbarazzato, al settimo cielo nel ricevere dei complimenti proprio da lui.
-C'è percaso qualcosa di cui hai bisogno? Colori, materiale...- chiese Greg riporgendogli il quaderno, era davvero inesperto in quel campo e non aveva idea di cosa si potesse usare per realizzare un qualsiasi dipinto sul muro, quindi rimase sul vago. -No, no... dovrei avere tutto... non qui, ma nei prossimi giorni lo porterò- Sorrise il rosso, rimettendo il quaderno nello zaino stracolmo di oggetti vari di cui Greg nemmeno sapeva l'esistenza.
Il ragazzo poi prese un metro e con l'aiuto del più grande riuscì a prendere le misure sul muro, facendo una specie di riquadro a matita per racchiudere il disegno. Mentre Greg teneva fermo il metro, Cole tracciava i contorni della squadratura, avvampando ogni volta che il corvino si trovava a pochi centimetri dal suo corpo. Cercando di distrarsi e di riempire quel silenzio (solo per lui) imbarazzante, cercò di farsi venire alla mente un qualsiasi argomento di cui parlare. Per fortuna, seppur molto banale, lo trovò. -C-Comunque... scusami ancora per... ehm, il messaggio... cioè, della foto- ridacchiò nervosamente, -che ti ho inviato per sbaglio...- il corvino rise e alzò lo sguardo, spostandolo dal muro al suo viso -Non devi scusarti... e poi era divertente, assomigliava alla mia gatta.- Cole lo guardo con l'invidia negli occhi -Aw lo vorrei tanto anch'io un gattino...- e nella lista immaginaria delle cose che doveva scoprire su Greg, scrisse che lui aveva un gatto. "Quindi se un giorno sposerò quest'uomo oltre ad avere lui avrò anche un gatto?" Pensò fantasticando e facendosi film mentali. "Magnifico quanto impossibile" aggiunse la sua parte super positiva, ironicamente parlando.
Greg rise ancora per il tono sognante che aveva usato, quel ragazzo lo metteva di buon umore e gli piaceva quel suo essere un po' un combinaguai con la testa fra le nuvole. Cominciava a considerarlo più che come un conoscente, voleva essere suo amico, era una persona per lui interessante.
Dopo aver finito di aiutarlo Cole gli disse che da ora in poi poteva fare tutto da solo e a quel punto Greg, non sapendo cosa fare, decise di restare a guardare e, per farlo al meglio, si sedette sull'unica sedia al centro.
Cole cercò di concentrarsi e fare il disegno preparatorio sulla parete, anche se gli risultava difficile a causa della presenza del corvino.
Per l'ennesima volta si voltò verso di lui, che lo guardava da nemmeno due minuti. -Ti do fastidio?- domandò il più grande, notando il suo comportamento. -No, no! È che... ehm... quando disegno di solito non c'è nessuno con me... quindi...- Cole arrossì di più mentre Greg fece per alzarsi dalla sedia -mi dispiace, se ti distraggo ti lascio da solo... effettivamente, ora che ci penso, mi sembrava di essere un avvoltoio...- rise e si diresse all'uscita della stanza -se hai bisogno di qualunque cosa non farti scrupoli, vieni pure a chiamarmi- Cole annuì incerto e l'altro gli augurò buon lavoro, per poi uscire definitivamente dalla camera.
"Sei un idiota, Cole! Un vero idiota!" Si schiaffeggiò la faccia mentalmente e imprecò in silenzio. "Ok, non fa niente, almeno adesso posso lavorare sereno..." cercò di vedere il lato positivo, ma inutilmente "No! Dannazione, dovevo parlare con lui! Dovevo conoscerlo!" Passò un minuto intero a pensarci, pentendosi di averlo fatto andare via.
Poi, vedendo il tempo che stava sprecando, decise di smetterla e di concentrarsi sul lavoro. Impugnò la matita e continuò a farla scorrere sulla superficie bianca, segnando e delimitando i punti che per prime avrebbe colorato.

Finally a familyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora