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-Daniel prendi quel mascalzone! Si sta infilando sotto l'albero!- urlò Mark per farsi sentire, mentre stava in piedi su una sedia davanti all'altissimo albero di Natale per appendere le palline oro e argento sui rami più alti. William intanto si divertiva a svuotare tutti gli scatoloni lanciando addobbi e palline ovunque per tutto il pavimento, ed ora stava persino andando ad infilarsi sotto l'albero.
Mentre quello scansafatiche di suo marito era chissà dove, lui doveva fare mille cose contemporaneamente; addobbare l'albero, controllare il bambino, cercare di non perdere l'equilibrio per non cadere dalla sedia e spaccarsi tutti i denti e dare un occhio di tanto in tanto al forno con cui stava cucinando la crostata di mele! Assurdo, dove diamine era suo marito quando serviva?!
-Daniel! Cristo Santo!- urlò un'ultima volta prima di mollare tutto, scendere dalla sedia stando attento a non calpestare qualche pallina e cadere, prendere il piccolo che stava gattonando intrufolandosi sotto l'albero e andare a cercare quel pezzente.
Ma non lo trovò da nessuna parte fino a quando non passò vicino alla porta che si apriva nel garage e sentì il forte rumore di un trapano mischiato a quello della musica. La aprì con velocità fulminea e vide il marito di schiena con solo i pantaloni e le scarpe addosso, con che coraggio viste le basse temperature di dicembre, che in mano aveva il dannato trapano mentre era circondato da assi di legno. La radio collegata alla cassa mandava "Don't let me down" dei Beatles e il volume era altissimo. Mark prese un respiro profondo per calmare i nervi che gli venivano ogni qual volta che suo marito faceva cazzate di quel tipo e, col piccolo agitato fra le braccia, tirò un forte coppino al moro. Quest'ultimo, che stava per sollevare il braccio e fare ripartire il trapano, sobbalzò voltandosi di scatto, preso di sorpresa.
-Ahia!- esclamò mollando l'attrezzo per terra, massaggiandosi la nuca e guardandolo storto, ottenendo solo uno sguardo truce.
-Cosa stracazzo stai combinando?!- gridò per farsi sentire al di sopra della musica. Daniel aggrottò le sopracciglia a dir poco confuso ma soprattutto spaventato, quando Mark faceva così l'unica cosa che gli rimaneva da fare era stare zitto e obbedire. Fece un passo verso lo stereo e premette il tasto per spegnerlo, poi si girò guardandolo in attesa che la furia gli si abbattesse contro.
-Daniel non hai nulla da dire?- chiese irritato il biondo, sollevando una sopracciglia senza cambiare l'espressione incazzata.
-Credevo che stare in silenzio fosse una strategia valida per scampare alla tua ira, ma ora ho qualche dubbio...- mormorò massaggiandosi la parte colpita il quale si stava arrossendo.
-Mi prendi per il culo?!- sfortunatamente per Daniel la sua rabbia era più forte della risata che si sarebbe fatto nel sentire quelle parole.
-Non sarebbe una cattiva idea... magari ti dai una calmata- rispose divertito il moro.
-Farò finta di non aver sentito e te lo chiederò di nuovo: cosa stai combinando?!- chiese con tono incontrollato, facendo un passo avanti verso di lui, senza badare al piccolo tra le sue braccia che si agitava sempre di più. Daniel sgranò gli occhi e indietreggiò, ragionando sul fatto che in effetti era stato stupido iniziare il lavoro mentre Mark era nei paraggi... ma Natale era alle porte e mica poteva sbatterlo fuori di casa con una stupida scusa per almeno due giorni!
-Io... non sto facendo niente, perchè ti arrabbi tanto... che ti prende?- è vero, stava facendo tanto, troppo baccano, ma che bisogno c'era di arrabbiarsi per così poco?
-Ti avevo chiesto di tenere d'occhio William mentre io ero occupato con l'albero, ma tu hai preferito farti gli affari tuoi e andare a giocare a fare il boscaiolo!- non aggiunse "sexy" perché se no quello avrebbe dimenticato tutto il resto della frase.
-Non credevo che la mia presenza fosse essenziale... te la stavi cavando benissimo da solo, credevo che non sarebbe successo niente se avessi fatto altro.- Quella era forse la risposta più "acchiappa-schiaffi" (chiamava così le cavolate che certe volte gli uscivano dalla bocca e che facevano immancabilmente irritare Mark) che avrebbe mai potuto dare. Ma era la pura e sola verità e quel momento sembrava perfetto per approfittarsene e continuare il proprio lavoro.
-Cretino, evidentemente no! Non posso fare seicentomila cose da solo, non sono mica un piovra con otto braccia!- esclamò per poi prendere un respiro profondo, alzando gli occhi al cielo.
-Mi dispiace, pensavo davvero che non ci fosse bisogno di me- disse avvicinandosi e abbassando il capo per guardarlo negli occhi dove ora l'incendio si stava spegnendo.
-Sei il solito...- mormorò fecendo cadere per un momento l'occhio sulle sue labbra. -Ma ti perdono perché messo così sei incredibilmente sexy- soffiò sulla sua bocca, sfiorandola appena con la propria. Poi sgranò improvvisamente gli occhi e si allontanò dal marito con uno scatto.
-Oh merda, la torta!!- esclamò spezzando fastidiosamente quel momento caloroso tra loro due, correndo in cucina.
Daniel ridacchiò scuotendo la testa, poi decise di accantonare la falegnameria per un momento e andare ad aiutare il marito con quel benedetto albero.

Finally a familyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora