7.

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-Non sono mai stato con una donna, cazzo, che schifo!- esclamò Daniel, facendo scoppiare a ridere gli altri due, mentre lui intensificò quell'esagerata espressione di disgusto.
-Primo anno di liceo, io scommisi che nessuno dei due si sarebbe mai fatto una ragazza e invece tu il contrario, ma solo perché eri sessualmente confuso e credevi di essere etero- scoppiò a ridere per l'assurdità che aveva appena ricordato. Daniel roteò gli occhi e s'impose di non ridere, anche se ci stava davvero mettendo tutte le forze possibili. -Così, per provarmi che eri etero, sei andato a letto con Melissa! Non ti ricordi?-
-No che non mi ricordo... e chi cappero è 'sta Melissa, adesso?- alzò la voce, in totale sincerità lui non si ricordava un bel niente di tutta quella stupida vicenda.
-Daniel, non mi avevi mai detto che sei stato con una donna...- s'intromise Mark, che ascoltava i due allattando il figlioletto tra le sue braccia.
-Perché non è vero! Cioè, è vero, ho avuto una fidanzata, ma non siamo durati nemmeno due settimane e con lei non ci sono mai andato a letto!-
-Che bugiardo! Melissa mi aveva detto un sacco di altre cose...- disse con malizia, attirando un'occhiataccia da parte del corvino. Ma all'improvviso sgranò gli occhi e, come un fulmine che illumina per un breve istante il cielo, si ricordò ogni cosa.
-Un momento... ora ricordo tutto!- non fece in tempo a finire la frase che scoppiò in una risata incontenibile. Rise talmente tanto che gli altri due cominciarono a preoccuparsi, chiedendosi se riuscisse a respirare.
-Melissa ti aveva detto che ero stato a letto con lei, vero?- riuscì a chiedere tra le risate. Gregory, confuso, annuì.
-Le dissi che le avrei dato metà della ricompensa se ti avesse mentito dicendoti che me la sono fatta!- un'altra fragorosa risata riempì il silenzio che si era creato. Gregory era allibito e guardava l'amico con uno sguardo omicida. -Che figlio di...- -Attento a quello che dici, c'è un minorenne qui!- rise a crepapelle Daniel.
-Dio, non posso credere di essermi fatto fregare da te!- esclamò inorridito, quei dieci dollari li avrebbe volentieri usati per farci qualcos'altro! -Ed io che credevo che ti eri venduto per così poco... e con una donna, per giunta!-
-Eddai, eravamo piccoli e ingenui ragazzini! Io più furbo di te ma... entrambi eravamo degli stupidi!-
L'ilarità generale venne interrotta dal pianto di William, Daniel smise di fare l'idiota e venne in aiuto del marito. Gregory dimenticò perché si era appena alterato e si godette quella visione adorabile, guardandola con un po' di malinconia e tristezza. Ci era andato così vicino ad avere una famiglia come quella, ma tutto era svanito in un soffio, sparito, come se non fosse mai realmente esistito. Perché ora era solo un'anima che vagava in silenzio, con un rimorso nel cuore. Anche dopo quasi un anno dall'accaduto, non riusciva a ricominciare e ad andare avanti. Ci provava, ma il pensiero di lui lo rendeva debole e avvilito. Non si sentiva più nessuno senza di lui, era perso.
Mark si accorse del sorriso dolce che, come un fiore delicato che sboccia in primavera, ora aleggiava sul viso non più contorto di Gregory. Ricambiò il sorriso, accompagnandolo ad un esplicito gesto con la mano di avvicinarsi. Gregory non se lo fece ripetere due volte, accettando di tenere il bambino e di provare a cullarlo. William, che fino a quel momento non aveva smesso di piangere, smise immediatamente di farlo, trovandosi spaesato tra delle braccia che non erano quelle dei suoi papà.
-Dovremmo chiamarti più spesso!- scherzò Mark, vedendo il figlio ora tranquillo tra le braccia di Gregory. Quest'ultimo sorrideva, per poco non si commosse. Dopo un lungo minuto di silenzio, Mark parlò senza neanche rendersene conto. -Io e Daniel lo amiamo così tanto...- Ma lo disse con orgoglio, mentre Daniel annuiva e accarezzava la testa delicata di Will.
-Si vede... siete così uniti, anche William deve amarvi moltissimo.-
Si sedette sul comodo divano col piccolo in braccio, gli altri due presero il suo esempio, spaparanzandosi su quello di fronte.
-Non hai mai pensato a come sarebbe avere un figlio?- Chiese Mark, che appoggiò la testa sulla spalla del marito. Gregory non alzava gli occhi, adesso con un evidente luccichio, cercando di nasconderli.
-Ogni secondo della mia vita- il biondo fu attirato da quella risposta ambigua detta con un velo di tristezza, tirandosi a sedere per guardarlo meglio. Ma Gregory non sembrava voler sollevare il capo, rimase a fissare le guance paffute del bimbo che stava cullando.
Prese un profondo respiro e nel farlo sollevò per un istante lo sguardo. Gli altri due si accorsero dei suoi occhi lucidi, capendo così che qualcosa non andandava.
-Greg?- lo richiamò l'amico, Gregory tirò su col naso e una lacrima scivolò sulla sua guancia fino a raggiungere le sue labbra. -Scusate- con la mano libera si asciugò alla velocità della luce la parte di viso, cercando di non far ricadere lo sguardo su quello dei due amici.
Mark si alzò seguito dal corvino, si avvicinò a Gregory e gli posò con delicatezza una mano sulla spalla. Gregory ridacchiò sentendosi uno stupido ed emotivo piagnucolone. -Non è niente... solo un brutto e vecchio ricordo.-
-Un brutto e vecchio ricordo non può farti piangere così all'improvviso.- mormorò Mark, come al solito era l'unico bravo con le parole e riusciva a prendere con delicatezza e pacatezza anche la più cattiva delle persone. Come faceva, nemmeno Daniel riusciva a capirlo, ma quando parlava in quel modo lo trovava così affascinante e estremamente dolce.
Il biondo spostò la mano e la depositò sulla sua testa pungente a causa dei capelli corti. Gregory finalmente lo guardò negli occhi, gli sembrò quasi di vedere un angelo dagli occhi grigi che lo stava portando alla realtà.
-È successo quasi un anno fa... e credo che sia arrivato il momento di parlarne con qualcuno, perché finora non l'ho mai fatto con nessuno, tranne che con i miei genitori.- Passare delle ore steso su un lettino, con affianco una persona che ti fa domande personali prendendo appunti lo aveva preso in considerazione, perché sapeva che parlarne lo avrebbe fatto stare meglio.
Mark e Daniel c'erano sempre stati, anche quando non si sentivano per lunghi mesi sapeva che su di loro poteva sempre contare. Così iniziò il suo triste e lento racconto di una parte indimenticabile della sua vita. Guardò per un istante il faccino delicato del bambino che stava tenendo in braccio, poi sollevò il capo, facendo perdere lo sguardo nel vuoto e parlò. -Siamo stati insieme quasi cinque anni, lo conobbi circa sei anni fa. Io amavo lui e lui amava me.- Prese un respiro profondo, Mark si sedette sul bracciolo del divano mentre Daniel fece lo stesso, ma accanto a lui, accarezzandolo sulla spalla per incoraggiarlo.
-Una sera stava tornando a casa da un turno di notte, mentre io ero a casa ad aspettarlo. Lui era sano, lucido, stava sempre attento quando guidava, la sua sembrava un'ossessione. Quando un pazzo ubriaco me lo portò via. Gli venne addosso, facendo capottare l'auto e facendogli subire delle lesioni letali su tutto il corpo. Lui morì sul colpo. Da quel giorno, da quando Liam è morto, non sono più riuscito a riprendermi dal dolore.- Mark portò una mano alla bocca chiusa, trattenendo i possibili singhiozzi che solitamente lo pervadevano quando si commuoveva in quel modo. Daniel era rimasto in silenzio ad ascoltare, non sapeva cosa dire o fare.
Le guance di Greg erano rigate da alcune lacrime, la sua voce tremava insieme alle sue labbra. Abbassò gli occhi scontrandoli con quelli chiari di William, il quale se ne stava tranquillo a esplorare con una manina il suo mento ruvido dalla pochissima barba. Gregory per un istante si perse in quei pozzi azzurri, lo fecero sorridere e gli diedero il coraggio di continuare. -Lui diceva sempre che qualunque cosa ti succeda devi sempre guardare avanti e non abbatterti mai. Ma come, se in testa ho solo lui?-
Daniel cedette e lasciò che il suo istinto di padre e protettore prendesse il sopravvento, abbracciando con forza il suo vecchio e migliore amico.
-Perché non mi hai mai detto niente, stupido!- lo rimproverò, gli aveva raccontato una volta di un certo Liam nella sua vita, ma non era mai sceso nei particolari. Era un tipo riservato, uno che si teneva dentro i mali più atroci e che non riusciva ad aprirsi con nessuno, neanche col suo migliore amico.
Gregory ridacchiò e si asciugò velocemente le lacrime, era la prima volta, dopo tanti mesi, che piangeva, parlarne gli aveva fatto ricordare di avere un cuore.
Mark si aggiunse a quell'abbraccio di conforto, gli era scappata una lacrimuccia. -Mi dispiace tantissimo, Greg. Se può farti stare bene, noi siamo qui per darti supporto quando ne hai più bisogno.-
-Grazie, Mark. Parlarne con voi mi ha già fatto stare meglio... scusate se vi ho praticamente rovinato la serata con la mia squallida e triste vita- aveva ancora attaccato, come farebbe una cozza sul suo scoglio, il corpo di Daniel.
-Non dire stronzate!- si staccò dall'abbraccio e gli tirò una manata sulla testa, ecco tutta la pacatezza possibile che Daniel riusciva a metterci! Mark stava per rispondere in maniera più moderata e gentile, ma la "delicata" risposta di Daniel lo precedette. Gregory soffocò un ahia ma si mise comunque a ridere per la reazione di Dan.
-So di cosa hai più bisogno ora!- i due si girarono verso colui che aveva appena parlato. Mark sorrise e continuò. -Hai bisogno di fare esperienze e dimenticare il dolore. Scommetto che è questo che direbbe Liam, lui non ti vorrebbe vedere triste e abbattuto, ma ridere e stare bene! Perciò, mio caro Greg, fidati di me e fa ciò che ti dico... scoprirai che piangersi addosso non servirà a nulla.- Daniel annuì, Gregory spostò lo sguardo da uno all'altro svariate volte; sembravano due complici e ammetteva che facevano davvero paura. L'unico a tranquillizzarlo veramente era William che lo guardava con due paia di occhi pieni di curiosità. -È vero, è questo che lui vorrebbe... ma non ho mai avuto il coraggio di fare nulla per dimenticare, che cosa dovrei fare di preciso?- In realtà sapeva benissimo cosa gli avrebbe fatto dimenticare il dolore, sapeva che la soluzione migliore era trovarsi qualcuno da amare. Ma era così difficile "rimpiazzare" una persona, era questo che voleva? Lui voleva solo Liam, solo i suoi occhi chiari e il suo sorriso dolce, non un'altra persona.
Ora, però, era curioso di vedere che cosa si sarebbero inventati quei due...
Mark fece un sorriso pieno di furbizia, accompagnato da quello di Daniel.
-Lo vedrai.-

***

Devo smetterla di far passare ai miei personaggi delle tragedie, sono senza cuore! Ma non lo faccio apposta, sono il mio cervellino e la mia mano a fare tutto! Comunque, si sa, dopo una tempesta c'è sempre l'arcobaleno e il piccolo Greg troverà il suo! <3
Scusate se sono un po' tanto uscita dalla vecchia trama, ma mi sembrava una buona idea aggiungere qualcosa alla storia... spero continui a piacervi, perché ho in serbo per loro tante cose! :3

Finally a familyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora