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-Wow Willy, sembra che si stiano dando da fare i tuoi papà...- scherzò il corvino, guardando il bambino dall'alto intento a ciucciarsi le dita.
Aveva chiaramente sentito più di un gemito piuttosto alto, fin dalla sua camera. -Ci andiamo a fare un giro, che dici piccolo?- si alzò, scrisse su un foglietto che era uscito con Will, lasciandolo davanti la porta così che l'avrebbero visto subito. Un messaggio al telefono avrebbe potuto disturbarli con il suono della notifica... così optò per la vecchia maniera.
Prese il passeggino e uscì dall'abitazione, diretto verso il parco: un posto tranquillo sia per i suoi pensieri che per il piccolo.
Poi gli venne improvvisamente in mente il viso di Cole e non ci pensò due volte a chiamarlo.
Innanzitutto aveva delle cose da mettere in chiaro su la loro appena cominciata "relazione" e poi avrebbe gradito la sua presenza. Perché stava per diventare davvero una persona speciale per lui anche se la sua testa era ancora in subbuglio.
-Ciao, Cole- lo salutò gioiosamente.
-E-Ehi... Greg, c-che bello sentirti...- rispose l'altro, con un sorriso a trentadue denti che purtroppo Greg non poteva vedere. Ma poteva percepire il suo imbarazzo dalla sua voce incerta.
-Anche per me lo è. Ti ho disturbato? Facevi qualcosa?- sorrise.
-Ehm... no, sono al parco, perché?-
-Davvero? Che coincidenza anch'io, dove di preciso?- Cole temette che il battito del proprio cuoricino si sentisse persino dall'altra parte del telefono.
-Vicino al campetto da basket, ho la palla ti va s-se... facciamo qualche tiro?-
Greg guardò William accoccolato nel passeggino e avvolto dalle coperte, che giocava col ciuccio sbavando ovunque e riportò gli occhi davanti a sé. -Avevo pensato di vederti per parlarti di alcune cose... e ho con me Willy, perciò...- rispose mortificato, avrebbe volentieri giocato un po' con lui ma aveva bisogno di parlargli seriamente.
-Certo nessun problema, preferisci che ti raggiunga io? Dove sei?- -Non preoccuparti, sono da te in un lampo.-

Ma non fu un lampo perché ogni secondo che passava era un inferno, non stava nella pelle per vederlo!
Da quando lo aveva baciato tutto si era trasformato da incertezza assoluta a scambi di belle parole. Gli aveva detto cose meravigliose come nessuno aveva mai fatto, facendolo sentire speciale e desiderato, amato.
Ovviamente sua madre lo aveva scoperto la sera stessa: lo aveva visto con gli occhi a cuoricino e la testa altrove e così, una domanda indagatrice dopo l'altra, era riuscita a fargli sputare il rospo. Inutile dire quanti abbracci diede al suo bambino per la felicità, seguiti da imbarazzanti consigli che Cole avrebbe preferito volentieri non sentire da sua madre!
Alzò lo sguardo dalle sue mani che si torturavano fra loro e lo fece cadere sulla figura di Greg che spingeva il passeggino di Will. Gli sorrise imbarazzato e l'altro ricambiò, avvicinandosi sempre di più.
Qualche altro passo e si trovarono perfettamente uno di fronte all'altro.
"Cosa faccio? Lo bacio? Siamo fidanzati ora e si aspetta un bacio, giusto? È questo quello che fanno i fid- Aspetta, ma noi siamo o non siamo fidanzati?!" Pensò a raffica nella sua dannata testa sempre scombussolata.
Greg lasciò andare la presa sul manico del passeggino e si avvicinò col sorriso sulle labbra, Cole si sciolse letteralmente.
Lo prese tra le braccia e lo strinse, sussurrandogli un saluto nell'orecchio. Cole rabbrividì e dopo essersi risvegliato da quella paralisi ricambiò l'abbraccio.
-Puoi baciarmi se vuoi- disse dopo essersi staccato, ad un passo dalle sue labbra. Le guance di Cole divennero roventi e si guardò attorno furtivo.
-Ci sono tante persone qui...- deglutì, preferendo guardare le proprie scarpe che i suoi occhi.
-Ti disturba?- chiese con pacatezza il moro, trovando finalmente il suo sguardo. -N-No... ehm, a te?- "Bravo Cole, ma che cazzo di domande sono queste?! Sei il re delle domande idiote!"
Greg fece un'alzata di spalle e fece di no con la testa.
-T-Tu lo vuoi?- "Ma allora è un vizio!"
-Io lo voglio- rispose annuendo, senza mai perdere il meraviglioso sorriso.
Cole divenne ancora più rosso e lentamente, più il corvino si avvicinava, lui abbassava le palpebre.
Greg posò una mano dietro la sua nuca, in una stretta dolce e accompagnò gentilmente la sua testa verso di sé. Posò le proprie labbra sulle sue e le chiuse in un bacio dolce, più sicuro, da parte di entrambi, rispetto al loro primo e come la prima volta fu solo un contatto di labbra.
Non sentiva il rimorso o il dovere di staccarsi subito, alla mente non gli apparvero i dubbi che fino a poco tempo fa gli affollavano la mente.
Pensò a Liam, sì, ma come un piacevole ricordo e non un motivo per lasciare quelle labbra.
Quando il contatto divenne troppo prolungato per un semplice bacio casto, Greg si ritrasse ed entrambi riaprirono gli occhi colmi di desiderio. Era scontato dire che volevano di più e potevano leggerlo l'uno negli occhi dell'altro.
-D-Di cosa dovevi parlarmi?- riuscì a trovare la parola, spezzando quel momento imbarazzante.
-Tante cose, ma preferirei non qui.-

Finally a familyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora