19.

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-Ma questo sarebbe prepare una valigia?!- sbottò Mark, inginocchiato sul pavimento, difronte a uno dei borsoni aperti. Daniel, richiamato da quelle urla, accorse immediatamente in camera da letto, dove, vedendo la scena, capì ogni cosa e assunse un'espressione mortificata e colpevole. -Oh Dio... io ci ho provato ma...- tentò di giustificarsi, grattandosi la nuca. Mark sospirò, per poi scoppiare a ridere a crepapelle, suo marito era un po' un impedito con faccende simili.
-Ehi! Mi sono anche impegnato!- sbottò, mentre Mark non riusciva a smettere di ridere.
-Senti, fai una cosa, prepara qualcosa da mangiare per cena... credi di potercela fare?- riuscì a chiedere, con ironia, mentre Daniel alzò gli occhi verso il cielo, annuendo e lasciando il marito continuare a sistemare le valige.
Dopo cena si trovavano tutti in salotto; Greg stava tenendo fra le braccia Will il quale stava sonnecchiando tranquillo sulla poltrona comoda. L'altro divano era invece occupato dai due piccioncini che, dopo aver mollato il figlio all'amico, non avevano fatto altro che scambiarsi baci e attenzioni.
-Sta sorridendo!- esclamò all'improvviso Greg dopo qualche minuto di silenzio, inquinato soltanto dalle risatine dei due.
Era come meravigliato difronte a quegli occhioni azzurri e quel sorriso di sole labbra. Mark sollevò il capo e drizzò la schiena improvvisamente attento. Si alzò seguito dal marito e, vedendo quella nuova espressione sul viso del piccolo, si ritrovò a copiarla.
-Non lo aveva mai fatto così!- disse, vedendo per la prima volta quel sorriso più profondo e deciso dei precedenti. -È così bello!- aggiunse prendendolo fra le braccia e ricambiando il sorriso, che si intensificò ancora di più sul viso del piccolo alla vista di quello del papà.
-Ma sei bellissimo piccolino!- esclamò Daniel emozionato che baciò il figlio sulla testa, per poi scambiarsi un sorriso con l'amico, entusiasta anche lui. Poi, innamorato perso di quella boccuccia e quegli occhioni come il cielo, pretese di averlo fra le proprie braccia e coccolarlo come tanto gli piaceva, e così fece, ottenendo milioni di sorrisi tutti nuovi sia per il piccolo che per i due papà.
Il momento venne spezzato dal suono di un cellulare e Greg, riconoscendo la propria suoneria, si voltò trovando il dispositivo sul tavolino affianco alla poltrona su cui era accomodato. Anche Mark, che era rimasto in piedi a guardare la scena del marito col figlio da lontano, richiamato dal suono, aveva voltato la testa verso la fonte, vedendo così la scritta "messaggio da Cole" che illuminava la schermata.
Greg afferrò il cellulare e nel frattempo Mark ritornò al proprio posto, senza però staccare gli occhi dall'amico. Intanto Daniel era troppo distratto dai sorrisoni che il figlio gli stava donando per fare attenzione a ciò che stava succedendo intorno a lui.
-Domani non verrà Cole, mi toccherà passare la giornata da solo...- constatò ad alta voce sospirando, dopo aver risposto al messaggio e aver riposizionato il cellulare dove era stato preso poco prima.
-Potresti andare in centro città, hanno aperto un sacco di nuovi negozi- intervenne il biondo e Greg annuì pensieroso, prendendo in considerazione ciò che l'amico aveva appena detto.
-Sai... ho notato come Cole ti guarda...- quasi gli sfuggì, infatti poi si morse la lingua, dandosi dell'idiota. Greg lo guardò attentamente negli occhi, ma non sembrava sorpreso, infastidito o meravigliato... aspettava solo che continuasse.
-Cioè...- provò a tergiversare il biondo, ma inutilmente, così poi sospirò arreso. -Va be' ormai l'ho detto... secondo me... gli piacicchi- disse  infine, ottenendo anche l'attenzione del marito, che ora stava tenendo occupato il figlio con un pupazzetto morbido trovato nelle vicinanze... ormai casa loro era piena di giocattoli sparsi ovunque!
Greg ci pensò su qualche secondo in più, ma poi parlò: -l'ho pensato anch'io se devo essere sincero...- mormorò, mentre si grattava la nuca non del tutto a prorpio agio. Il viso di Mark s'illuminò e crebbe su di esso un sorrisetto furbo. -Be'... io trovo Cole molto carino e tu?- ora Greg era in evidente difficoltà, era davvero necessaria quella sottospecie di quiz? -Be', sì... è molto carino, più che carino, ma questo non vuol dire nulla- si affrettò a precisare. Non ci voleva un genio per capire dove volesse andare a parare Mark, che ora sembrava stesse cercando di fare il Cupido della situazione.
-Perché non prendi in considerazione di provarci? Vi ho visti l'altro giorno, sembrava vi conosceste da anni e scherzavate come due amici di vecchia data... dovresti prenderti del tempo e provarci...- disse, mentre il sorrisetto si allargava.
-Perché dovrebbe?- rispose al suo posto Daniel, attirando su di sé la massima attenzione dei due.
-Che intendi?- mormorò giustamnete il marito, avvicinandosi di più a lui, mentre Greg lo guardava in attesa.
-Intendo che, innanzitutto, hanno più di dieci anni di differenza, il che è un motivo più che valido e poi...- -Scusa ma che stai dicendo, l'età conta poco se due persone si amano, Daniel!- lo interruppe deciso il biondo, che ora aveva perso il sorrisetto.
Perché adesso si stavano mettendo a discutere su una cosa che nemmeno esisteva? Per loro era come se tutto fosse già sicuro, già successo.
-Non mi sembra sia il caso di chiamarlo amore, ma sono d'accordo con te Mark- mormorò il corvino, solo confuso e pieno di pensieri nella testa.
-Io no... la differenza è troppa; si parla di due generazioni molto diverse, con idee diverse, esperienze diverse e vite completamente opposte...  io ne ho avute di esperienze di questo genere- Mark annuì, Daniel gli aveva raccontato, tanto tempo fa, di una relazione che ebbe con un trentaduenne quando lui aveva solo diciassette anni e fu la peggiore tra tutte. Gregory invece non ne sapeva nulla, così Daniel parlò, iniziando a raccontare quell'esperienza passata ma purtroppo non dimenticata.
-Andavo ancora al liceo, terzo anno, quello prima in cui ti incontrai Greg... solo perché venni bocciato. Ahem, comunque, stavo con quest'uomo che aveva precisamente quindici anni in più di me. Ero talmente innamorato di quel viscido che non mi resi subito conto che il modo in cui mi trattava non era giusto. Mi rispondeva con superficialità, anche se non parlavamo molto perché a lui interessava ben altro, mi screditava con stupide battutine e mi prendeva come un idiota, uno stupido. Ed io ero talmente cieco che nemmeno me ne rendevo conto, continuando a dargli corda e a farmi trattare come un giocattolo e non come un vero compagno. Ero piccolo ed inesperto, immaturo e incosciente... ma per fortuna riuscii a rendermi conto di come stavano le cose dopo mesi di solo sesso e niente di vero insieme. Così, all'ennesima sua provocazione lo mandai a 'fanculo una volta per tutte e da quel giorno, lotto perché nessuno si permetta di mettermi i piedi in testa o di usarmi a suo piacimento.-
Mark lo baciò sulle labbra e gli sorrise dolcemente, acarezzandolo sul braccio per rassicurarlo. Gregory assimilò quelle informazioni, sentendosi leggermente offeso, ma l'altro sembrò accorgersene e così chiarì. -Ovviamente non sto dicendo che ti comporteresti in questo modo, dico solo che lui potrebbe sentirsi inferiore a te, si comporterebbe come ho fatto io e solo perché sei più grande di lui di non pochi anni... secondo me tra voi la differenza è troppa e prima o poi si fa sentire a prescindere dal tipo di persone che siete- Mark smise di accarezzarlo e lo guardò storto... non era d'accordo col marito sul fatto che l'età fosse un problema in una relazione. Gli dispiaceva per quello che aveva passato, ma non tutti sono uguali e ognuno ha il proprio modo di vivere l'amore come più ritiene giusto.
-Come hai appena detto, non sono affatto il tipo che si comporterebbe così e spero di non dare mai a nessuno un'impressione del genere. Mi dispiace molto per quello che hai passato e sono contento che tu l'abbia superata, lo sai che ti sono sempre vicino... Ma comunque il problema qui non è l'età o come ci comportiamo con semplici amici- calcò sull'ultima parola, per mettere in chiaro a Mark che scherzare con una persona non vuole dire provarci. -Il problema è mio e di nessun altro e va oltre questi aspetti. Voi sapete di cosa parlo.-
Per lui Cole era solo un amico ed era davvero troppo presto parlare di qualcosa di più, soprattutto per lui stesso, che indietro aveva ancora troppi ricordi che lo tenevano legato.
Nessuno rispose, più che essere incoraggiato da Mark o scoraggiato da Daniel, a seconda dei due, nessuno sapeva cosa realmente dire.
-Cosa possiamo fare per aiutarti Greg? Io voglio solo che tu ritorni a stare bene e ad essere felice... non voglio obbligarti o importi di fare cose, ma ti prego almeno provaci... è il solo consiglio che possa darti- disse il biondo, stringendo la mano del compagno, nonostante quel minuscolo disaccordo tra loro, già dimenticato. Daniel pensò solo a come gli avesse già ripetuto tante volte che le cose sarebbero arrivate da sole e che non c'era nessun bisogno di forzature, ma lui sembrava ostinarsi, insistendo soprattutto con quel ragazzino.
-Non c'è niente che voi possiate fare, so che l'amore tornerà come se n'è andato e per ora non posso far altro che aspettarlo- sussurrò lasciando gli altri senza alcuna parola, soprattutto Daniel che non si sarebbe mai aspettato una risposta simile.
Non aveva mai detto loro una cosa di questo tipo e ciò poteva significare che stava cominciando ad accettare che l'amore può sempre risbocciare, anche dopo la fine di un precedente.
Con quelle parole li convinse che ora era sicuramente più pronto ad andare avanti e cercare di non guardare indietro nel passato.
Piccoli passi, uno dopo l'atro, e finalmente avrebbe smesso di aspettare.

Finally a familyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora