21.

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Erano da poco tornati dalla spiggia, era solo pomeriggio ma in quel giorno particolarmente caldo e privo di un minimo di vento era difficile stare all'aperto e sopportare quella temperatura, soprattutto per Will, che smise di piagnucolare solo quando finalmente entrarono nella camera. Adesso stava riposando e nel frattempo i due genitori ne avevano approfittato di quel momento di pace.
Mark sollevò per l'ennesima volta il bacino e fece così scontrare l'erezione con quella del marito, che sospirò di piacere, un piacere che si faceva sempre più intenso ogni minuto che passava appiccicato al biondo.
Intrecciò le loro dita e lasciò che prendesse il controllo, strusciando le loro erezioni calde e dure ancora intrappolate nei loro costumi... l'impazienza di trovarsi uno sul corpo dell'altro non aveva nemmeno dato loro il tempo di spogliarsi.
Il biondo si piegò in avanti e andò a baciare le labbra dell'altro, approfondendo il contatto. Sapevano di sale ed erano morbide, più del solito -sai di mare- mormorò sulla sua bocca, riprendendo subito a baciarlo. Non seppe il perché ma quel profumo e gusto di salsedine gli piaceva troppo. Appena si staccarono Daniel gli sfilò con un colpo secco il costume e, facendo ridere l'altro, venne aiutato da quest'ultimo per togliere di mezzo anche il suo. Stanchi entrambi dei preliminari, Mark si rifiutò di prepararsi; era troppo eccitato e non voleva aspettare un secondo di più.
Daniel lo guardò dubbioso per qualche secondo, non voleva fargli del male ma l'altro si avventò di nuovo sulle sue labbra e, aiutato con la mano prese lentamente dentro di sé la punta della sua erezione.
Fece una piccola smorfia mentre il marito, preso d'improvviso, gemette con voce rauca, riuscendo comunque a dire: -Amore guarda che potev- -'Sta zitto!- lo interruppe gemendo e coprendogli la bocca con una mano, mentre si abituava in poco tempo.
-Come siamo impazienti...- scherzò, parlando con le labbra appiccicate al palmo della mano dell'altro, che lo guardò male dall'alto. Di tutta risposta  abbassò ancora di piu il bacino, con molta meno lentezza, fino a prenderlo interamente. Daniel smise di blaterare e godette quando il pene venne completamente avvolto dalle pareti calde e strette del marito che gemette forte quando finalmente venne toccato nel punto più sensibile. A quel punto il biondo cominciò a muoversi sempre più velocemente, rendendo incapaci entrambi di respirare regolarmente. Staccò la mano dalla bocca dell'altro e, tenendo le braccia tese, con entrambe lo graffiò leggermente sui pettorali.
I gemiti riempirono le pareti di quella stanza, nessuno dei due si preoccupò di non svegliare il figlio: avevano già fatto l'amore innumerevoli volte mentre lui dormiva e il risultato era stato scoprire che aveva il sonno pesante e che se si svegliava lo faceva solamente quando aveva fame... cosa praticamente infattibile in quel momento dato che aveva pranzato poco prima. E poi era ancora molto piccolo, per loro era ancora presto preoccuparsi di non farsi cogliere in flagrante da lui.
Il ritmo degli affondi si era fatto veloce e deciso, Daniel portò la mano all'erezione dell'amante per poi cominciare a masturbarlo, inducendolo a gemere ancora più forte. Gettò la testa all'indietro, in preda al massimo del godimento,  serrò gli occhi, senza fermarsi.
Daniel non poté non guardarlo estasiato; la sua bocca era spalancata e il labbro inferiore era rosso, così invitante. Il suo corpo era snello e, seppur essendo un uomo più magro della norma, non mancava di certo di sensualità. Daniel al contrario era più robusto, anche più muscoloso e prestante, la vita era abbastanza stretta e i suoi addominali ben definiti. Mark lo trovava l'uomo più sexy del pianeta e la cosa era reciproca... e questo non solo perché oggettivamente erano dei bei uomini, ma perché si amavano troppo e avrebbero continuato a farlo anche quando sui loro corpi sarebbero comparse delle rughe.
Quando il biondo riprese un minimo di controllo del proprio corpo portò le labbra a quelle di Daniel, leccandole e succhiandole, prendendole poco delicatamente tra i denti, sfogandosi su di esse dal troppo piacere. Dopo qualche secondo sentirono entrambi di essere all'apice e di non resistere di più, Mark si contorse un poco e rigettò il seme biancastro sullo stomaco del corvino, mentre quest'ultimo faceva lo stesso dentro di lui. Respirando affannosamente Daniel ribaltò le posizioni, intrappolandolo sotto di lui e baciandolo con passione. Le lingue si sfioravano e, anche se entrambi avevano maledettamente bisogno di tornare a respirare in un modo regolare, nessuno dei due si degnò di staccarsi... almeno finché non si sentirono altamente bisognosi d'ossigeno. Si staccarono, controvoglia, e si guardarono per interminabili secondi negli occhi, mescolando i loro respiri che piano piano tornavano normali. -Ti amo- sussurrò Daniel, per poi lasciargli tanti lievi baci che partivano dal collo e finivano sulle labbra. Il biondo si godette quelle attenzioni e solo quando terminarono sorrise e rispose con le stesse parole.
Controvoglia si alzò dal corpo del marito, per poi aiutarlo a fare lo stesso. Si diressero entrambi in bagno per potersi ripulire, e magari farsi una doccia veloce, ma Mark voleva solo farsi coccolare. Così, dopo aver tolto quel liquido appiccicoso... da ogni parte in cui era finito, si lasciarono trasportare dalla pigrizia, accoccolandosi nel letto.
-Coccolami un po', Dan- mormorò Mark, strusciando la testa sul mento ruvido dalla poca e cortissima barba dell'altro, che ridacchiò. -Ohw, vieni qui- e lo accolse fra le braccia, coccolandolo come tanto piaceva ad entrambi.
Ma un cellulare che squillava rovinò quel momento, Mark si strinse più a lui e mormorò un -non rispondere- piagnucolando. Daniel non lo fece, stringendolo più forte; le coccole non solo le stava dando ma anche ricevendo, perciò come poteva interrompere quel momento quando amava stare abbracciato e coccolato da lui?
Ma il cellulare, dopo aver smesso di trapanare le loro orecchie, riprese a suonare... lo fece per almeno tre volte di seguito e ciò indusse i due ad arrendersi. -Ma chi cazzo è?!- sbottò Mark, mettendo la testa sotto al cuscino -Possibile che non si possa stare un attimo tranquilli e senza che nessuno rompa le palle?!- aggiunse, seppellendo la faccia sotto quella morbidezza. Daniel rise e poi si alzò, dato che il cellulare era il suo e che, tra parentesi, stava per lanciare dalla finestra.
-Oh mio dio e questo che vuole ancora!?- sbottò leggendo il nome e mettendosi in testa la mano libera, in segno esageratamente disperato.
-Ma chi è?- chiese l'altro, per un momento credette fosse Gregory ma anche se fosse stato qualcosa di importante di certo non si sarebbe messo a chiamare tre volte! Okay, poteva anche essere stata un'emergenza, ma andiamo, quante possibilità c'erano che fosse così? Lui voleva solo le coccole!
-È Scott... giuro che lo prendo a pedate se mi sta chiamando per una stronzata anche questa volta!- sbottò, mentre l'altro roteò gli occhi infastidito.
Scott era il suo nuovo collega, era molto giovane e davvero troppo, troppo stupido! Mark lo incontrò solo una volta quando venne a prendere il marito a lavoro e quell'attimo gli bastò per capire che doveva tenerlo d'occhio... quei pochi minuti aveva fatto l'appiccicoso con Daniel, toccandolo un po' troppo per i suoi gusti, seppur innocentemente.
-Pronto, Scott? C'è qualche grosso problema anche 'sta volta?- domandò ironicamente, visto che il giorno prima lo aveva chiamato per sapere dove si trovavano le tessere da dare ai clienti... cosa che gli aveva già detto più volte! E comunque non era tenuto a chiamare e chiederlo al suo collega in vacanza, almeno senza prima aver cercato da solo, cosa che lui non aveva fatto!
-Ciao Daniel!- salutò dall'altra parte allegro, usando quel tono fastidioso tipico di lui. -Scusa se ti disturbo... sai dirmi percaso dove posso trovare gli attrezzi di riserva?-
Okay, o lo stava prendendo in giro o davvero aveva una testa grande quanto una nocciolina!
-Ma come? Ma te l'ho detto una miriade di volte!- esclamò, andando verso al letto e poggiando la schiena alla testiera. Mark lo guardò infastidito e irritato, Daniel roteò gli occhi, tranquillizandolo con alcune carezze sulla testa. Il biondo poi si alzò e nascose il viso nel suo collo, mettendosi a cavalcioni su di lui.
-Scusa! È che non me lo ricordo più!- rispose quell'altro con vocetta fastidiosa, usando un po' troppe "U" nell'ultima parola.
-Okay, senti, sai almeno dove sono le chiavi del... ahn!- sussultò improvvisamente senza fiato, quando il marito sopra di lui prese a strusciarsi sul suo pene, ora a riposo, ma che non aveva coperto dopo essersi pulito.
-Ehi? Tutto bene? Stavi dicendo, se so dove sono le chiavi... di cosa?-
-Del... ehm- cercò di reprimere i gemiti, ma il marito continuava a muoversi, ghignando divertito e mordendosi il labbro per cercar di non emettere alcun suono. Daniel cercò di staccarlo con il braccio, ma senza successo... forse perché una parte di lui non voleva che si fermasse.
-Sc-scusa un momento, Scott...- staccò il cellulare e lo allontanò, coprendo il microfono meglio che poté... ovvero peggio che poté, ma questo lui non poteva saperlo.
-Piantala! Che cazzo... ah!- sussultò un'altra volta quando Mark afferrò il suo cazzo ormai in erezione, muovendo la mano e sfregandolo col proprio, ormai duro da far male.
-Oh sì! Daniel! Più forte... ahhh! Oh mio dio, sto venendo!- gridò senza ritegno recitando, forse con non poca fatica. Daniel sgranò gli occhi sentendosi improvvisamente e veramente eccitato.
-Sei impazzito!?- sussurrò guardandolo allibito e sconcertato... quel giochetto gli stava facendo perdere la ragione!
-Riattacca a quel cretino e scopami!- rispose l'altro senza controllare il proprio tono di voce... Daniel era sicuro che quello avesse sentito tutto.
Rivvicinò velocemente il cellulare all'orecchio e disse -Scusa Scott, chiedi a Francis- poi riattaccò senza aspettare risposta, lanciando il telefono da qualche parte e buttandosi poi sul marito al quale gliela avrebbe fatta pagare per averlo messo in quella assurda situazione!
-Giuro che domani non riusciarai nemmeno ad alzarti da quanto ti farà male il culo!- Mark rise, sempre più eccitato, circondando il corpo dell'altro con le proprie gambe. -Poi però mi fai le coccole.-

Quando tornarono dalla gelateria, decisero di rientrate a casa e finire il dipinto per Will: Cole ci stava impiegando più tempo del normale a finirlo e questo per colpa di entrambi che insieme si distraevano molto facilmente. Greg desiderava che fosse finito almeno prima del ritorno dei padroni di casa e a Cole di certo non dispiaceva... significava poterlo vedere per più ore di seguito!
Qualche giorno dopo, esattamente tre dalla partenza della famigliola, Cole potè finalmente dire si aver quasi finito. Fece qualche passo indietro per poter vedere da lontano il dipinto che era arrivato a ricoprire la parte centrale della parete. Lo sfondo era blu notte, c'erano galassie dai bellissimi colori sul viola e fuxia, qualche pianeta dai brillanti toni caldi e freddi e tanti altri corpi e oggetti celesti sparpagliati per tutto lo spazio. L'insieme era davvero bello e l'occhio si perdeva nell'ammirarlo. Cole era soddisfatto, gli era persino venuto meglio del precedente, fatto sulla parete della propria camera da letto.
Per poter essere veramente completo bisognava solo aggiungere le ultime sfumature e i dettagli più piccoli, qualche spruzzata di bianco per le stelle: cose che non richiedevano molto materiale ma molta precisione e pazienza.
Prima di iniziare con la fase finale, si prese cinque minuti per potere andare al bagno. Quando finì, ripercorse la strada al contrario e nel frattempo rispose a qualche messaggio. Troppo concentrato su ciò che leggeva e scriveva, non alzò lo sguardo dal cellulare, non badando a dove stava andando.
Quando si trovò difronte alla porta bianca, digitò un'ultimo messaggio e poi chiuse il dispositivo, per poi lasciarlo nella tasca dov'era sempre stato. Abbassò la maniglia e aprì la porta con un movimento veloce, ma ciò che si trovò difronte non era una stanza vuota e un pavimento pieno di vernici e pennelli... tutt'altro.

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