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Con Travis tutto era iniziato al secondo anno di liceo. Il rosso frequentava il gruppo di amici di Ryan dal primo anno, poiché i due erano grandi amici da molto prima. Al secondo anno, Travis si trasferì nella loro scuola e, entrando a far parte della squadra di basket, era anche entrato nella loro cerchia di amici. Quell'anno passò tranquillamente, Cole non fece amicizia con Travis perché questi non sembrava interessato neanche ad una semplice conoscenza, mostrandosi però in atteggiamenti poco educati nei suoi confronti. Poi, già al terzo anno, non si sa come o per quale motivo preciso, Travis aveva iniziato a fare battutine pesanti a sfondo omofobico, passando poi a vere e proprie offese e provocazioni, il tutto incoraggiato dalle risate di alcuni suoi compagni di squadra che Cole riteneva quasi amici. All'inizio il rosso cercò di non badare a quelle parole, mentre Ryan gli faceva supporto morale e lo difendeva sempre. Ma a metà anno qualcosa scattò in Travis: un giorno come un altro aveva iniziato prima con gli insulti, poi con alcune spinte e a quel punto Cole non poté più sopportare tutto come Ryan aveva lui consigliato. Fu la prima di tante risse che si susseguirono fino al quarto anno, ovvero nel presente.

-Dannazione, è solo colpa tua- disse stizzito il rosso, allontanandosi dalla presidenza con veloci falcate seguito dal biondo.
-Chiudi un po' la bocca, pel di carota. Non mi farò di certo intimidire da un frocetto come te- rispose l'altro, provocandolo come se non avesse già detto abbastanza. Cole si fermò improvvisamente, con uno scatto si girò e coi pugni strettamente chiusi lungo i fianchi si avvicinò a Travis guardandolo in cagnesco.
-Ascoltami bene "sventra-passere", io non ho nessunissima intenzione di peggiorare la mia situazione- lo additò, mentre l'altro arcuava un sopracciglio nell'udire quel nomignolo.
-È solo colpa tua se siamo finiti nei guai e ti giuro che se succede qualcosa durante queste settimane io farò di tutto purché tu sia l'unico a mettere le mani dentro ad un cesso o ad essere espulso!- concluse quasi con un ringhio ed uno sguardo truce e minaccioso.
-Credi di farmi paura?- sussurrò praticamente ad un millimetro dal suo viso. Cole si accorse solo in quel momento della poca distanza tra i loro visi, aggrottò le sopracciglia e non si lasciò intimorire.
Travis accennò un sorriso beffardo e per un momento a Cole sembrò che gli avesse guardato le belle labbra carnose.
-Accetti un tregua? Facciamo finta di non conoscerci e lasciamo il passato alle spalle. Nessuno provoca nessuno. Tu fai il tuo lavoro ed io il mio. Alla fine della punizione, staremo più attenti a non farci beccare da nessuno quando mi verrà voglia di romperti il naso. Sei d'accordo con me?- il rosso lo guardò prima concorde ma poi lo linciò con lo sguardo per quelle ultime parole.
-Facciamo che invece alla fine di queste due settimane dimentichiamo tutto e ognuno si fa gli affari suoi? Tu non provochi me ed io non ho il repulso di spaccarti la faccia. Che ne dici?- rispose, allontanandosi dal suo corpo.
Travis rise sotto i baffi. -Impossibile, per quanto ci provi a starti alla larga, c'è qualcosa di molto forte che mi spinge sempre ad avvicinarmi a te e a voler romperti il culo.-
Cole avvertì in quelle parole un pizzico di malizia, come se ci fosse un doppio senso in quella frase, ma forse era solo un ulteriore modo per provocarlo. Alzò un sopracciglio leggermente confuso e Travis scoppiò a ridere per quell'espressione.
-Che c'è, bambolina? Ti ho messo in imbarazzo?-
Cole arrossì lievemente, dannati lui e il suo comportamento perennemente da ragazzina! Non era intimidito! Okay, forse solo un pochino... e quelle parole e quell'espressione maliziosa di certo non aiutavano!
Ad interrompere quel momento strano e imbarazzante fu la campanella di fine pausa pranzo.
-Porca di quella...! Mi hai pure fatto saltare il pranzo!- esclamò alterato il biondo, sorpassò Cole e con una spallata lo urtò, dirigendosi verso il proprio armadietto.
Il rosso fece un respiro profondo, come se con quello avesse potuto buttare fuori l'arrabbiatura che ribolliva nelle vene, e fu costretto a tornare a lezione con lo stomaco brontolante.

-Ora capisci perchè stavo morendo di fame e ti ho obbligato ad uscire a mangiare?!- esclamò Cole con la bocca piena, dopo aver finito di raccontare ciò che era successo quella stancante e stressante giornata, omettendo la parte in cui litigava con Clare. Greg ridacchiò per quel musetto sporco di cibo, per poi tornare subito serio.
-Sì... capisco. Mi dispiace, se prova anche solo a sfiorarti con un dito non esitare a dirmelo. E comunque è assurdo che il preside non abbia mai preso provvedimenti, infondo è lui il bullo, va punito per quello che fa e tu non c'entri nulla.-
-Purtroppo non è così. È vero, lui è un grande stronzo ma il vero problema non sono solo gli insulti per il quale, fortunatamente, in passato è stato punito con molta più severità di me. Il problema è che non riesco a trattenermi dalle sue provocazioni e l'unica cosa che riesco a fare in quei momenti è difendermi con le mani. Così gli insegnanti e il preside credono che quella sia una rissa e gli insulti omofobi passano in secondo piano, solo perché il mio difendermi è, naturalmente, più che sbagliato.-
Sospirò e addentò la penultima fetta di pizza. Gregory era solamente alla terza, ciò lo fece divertire un poco.
-Però hai detto che questa volta è stato diverso, gusto? Ma vorrei farti una domanda: se quell'inserviente non ci fosse stata, voi sareste passati alle mani o avreste liquidato la faccenda a sole parole?- chiese Gegeory facendolo riflettere.
Cole ci pensò un po' su e poi sospirò.
-Mi sarei imposto di chiarire la faccenda a sole parole senza arrivare alle mani come mi ero ripromesso di fare. Ma la verità è che più cerco di smetterla di cacciarmi nei guai e più loro sembrano essere attratti da me. Per quanto ci provi, mia madre rimarrà sempre delusa a causa di questo.-
Gregory sorrise dolcemente -questa specie di pessimismo e negatività a cui ti aggrappi, non ti porteranno da nessuna parte e sono sicuro che questo te lo avrà detto anche tua madre. Se vuoi un consiglio, approfitta di questa opportunità per imparare a trattenere la rabbia e a non farti prendere dall'istinto. Come si dice, non tutti i mali vengono per nuocere, giusto? Vedi solo gli aspetti positivi, sii più ottimista e vedrai che filerà tutto liscio- gli fece l'occhiolino e gli mostrò un sorriso rassicurante.
Cole ricambiò e arrossendo andò a cercare la sua mano che era posata sul piano del tavolo del ristorante. La strinse e lo ringraziò dolcemente per le belle parole.
Passarono il resto della cena, svolta in un'orario improponibile perché Cole aveva troppa fame per aspettare, tra chiacchiere e risate su qualunque frivolo argomento che distrasse il ragazzo da ciò che era successo quel giorno.
Alla fine della cena Gregory portò Cole a casa propria dove avrebbero passato insieme la notte, come facevano spesso ultimamente, e dove Cole sperò, invano, succedesse qualcosa tra loro due. E di certo di non si parla di una partita a scacchi o vedere uno stupido film romantico di serie B.

Il lunedi mattina della settimana dopo Gregory si propose di accompagnare a scuola Cole, dopo aver passato ancora una volta la notte insieme... SOLO per dormire. La sera prima si erano addormentati abbracciati mentre stavano "guardando" un documentario a caso sul letto.
Le loro serate, quando rimanevano a casa, erano più o meno così: cenavano, guardavano la tv o chiacchieravano di qualsiasi cosa, poi andavano a dormire. Il massimo che Cole riusciva ad ottenere erano le coccole sotto le coperte, i baci della buona notte e più raramente qualche carezza più spinta, ma niente di troppo eccitante. Non era di certo travolto dalla noia, o dalla monotonia... anzi, amava passare il tempo con lui, adorava sentirlo parlare della sua giornata e stargli incollato mentre cercava di addormentarsi. Eppure mancava quel pizzico in più di calore di cui tanto necessitava, neanche fosse un ninfomane! A volte gli capitava di vederlo mentre era solo in intimo, oppure quando si cambiava e si accitava come un cavallo. Probabilmente Gregory se n'era persino accorto, ma in questo caso, non lo diede mai a vedere. Ed era quasto ciò che più lo turbava: il non poter ricevere piacere quando ne aveva bisogno e non poterlo dare come avrebbe tanto desiderato. Bramava nel sapere come sarebbe stato fare l'amore con lui, sentire la sua voce quando gemeva e scoprire ogni sua parte, sia fisica che mentale.
Sospirò e si voltò per distarsi e guardarlo mentre guidava; aveva un leggero un sorriso spensierato sulle labbra che gli dava un'aria felice, come effettivamente lo era soprattutto in quegli ultimi giorni. Improvvisamente si sentì uno schifo per quanto fosse egoista ed impaziente: anche se l'attrazione era più forte di lui, non aveva il diritto di pensare che era giusto poterlo forzare, come Clare gli aveva suggerito. Sembrava sereno e non voleva di certo rovinare tutto solo perché aveva gli ormoni impazziti.
Gregory accostò al marciapiede opposto a quello davanti la scuola e si voltò verso Cole. Quest'ultimo gli sorrise, forse un po' forzatamente dopo le riflessioni fatte che lo avevano messo in confusione e fece per salutarlo con un bacio.
-Ti accompagno all'ingresso- sentenziò slacciandosi la cintura e facendo accigliare l'altro, che ritrasse il capo.
-Ehm... d'accordo- senza farsi domande prese il suo esempio ed insieme scesero dall'auto.
Attraversarono la strada fino a trovarsi perfettamente davanti alla scalinata dell'entrata, dove molti ragazzi stavano aspettando il suono della campanella per entrare.
-È quel tizio laggiù Travis?- domandò Greg, indicando con un cenno della testa proprio il ragazzo. Si ricordava di lui, era lo stesso che aveva lanciato il pallone da basket in faccia al rosso, procurandogli un livido enorme.
-Già... non ho proprio voglia di sorbirmelo dopo la scuola- sbuffò, psicologicamente non pronto per affrontare il primo giorno di punizione con lui.
-Ehi- mormorò il più grande richiamando la sua attenzione. -Se ti fa qualcosa...-
-Sì, te lo dirò!- ridacchiò Cole, interrompendolo. -È la terza volta che me lo dici. Stai tranquillo, non succederà nulla... non mi va proprio di peggiorare la situazione.-
-Promettimelo.-
-Sì, te lo prometto, papà!- esclamò facendolo divertire. Era sempre stato un tipo molto protettivo nei confronti delle persone a cui voleva bene.
Quando la campanella di inizio lezione suonò, i due si avviarono all'ingresso.
-Gregory... che stai facendo? Vuoi accompagnarmi fino in classe?- ridacchiò il rosso.
-Oh... be', se fosse possibile, mi farebbe stare più tranquillo.-
Cole sorrise e si avvicinò fino a trovarsi ad un passo dalle sue labbra, senza badare al fatto che erano in pubblico.
-Non devi preoccuparti, okay? Sto bene, starò bene e non accadrà nulla- abbassò lo sguardo sulle loro mani che si univano e poi riportò gli occhi nei suoi.
-Non ti credevo così iper protettivo... ma mi piace- sussurrò avvicinandosi ancora fino sfiorare i due nasi.
-Scusa... è che se ti succedesse qualcosa, qualsiasi cosa, io... io non so cosa farei- mormorò, per poi sospirare.
-Fidati di me- posò leggermente le labbra sulle sue e quando si staccarono gli sorrise intenerito, poi, senza dire nulla, entrò nell'edificio.

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