27.

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Il sole risplendeva su quel mare cristallino, un'onda si increspò sulla riva portando con sé i luccichii che provocavano i raggi solari. Poi un'altra e tante altre ancora, seguendo un loro lento e ipnotizzante ritmo.
Mark se ne stava sotto l'ombrellone, godendosi quella temperatura perfetta. In grembo aveva il piccolo Will che si guardava intorno catturato dai meravigliosi colori che lo circondavano. Una sgargiante farfalla svolazzò intorno a loro per qualche secondo e appena William si accorse della sua presenza la seguì rapito con gli occhioni azzurri, azzurri come quel cielo limpido sopra le loro teste.
Emise un versetto contento, mentre allungava la manina cicciotta verso l'animale. Mark lo guardava dall'alto, sorridendo innamorato perso di quel fagottino felice che aveva tra le braccia. Lo baciò sulla testolina delicata -hai visto che bella, Will? È una farfalla!- disse, indicando quest'ultima, che si posò su un fiore d'ibisco della pianta vicino a loro. William rise, come poteva, senza distogliere lo sguardo dal suo oggetto d'attenzione. Era un bambino così curioso e attento, gli piaceva guardare il mondo e scoprire tante cose, ormai i papà lo avevano capito che quel piccolo fagiolo sarebbe diventato un iperattivo esploratore!
Mark alzò gli occhi e si posarono inevitabilmente sulla figura di spalle del marito in riva alla spiaggia. Se ne stava comodo con i piedi e metà dei polpacci piacevolmente immersi nell'acqua, mentre teneva sollevato il torace con i gomiti piantati nella sabbia. Poca era la gente attorno a loro; in riva un bambino di forse tre anni giocava con la sabbia bagnata sventolando la paletta in aria insieme a quella che probabilmente era la sua mamma. Molto più in là, dove la sabbia era asciutta e calda qualcuno che prendeva il sole, poi una coppia di giovani che si gustavano un gelato e una surfista dalla pelle ebano usciva dall'acqua. Ancora più avanti, piccolo come una formica, un chiosco che vendeva roba fresca, a Mark venne improvvisamente voglia di un ghiacciolo o una limonata. Dietro di loro, prima della spiaggia, un paesino con poche casette e qualche piccolo negozio si affacciava sul mare e ancora più indietro alti palazzi sembravano sfiorare il cielo limpido.
Di tanto in tanto uno spiffero di aria fresca accarezzava la loro pelle, Mark si faceva cullare da quelle piacevoli carezze e lo stesso anche Will, che sembrava godersi a pieno quell'atmosera tranquilla.
Riabbassò lo sguardo per vedere la schiena del piccolo e assicurarsi che fosse già ricoperta di crema solare: sorrise, scoprendo che Daniel si era ricordato di mettergliela. Si alzò col bambino, che mugolò dispiaciuto quando la farfalla volò via spaventata da quel movimento, e raggiunse il marito, sedendosi accanto a lui.
Daniel si voltò e gli sorrise, guardandolo con gli occhi meravigliosamente verdi alla luce del sole. Erano stupendi e Mark dovette resistere dal saltargli addosso.
Lo fissò per qualche secondo interminabile -Ti amo- sussurrò soltanto, staccando quel contatto visivo e guardando verso l'orizzonte, Daniel prese il suo esempio.
Due barche, lontane l'una dall'altra, una viaggiava verso la riva, l'altra con molta probabilità aveva appena salpato da una spiaggia non molto lontana dalla loro.
-A cosa devo tutto questo romanticismo?- domandò sorridendo, ora seduto con la schiena dritta ma rimanendo con le gambe distese.
-Non posso dirti che ti amo?- rispose, strisciando la guancia sulla sua spalla abbronzata, forse più scotatta, come un gatto che fa le fusa. -Quando e quanto vuoi, dolcezza. Ti amo anch'io- circondò la vita del biondo con un braccio e con la mano dell'altro accarezzò le guance rosee e paffute del piccolo.
-Dov'è la sua bandana? Non gli fa molto bene tutto questo sole sulla testa- disse portando le dita tra i capelli biondissimi del figlio.
Mark lo guardò con aria colpevole -credo di averla persa mentre venivamo qui in spiaggia... non la trovo più- si giustificò.
-Resta qui, arrivo tra un secondo- esclamò, alzandosi con un movimento fulmineo, mentre aveva puntato addosso gli occhi interrogativi del marito. -Dove vai?- ma ormai Daniel era partito e chi lo fermava più, correva come una gazzella diretto chissà dove.
Tornò dopo circa tre minuti con in mano un cappello di paglia che aveva un nastro blu avvolto attorno. Il biondo lo guardò col sorriso divertito, chiedensoi innanzitutto dove lo avesse preso.
Quando fu abbastanza vicino per guardarlo meglio si alzò e sgranò gli occhi, guardando il marito -Daniel ma è troppo grande ed è da donn-Oh mio Dio è così carino!- troppo tardi.
Daniel rise, guardando il figlio con quel cappello fatto a mano, o almeno così sembrava, sulla testolina.
-Ma dove lo hai preso?- gli sistemò il cappello e Daniel lo prese fra le braccia, non vedeva l'ora di poterlo tenere stretto! Gli era stato lontano per troppo tempo!
-In un bazar qui vicino, fuori dalla spiaggia... lo avevo visto mentre venivamo qua e mentre lo guardavo, guardavo anche i suoi occhi bellissimi e mi accorsi che s'intonavano perfettamente insieme.- Sorrise, mentre con la mano libera sorregeva il copricapo, troppo largo per quella testolina ma abbastanza piccolo da non coprirgli troppo gli occhi.
-Oh, e poi sarei io il romanticone- lo prese in giro, tirandogli una gomitata sul fianco. -Comunque gli sta benissimo, qualche cosa giusta la fai ogni tanto- disse, ridendo sotto i baffi, intanto si erano riseduti sulla sabbia in riva al mare.
-Ah ah, molto divertente, vedremo se farai ancora lo spiritoso quando stanotte mi pregherai di smetterla di sbatterti al muro- okay, come se ne fosse uscito con una frase del genere Mark non lo capì, anche se ormai era di sua abitudine sentirne all'ordine del giorno. Be', ora non sapeva se essere eccitato oppure allibito. Scelse la seconda e lo guardò con occhi sgranati -Daniel!- si trattenne dallo scoppiare a ridere -lo sai vero che quando sarà abbastanza grande per sentire e capire benissimo non potrai più dire queste porcate?!-
Daniel sorrise malizioso -vorrà dire che te le dirò sottovoce o quando lui sarà troppo lontano per sentirle.-
Mark riprese lo sguardo sconcertato, ma lo trattenne per pochissimo, perché poi scoppiò a ridere -maiale!-
-E comunque sarà in grado di farlo tra mooolto, mooolto tempo... perciò potrei anche approfittarne in questo momento- rieccolo quel sorrisone pieno di malizia. Mark ridacchiò, forse un po' preoccupato, ma cercò di non darlo a vedere.
-Appena torniamo a casa e questo scricciolino si addormenta, ti strappo il costume di dosso e ti sculaccio, vuoi?- mormorò vicino al suo orecchio con voce roca, cercando di tenere apposto le mani, visto che erano in dannato pubblico!
-Oh Daniel, vuoi vedere che quello che pregherà stanotte sarai tu? E non perché io la smetta!- rise come un cretino, ma nemmeno lui ci credeva a quelle parole.
-Oh sì, certo, sicuramente. E sai poi cosa ti faccio?- ma Mark si alzò con uno scatto, si abbassò per trovarsi faccia a faccia col marito. Lo guardò truce -Piantala. Me lo stai facendo venire duro- mormorò a denti stretti.
Rialzò la schiena, gli diede le spalle o forse sarebbe meglio dire il sedere, visto che il corvino se lo trovò improvvisamente e perfettamente davanti, e si buttò in acqua con un tuffo. -Hai sentito, Will? Papà crede di fregarmi, ma non sa che sarà lui, l'unico fregato!- Will fece qualche versetto contento, battendo con foga le manine cicciotte, Daniel scostò per un secondo il cappello e lo baciò sulla fronte -che bambino intelligente!-

-Ah! Ti prego fai più piano!- piagnucolò, mentre aveva l'altro addosso. -Sta' un po' zitto! Ho quasi finito- rispose, tirandogli una forte e sonora sculacciata. -Ehi! Perché devi essere così rude? Puoi benissimo farlo con più dolcezza, sai?- mugolò sconsolato, sopportando a malapena quel bruciore.
-Ma poi non è divertente- rise il biondo, sistemandosi meglio sul fondoschiena del marito. -Alla fine chi è che si è preso le sculacciate? Eh?- rise ancora, riprendendo in mano il tubetto di crema per le scottature.
Se ne mise un po' sull'altra mano e andò a spargerla sulle spalle rosse e bollenti del corvino, sdraiato a pancia in giù sul letto, che mugolava di dolore. -Che piagnucolone che sei, ho quasi finito!-
Be', forse si era ricordato di mettere la crema solare al figlio, ma di certo si era dimenticato di mettersela lui!
Mentre Daniel brontolava parole incomprensibili, lamentandosi manco fosse perforato da mille aghi, Mark se la rideva sotto i baffi.
-Sei bordeaux su tutta la parte superiore della schiena e le tue spalle emanano talmente tanto calore che potrei cucinarci delle uova strapazzate!- rise ancora di più, ma da solo, perché l'altro era impegnato a mandarlo a quel paese.
-Stronzo- farfugliò, mentre Mark si rialzava dal suo corpo -ti ho sentito, cretino- Daniel si alzò con un avambraccio, mettendosi a sedere sul materasso. L'altro andò a lavarsi le mani impastate dalla crema e quando tornò in camera prese in braccio il figlioletto, già sveglio da un po', che si agitava nella culla.
Con il piccolo ritornò sul letto affiancando il marito, intento a legarsi i capelli in un codino per evitare di ungerli di crema.
-Come sta il mio tesorino?- chiese amorevolmente Mark.
-E me lo chiedi? La schiena mi brucia come un incendio!- rispose Daniel con una smorfia, cercando di trovare una posizione comoda senza appoggiare la schiena. Mark lo guardò storto -parlavo col piccolo- precisò, ottenendo un'occhiataccia.
-Vuoi che ti faccia un massaggino?- disse poi in falsetto, prendendo con la mano libera la sua faccia e stringendogli le guance.
-Fì, ti wrego- rispose, con gli occhi luccicanti e speranzosi.
Quando Will si addormentò Mark lo rimise nella sua culla, per poi baciarlo sul nasino rosso.
Tornò sul letto, vicino al marito, impaziente come un bambino -vieni qui- mormorò dolcemente, prendendolo fra le braccia, ovviamente con la schiena lontana da qualsiasi superficie.
Mark gli circondò il collo con le braccia, lo baciò lentamente e profondamente. Poi Daniel si accoccolò su di lui, abbracciandolo a sua volta. Il biondo mise le dita sulla sua nuca, facendole passare fra i suoi capelli neri e morbidi, provocando un fruscio delizioso. Lo grattò dietro le orecchie come si farebbe con un cagnolino affettuoso, provocandogli dei brividi ovunque.
-Ti amo- mormorò tutt'un tratto Daniel, stringendolo e godendosi le coccole. -A cosa devo tutto questo romanticismo?- fece lui, riprendendo le sue stesse parole di quello stesso pomeriggio di quella bellissima giornata.

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Waah che bello essere in vacanza e avere più tempo per scrivere! Sono molto contenta e niente, volevo condividere la mia felicità con voi! :3
Come? Non lo so, ma intanto spero che questo capitolo vi sia piaciuto!
Ps: quel bel figo nella foto dovrebbe essere Daniel... boh, io appena ho visto quel tipo mi sono innamorata. *^*

Finally a familyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora