33.

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Sì. Lo baciò. Agì d'istinto, verso dove in quel momento lo portava il cuore.
Lo aveva prima guardato negli occhi pece, in silenzio, l'unico suono era quello dei battiti dei loro cuori. La lacrima intanto era scivolata fino alla guancia, rigandola. Era frustrato, deluso, innamorato e illuso: quella lacrima era puramente di sfogo.
In pochi, veloci e piccoli passi si trovò perfettamente difronte a lui. Di nuovo, ma questa volta nessuno sarebbe scappato.
Chiuse gli occhi e subito dopo posò le proprie carnose e rosee labbra sulle sue. Fu come stappare lo spumante a capodanno, come quando nel cielo scuro scoppiano i più meravigliosi fuochi d'artificio mai esistiti.
Un tocco dolce, soffice, gentile e teneramente impacciato, questo pensò Gregory. Non si staccò, perché infondo era qualcosa che anche lui desiderava ardentemente, solo che ancora non lo aveva capito... o, forse, accettato, reprimendo, fino a quel momento, i suoi istinti. Quanto tempo era passato dall'ultima volta che aveva baciato qualcuno? Troppo, per un amante dell'amore come lui.
Gregory non sentì il repulso di fermarsi, o il dovere di staccarsi. Fu talmente dolce che ne volle di più, lo desiderava come non desiderava qualcuno da tempo. Non pensò al passato, né alle conseguenze.
E mentre le labbra avevano preso ad assaggiarsi a vicenda sempre più vogliose le une dalle altre, le guance di Cole erano in fiamme. Non se l'aspettava una risposta, credeva sarebbe stato rigettato, rifiutato e invece eccoli lì, a cercarsi sempre di più.
Tutto durò davvero pochissimi secondi, era solo stato il frutto di un atto commesso dall'istinto. Qualcosa che la ragione probabilmente non avrebbe mai nemmeno osato pensare. E fu semplicemente magico.
Quando si staccarono rimasero a guardarsi, vicinissimi, persi negli occhi che avevano davanti.
Le guance di Cole erano rosse e calde, gli occhi brillavano rispecchiandosi dentro quelli carbone di Gregory. Si chiese come fosse possibile che avesse gli occhi così scuri, anche se da quella distanza ravvicinata poteva perfettamente distinguerne la pupilla, scoprendo che in realtà il colore di quelle iridi erano di un castano scurissimo.
Il contatto visivo venne spezzato dal più grande, che con un gesto gentile posò la mano destra sulla sua guancia, accarezzandola delicatamente, per poi chiudere gli occhi e poggiare il mento sopra la testa di Cole. Cadde nell'oblio di pensieri, ricordi, in cerca di chiarezza. Alle narici gli arrivò il dolce profumo di shampoo che proveniva dai suoi capelli arruffati, respirò profondamente inebriandosene.
Cole, che inutilmente cercava di calmare il motore impazzito del proprio cuore, si lasciò trasportare da quella dolcezza, mentre un limpido e lieve sorriso non smetteva di illuminargli il viso.
Prese quel pizzico di coraggio che gli rimase e parlò, spinto anche dal disagio che provava per quel silenzio improvvisamente calato tra loro.
-I-Io... tu... m-mi...- stava cercando di confessarsi, ma Gregory lo interruppe. -Lo so- disse, poggiando la fronte su quella del rosso, che lo guardò sorpreso. -E-Era così evidente?- aumentando il rossore per l'elevata vicinanza dei due visi. Gregory sorrise e annuì, poi chiuse gli occhi e in un istante il sorriso era sparito, lasciando il posto ad un'espressione seria. Sospirò e riaprì gli occhi -ascolta. Tu sei davvero fantastico, sono sicuro di provare qualcosa per te. Mi piaci. Ma c'è qualcosa che devi sapere e non sarà facile per me dirtelo.-
Dire che era rimasto senza fiato per quelle parole era poco e non rendeva l'idea. Era completamente andato, perso, emozionato e felice come una Pasqua. Era rosso da capo a piedi -i-io... ehm... o-okay- in più in quel momento gli era andato completamente in tilt il cervello e non capiva più niente. Non riusciva a crederci che Gregory, proprio la persona di cui era follemente innamorato, provasse qualcosa per lui.
Il corvino si staccò, guardandolo con tutta la serietà nello sguardo. -Vieni, sediamoci- insieme uscirono dalla camera, accorgendosi con piacere che Will si era addormentato nella culla, così andarono sul divano, dove avrebbero sicuramente sentito se si fosse svegliato, e si sedettero vicinissimi.
Gregory si lasciò andare sullo schienale del divano e sospirò, per poi rimettersi diritto e guardare Cole negli occhi.
-Stavo con qualcuno tempo fa, esattamente quasi un anno. Eravamo molto innamorati, pieni di progetti e pronti ad affrontare la vita insieme. Lui era il tipo dolce e carino che ti conquista al primo sguardo... si chiamava Liam- sorrise nel pronunciare quel nome mentre veniva accompagnato da due occhi lucidi. Cole ricambiò il sorriso con uno timido.
-Lui era tutta la mia vita. Era il mio sole, il mio mondo, la ragione percui mi svegliavo la mattina... lui era tutto per me.- Prese un lungo e profondo respiro, Cole strinse una mano sul suo braccio e Greg posò su di essa le dita.
-Il destino è stato così crudele da portarmelo via, prendendoselo con la forza... Morì a ventitré anni in un incidente stradale. Era pieno di sogni e aspettative, felice e con una vita intera che lo aspettava.- Una lacrima gli offuscò la vista, per poi rotolare giù fino alle labbra leggermente tremanti. Cole spalancò occhi e bocca, stringendo la presa sul suo braccio. Ricollegò tutto e ogni cosa gli fu più chiara: ecco il motivo di quel velo di tristezza che non lo lasciava mai, di quando lo trovò a piangere in camera... Il suo passato era così triste che non ce la fece a non commuoversi.
-Ora dev'essere da qualche parte, in un posto bellissimo... mi manca da morire.-
-A-Adesso lui... sta pensando a te e... e vuole vederti felice. Mi dispiace tantissimo- mormorò il rosso, guardandolo con gli occhi liquidi, tirando su con il naso. Gregory gli sorrise dolcemente, posandogli le dita sulla guancia morbida. Gli regalò un bacio lieve sulle labbra, per poi sussurrarci sopra -devo ancora capire molto, ma una cosa è certa: nessuno, fino ad ora, dopo l'accaduto, mi aveva fatto provare sensazioni come quelle che mi hai fatto provare tu. Mi mandi in confusione, sei bellissimo... lo penso davvero. Sei timido e impacciato e io lo trovo assolutamente adorabile questo tuo lato. Sei molto giovane, devi ancora crescere, ma so che sei abbastanza intelligente da capire come mi possa sentire in questo momento.-
Cole arrossì vistosamente, annuì e abbassò lo sguardo. Davvero pensava tutte quelle cose?! Aveva il cuore a mille e le sensazioni che stava provando erano inspiegabili a sole parole.
-Io voglio andare avanti, smetterla di soffrire nei ricordi. E ho bisogno di qualcuno che provi per me quello che mi è mancato per troppo tempo. Fino ad ora mi sono continuamente dato dei limiti, pensando fosse la cosa giusta... pensando che un giorno mi sarei risvegliato per scoprire che in realtà era stato solo un incubo. Ma non è così e io non posso più vivere da solo, come una anima vagante. L'ho amato, farà sempre parte di un pezzetto della mia vita, ma adesso è arrivato il momento di andare avanti.-
Cole riportò gli occhi nei suoi, commosso e provato da quelle dolci parole. Decise che sarebbe stato al suo fianco, che lo avrebbe aiutato a rialzarsi e che avrebbe continuato a farlo se anche in futuro fosse ricaduto. Decise che lo avrebbe amato, a prescindere dal suo passato e della fragilità che aveva accumulato per tutto quel tempo passato da solo.
-Ti sono vicino e... e voglio aiutarti, stare con te, perché tu... tu mi piaci d-davvero tanto Gregory- disse in un mormorio, guardando le loro dita intrecciate tra loro. Ciò lo fece arrossire ancora di più.
-Grazie- rispose l'altro, asciugandosi la lacrimuccia.
Infondo glielo aveva detto persino Liam nel sogno: amalo e non guardarti indietro.
Sì, passo dopo passo, senza fretta, decise che lo avrebbe fatto.

-P-Posso farti una domanda?- chiese il ragazzo, dopo interi minuti di silenzio seduti appiccicati su quel divano. Greg annuì guardandolo.
-Quel giorno in cui io finii il dipinto e quel ragazzo ti venne a prendere qui... io... credevo che lui fosse...-
-No.- Rispose astioso a parlare proprio di quell'argomento, ma era giusto dargli delle spiegazioni. -Conosco quel ragazzo dal liceo, facemmo anche l'università insieme. Ai tempi era innamorato di me, ma tra noi non c'è mai stato nulla. Adesso che sono ritornato a Seattle lui improvvisamente compare dicendomi che mi ama ancora e vuole costruire una vita con me. Io gli ho spiegato come stanno le cose, ho persino avuto la bontà di raccontargli il mio passato e quanto io abbia sofferto. Alla fine scoprii solo che era un meschino bugiardo, senza né pudore né vergogna, che credeva di ottenere del denaro facile se ci fossimo frequentati. Fu l'incontro più osceno della mia vita, spero che presto me lo dimenticherò e che quel bastardo capisca dove ha sbagliato.-
-Sono... allibito, io... non credevo che al mondo potessero esistere elementi del genere. Tu... sei stato così sfortunato, non ti meriti tutto questo dolore e tanto meno frequentare persone che vogliono solo approfittarsi di te. Spero che venga punito dal karma!- ringhiò l'ultima frase, facendo sorridere Gregory, divertito da quella reazione.
-Anch'io credo nel Karma: che tutto sia una ruota che gira, che il male che fai poi ti ritorni, così come il bene.-
-È esattamente la stessa cosa che penso io.-
Più parlavano più sembrava che il loro legame si rafforzasse un briciolo di più. Ed era una sensazione rassicurante, che ti riempe di speranza. Se c'era una cosa che mai lo avrebbe stancato era parlare con lui, conoscerlo, sapere cosa gli piaceva o cosa non sopportava.
Il fatto che ora sapesse del suo passato lo rendeva speciale e lo faceva sentire quasi onorato, perché ciò significava che di lui si fidava.
Forse l'amore era ancora un sentimento troppo forte, ma di sicuro Greg provava dei sentimenti più profondi di una semplice amicizia per Cole, doveva solo farsene l'abitudine: aveva passato mesi da solo a ricordare, a pensare al passato... ed ora lo aspettava un cambiamento radicale nella propria vita.
Ma non si sarebbe tirato indietro, mai.

-Non sta succedendo davvero a me- strillò isterico ridacchiando, mentre si richiudeva la porta di casa alle spalle. -Mio Dio, invece sì! Sì!- esclamò urlando, sfoggiando un sorriso di trentadue denti. -Devo dirlo a Clare! Le faccio vedere io come "È troppo grande, bla bla bla, ha altro a cui pensare"! Ommioddio! Ommioddio... Non posso crederci!- Corse verso la propria camera e si buttò letteralmente a letto, a pancia in su, mentre un sorriso enorme non voleva lasciare il suo viso. Rise così forte da rimanere senza respiro, l'euforia era alle stelle.
Pensò a come fosse possibile che un uomo bellissimo come Gregory si era accorto di lui, ma che soprattutto aveva scelto proprio lui per ricominciare una vita insieme.
Lo avrebbe accompagnato nel suo cammino e non lo avrebbe mai lasciato solo, perché mai aveva provato sentimenti così forti per qualcuno. Era quello giusto, ne era certo.

Finally a familyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora