38.

279 12 3
                                    

Gregory girò la chiave nella serratura e aprì la porta della cabina armadio, Milly, la sua gatta, miagolò contenta e finalmente poté andare ad accoccolarsi dentro il suo scatolone pieno di coperte calde, il suo posticino preferito per dormire che era stato tenuto lì dentro da quando il suo padrone era partito. Sorrise entrando e respirò quel profumo inconfondibile che impregnava persino le pareti. Chiuse gli occhi per un momento e quando li riaprì si avvicinò ad un attaccapanni, allungò il braccio e passò le dita sul velluto candido di una sciarpa appesa. La accarezzò e, tirandola lentamente, lei scivolò verso il basso, cadendogli morbidamente sulle mani. La strinse e la portò al viso, abbassò le palpebre e inspirò quel familiare profumo misto all'odore di chiuso. Bastò questo per farlo travolgere da tale malinconia che non riuscì a trattenere un singhiozzo, poi un altro e un altro ancora. Le lacrime avevano iniziato in poco tempo a bagnargli il viso, mentre alle labbra si portava il tessuto vellutato.
Come avrebbe potuto disfarsi di quella roba? Come poteva solo pensare di fare a meno di quel profumo?
Almeno, questo era quello che, prima di partire per Seattle e incontrare Cole, aveva sempre pensato.
Ma ora che era tornato a casa sua, dopo tanto tempo passato lontano da essa e soprattutto dai ricordi, ritrovare quelle quattro mura come le aveva lasciate era stato sconvolgente. Troppo.
-Ovunque tu sia, mi manchi da morire- sussurrò sulla sciarpa, tra le lacrime e i singhiozzi, senza smettere di inebriarsi di quel dolce profumo.
Avvolse la sciarpa attorno al proprio collo e gli sembrò, dopo tanto tempo, di sentire Liam accanto che lo abbracciava. Si poggiò al muro e si sedette sul pavimento, guardando il soffitto. Chiuse gli occhi e ingoiò il groppo che aveva in gola, poi li riaprì riportando lo sguardo verso il basso.
-Ma cosa diavolo sto facendo?- tirò su col naso e si asciugò in fretta le lacrime con il dorso della mano. "Perché tutto dev'essere sempre così complicato?" pensò, passandosi la mano sul viso, in un gesto di stanchezza: era sfinito, letteralmente, da tutto ciò.
Perché non riusciva a guardare oltre? Cosa lo bloccava?
Assolutamente niente, se non lui stesso e la sua anima fragile. Se non la sua testa scombussolata e in perenne confusione.
-Fanculo- sputò, alzandosi ma senza togliere quella morbida sciarpa rossa di dosso.
Si diresse in cucina, diretto dove sicuramente avrebbe trovato ciò che cercava e di cui credeva di aver bisogno in quel momento.

-Oh Cristo... sei appena tornato e la prima cosa che fai è ubriacarti?!- esclamò Kevin, guardando il corpo del fratello assopito sul pavimento e rannicchiato contro il muro. Era profondamente addormentato e al collo aveva ancora la sciarpa che a sua volta era disordinatamente attorcigliata al collo della bottiglia di Jack che stringeva tra le mani.
-Gregory, ehi, svegliati!- gridò, dandogli dei colpetti sulla spalla, scuotendolo, cercando di tirarlo fuori dal mondo dei sogni.
-Greg! Cazzo, è completamente andato- esclamò, passando da leggeri colpetti a veri e propri schiaffi. Il moro mugolò sia per il dolore pulsante alla testa sia per le sberle ricevute che cominciavano a bruciare sulle guance. -Mmhhh... vaffanculo, lasciami stare- biascicò, aprendo gli occhi e lasciando cadere la bottiglia di vetro, che rotolò di qualche centimetro lontano.
-Alzati, ma guarda come ti sei ridotto! Felice anch'io di rivederti, fratellino!- sbottò ironico, afferrando la bottiglia e posizionandola in piedi.
Gregory si strinse le braccia al petto come un riccio e richiuse gli occhi -tutta colpa di quel rosso...- biascicò, tanto che Kevin riuscì a capire le parole per miracolo.
-Come hai detto, scusa?- chiese avvicinandosi e sedendoglisi vicino.
Era ubriaco, sì, ma anche se sembravano solo parole alla rinfusa, pareva che volessero comunicare qualcosa. E di certo lui sarebbe stato il primo a starlo ad ascoltare e a capirlo come fin da piccoli facevano l'uno con l'altro.
-È colpa sua, io non so se lo volevo... credo, non lo so... voglio solo che sia qui, adesso- balbettò, mugolando dal malditesta, insonnolito e su di giri.
Kevin alzò un sopracciglio, confuso ma curioso di capire il senso di quelle frasi scomposte -ma chi, Greg? E cosa ti ha fatto?-
"Cole, voglio che sia qui" pensò solamente il moro, inconsciamente.
Quando Cole era con lui, tutto sembrava improvvisamente sparire. E appena erano lontani, tutto sembrava ritornare a galla. Lui riusciva a "distrarlo" dal dolore.
-Io non so se sia veramente giusto... ma lui mi ha rubato...- riprese quelle parole insensate.
-Rubato cosa, Gregory? Ehi, parlami- chiese più pacatamente il fratello, poggiando una mano sulla sua spalla.
"Il cuore. Mi ha rubato il cuore".
-Non so cosa fare. Liam mi manca ma... ma ora non so più cosa provo- mormorò, guardando Kevin con occhi lucidi dall'alcool, sguardo stanco e palpebre che avrebbero solo voluto chiudersi.
-Ti manca Liam? È questo che stai cercando di dirmi?-
Gregory annuì -però adesso mi sono innamorato- abbassò gli occhi, trattenendo un sorrisetto.
Kevin spalancò gli occhi, mentre il sorriso crebbe sul volto -davvero Greg? Ti sei innamorato di qualcuno?-
Il moro annuì lasciando che il suo viso si illuminasse, sorridendo a trentadue denti come un vero e proprio ebete, al pensiero del ragazzo.
Kevin non credette alle proprie orecchie; finalmente suo fratello stava cominciando a smettere di soffrire?
-Però non voglio perdere Liam... forse lo amo ancora... non ci capisco nulla, Kevin.-
Lui era un chiodo fisso nella sua testa.
Suo fratello sospirò.
-No Gregory, lo hai amato ma adesso è passato tutto, adesso ti sei innamorato ed è questo l'importante- gli sorrise dolcemente.
-Mi sono innamorato ma amo anche Liam... come faccio ad amare due persone?- mormorò afflitto, dentro di sé aveva una guerra che lo divideva a metà. Ma l'istinto ed il cuore sembravano portarlo sempre e solo ad una risposta. "Ama Cole e tieni Liam nel cuore".
-Ma ora sei innamorato e hai bisogno solo di quella persona. Non farti abbattere, lei ti renderà felice e Liam sarà sempre e per sempre nel tuo cuore.-
-Liam è nel mio cuore e non verrà dimenticato- ripeté a sua volta Gregory, posando una mano sul petto, -e amerò Cole, lui in questi giorni mi ha fatto stare bene.-
L'attenzione di Kevin venne catturata da quel nome, ma decise che era troppo tardi e Greg era troppo ubriaco per sostenere una conversazione per troppo a lungo.
-Sì Gregory, dai adesso vieni a riposarti... sarai stanco per il viaggio- i dettagli glieli avrebbe raccontati più tardi, magari da sobrio.
Il moro annuì e con l'aiuto del fratello si spogliò e cambiò, per poi essere accompagnato a letto.
-Sono contento che tu me lo abbia detto Greg... certo, avrei preferito non da ubriaco, ma mi accontento così- mormorò, rimboccandogli le coperte.
Ormai sapeva di quanto suo fratello fosse una persona chiusa, ma l'alcool sembrava averlo aiutato a sputare fuori tutto quello che aveva in testa.
Milly raggiunse il corpo del padrone accoccolato tra le coperte e Gregory le donò due lievi carezze sulla testa pelosa che bastarono per farle fare le fusa. Sbadigliò, guardò suo fratello negli occhi e sorrise.
-Voglio vedere i miei bellissimi nipotini, quando me li porti? Mi sono mancati tanto- mormorò, ridacchiando per colpa dell'alcool, per poi sbadigliare.
-Quando vuoi Greg, anche tu manchi molto a loro... ieri hanno passato tutto il tempo a chiedermi quando saresti tornato, visto che hai ritardato di un giorno.-
-Be', era l'anniversario di Cole- rispose, biascicando, ottenendo uno sguardo perplesso.
-Anniversario?- Kevin trattenne una risatina.
-No no... non anniversario- rise da ebete. -Compleanno! Era il suo compleanno e volevo esserci.-
-Oh... be', sembra proprio che questo Cole ti abbia stregato... Sono contento Gregory, che finalmente ci sia qualcuno che riesca a renderti felice.-
Quante volte i suoi genitori, Kevin, i suoi amici e colleghi avevano provato a capirlo e cercare di farlo tornare a sorridere. Tutto invano.
-Cole... sì, lui è speciale... e me ne sono innamorato, Kevin.-
E se prima aveva dei dubbi, adesso ne era certo. Lo poteva capire dal proprio cuore, che batteva forte anche solo pronunciando il suo nome.

●●●

DAH lo so che il capitolo è più corto del solito e che sono in ritardo!
Ma tra l'inizio della scuola, il raffreddore che mi sono beccata e la probabile febbre che mi verrà, sono a pezzi! D':
Spero che vi sia comunque piaciuto e al prossimo! :*

Finally a familyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora