-Fermo... lo so che brucia, ma cerca di resistere- disse Greg, tamponando con del cotone zuppo di disinfettante il sopracciglio tagliato. -Ma che cazzo di disinfettante è?! AHIA!- esclamò scostandosi per l'ennesima volta e scappando finalmente da quel piccolo pezzo di cotone del demonio.
-Hai la sopportazione e la tolleranza di un bambino di tre anni, guarda che non fa così male, sei tu che sei un esagerato!- lo guardò dall'alto con le braccia conserte. Cole sollevò il viso, mostrandoglielo corrucciato e leggermente roseo sulle guance. Aveva una bella botta sullo zigomo destro, un taglietto sul sopracciglio sinistro, piccoli lividi ovunque e più di metà del labbro inferiore completamente gonfio e violaceo.
-Non guardarmi così, sei tu che ti cacci nei guai- -Non mi caccio nei guai! Te l'ho detto: stava approfittando della mia amica, quello stronzo!- esclamò, sbattendo con forza un pugno sulla superficie del tavolo.
-E usare la violenza ti sembra giusto?- Cole corruggò ancora di più le sopracciglia -ma allora non mi ascolti! Ha iniziato lui!- Gregory sorrise, -però tu hai continuato, avresti dovuto fermarlo in altri modi e a quest'ora saresti ancora a divertirti e non a preoccuparti tanto di tornare a casa- sentenziò, ottenendo un sospiro di rassegnazione e convincendolo che aveva ragione.
-Adesso stai tranquillo e lasciati medicare- andò con del cotone a tamponare con delicatezza sovrannaturale la macchia violacea che colorava lo zigomo, coprendola con una pomata per i lividi. Sta volta di bruciore non ne provava, quelle mani si muovevano con destrezza e con la delicatezza con cui si accarezzerebbe un neonato. Era un momento abbastanza imbarazzante, ma Cole si fece trasportare da quel tocco e gli venne d'istinto chiudere gli occhi.
Dopo che Greg lo ebbe trovato davanti la casa dell'amico, rassicurando quest'ultimo, aiutò il rosso a salire in macchina e portarlo a casa "propria", visto che Cole gli aveva espressamente vietato di accompagnarlo nella sua di casa. Ed ora erano in cucina, in una casa non loro, mentre uno cercava di non far sì che il battito del proprio cuore si sentisse e l'altro si chiedeva se quello che stava facendo avrebbe illuso il primo.
-Qui ho finito...- Cole aprì gli occhi e guardò Greg mentre andava a buttare il cotone usato nel cestino.
-P-potresti dare un'occhiata qui? Mi fa molto male, credo ci sia già un livido...- chiese incerto, sollevando la maglia quel poco che bastò per mettere in mostra il colpo sul fianco.
-Mio Dio, guarda che ti ha fatto quella testa di cazzo!- esclamò, sfiorando con le dita la parte dolorante, provocando delle smorfie al ragazzo.
-Bisogna assolutamente metterci del ghiaccio e un po' di pomata antinfiammatoria- disse serio, con uno sguardo serio ed un'espressione esageratamente seria. Cole lo fissò negli occhi per qualche secondo interminabile, per poi scoppiare improvvisamente a ridere, alterando completamente l'espressione del più grande. -E perché ora ridi?!-
Cole continuò a ridacchiare e disse con difficoltà -n-non lo so, ma mi fai ridere... forse perché prendi così tanto seriamente questa cosa e non so... forse perché fino ad ora non mi ero mai preoccupato così tanto di un piccolo livido e... e ora tu sei qui... e sembra che io sia un soldato appena tornato dalla guerra...- Greg guardò Cole che imbarazzato cercava di non ridere ancora, ma aveva maledettamente ragione. Lasciò che l'altro finisse di ridere e, quando fu così, lo guardò un ultimo secondo e poi rise persino lui.
-So che esagero... ma è più forte di me, quando vedo una ferita è come se il mio istinto di infermierina mi chiamasse... però, almeno, hai trovato qualcuno che si prende cura anche di stupide ferite come quella- disse, imitando un tono di voce superficiale e scherzoso, divertendo il rosso.
-Precisamente, se posso chiedere, di cosa ti occupi in ospedale? Hai detto che sei un dottore ma non sei mai sceso nei dettagli...- chiese poi, incuriosito; be', ogni cosa che riguardava Greg lo incuriosiva.
-Faccio il cardiochirurgo- rispose, mentre cercava nella scatoletta dei medicinali i sacchetti del ghiaccio istantaneo.
-Oh wow, da quanto lo sei?- chiese, mentre si alzava e sollevava la maglietta, esponendo l'ematoma; era dal colore viola-rosso, grande quanto il pugno di un adulto.
-Ormai da più di sei anni, è un lavoro impegnativo e difficile ma pieno di soddisfazioni- rispose sorridente, per poi voltarsi e porgergli due sacchetti di ghiaccio.
-Uno usalo per quel labbro, è davvero troppo gonfio... credo per qualche giorno dovrai usare una cannuccia per bere e spero per te non pure per mangiare- scherzò, anche se stavolta Cole non rise più tanto divertito come prima.
-Va' pure a metterti comodo sul divano, ti raggiungo appena finisco di mettere a posto questa- disse, indicando la scatola coi medicinali.
Cole annuì, ringraziò per l'ennesima volta e andò a stendersi sul divano, lasciando giù le gambe per metà. Quando il corvino ritornò, si sedette accanto a lui -dopo c-cosa faccio? Devo veramente tornare a casa?- domandò il rosso, decisamente non pronto ad affrontare sua madre.
-Ti accompagno, certo-
-D-Davvero? Non c'è alternativa? Non è che posso...- Greg sospirò -non so a cosa stai pensando, ma sì, dovresti... tanto prima o poi dovrai vederla ed è meglio farlo subito, no?- ora fu Cole a sospirare pesantemente, mentre si passava la mano libera sul viso, disperato.
-No, non ci riesco, sento che finirà male... non posso vederla domani? Tanto lei crede che io sia fuori a dormire, perciò posso andare dal mio amico, Ryan, non posso tornare da mia madre conciato così- sentenziò sicuro, anche se la voce gli tremava leggermente, indicandosi il viso pieno di ferite.
-Va bene, ascolta, non ti lascio andare via a quest'ora a casa di qualche tuo amico, dopo quello che è successo...- Cole "sorrise", più che altro fece una smorfia fintemente divertita -meglio che vedere mia madre, sinceramente.-
Greg si avvicinò, rimanendo seduto, mentre Cole cercava anche lui di sedersi -so che ti stai chiedendo perché io abbia così tanta paura di lei...- lesse nei suoi occhi che aveva fatto centro, così prese un respiro, posizionò meglio il ghiaccio sul fianco e parlò.
-Il fatto è che tanto tempo fa, per colpa di una rissa, io ci rimasi quasi secco... okay, non proprio secco, ma subii un colpo così forte alla testa che andai in coma per quasi un mese...- Greg sgranò gli occhi, ma Cole continuò -da quel giorno lei cominciò a tenermi sottocontrollo ventiqauttr'ore su ventiquattro, senza lasciarmi un attimo di respiro o briciolo di libertà. Be' me l'ero cercata, decisamente, se consideriamo che quella fu solo una delle tante volte in cui tornai a casa pieno di lividi. Ed il bello era che non ero nemmeno stato io ad aver causato quella rissa, anzi, l'unica cosa che avevo fatto era stato cercare di fermarla. Questa sera lei aveva deciso di darmi una possibilità per dimostrarle che sono cresciuto e maturato...- rise per la colossale cavolata, facendo sorridere Gregory -ma evidentemente sono ancora un immaturo coglione che non fa altro che creare casini e cacciarsi nei guai...- Gregory posò la mano su quella del ragazzo, mentre tra i due cadde un breve momento di silenzio.
-La mia vera paura è quella di deluderla un'altra volta- mormorò, mentre una piccola lacrima rigava la sua guancia, ma che venne immediatamente asciugata, cosa che intenerì il povero e arido cuore di Gregory.
-Mi dispiace, Cole e scusa se precedentemente ti ho detto cose che non avrei dovuto dire, non sapendo niente di tutto questo- disse, sorridendo lievemente.
Cole non badò alle conseguenze e si lasciò andare; mollò il ghiaccio che teneva sul labbro e in poco tempo si trovò abbracciato all'altro, che ricambiò con piacere. Fu un abbraccio dolce e Cole voleva che quel momento non finisse mai, voleva stare abbracciato a lui per sempre, voleva che non se ne andasse mai e che restasse lì con lui, a curare le sue ferite, quelle sul suo corpo e quelle nel suo cuore. Era così perfetto, era quello che cercava, quello di cui aveva più bisogno.
Lo strinse così forte che Greg quasi ebbe la paura di soffocare, ma fu una sensazione che tanto gli era mancata e che quasi aveva dimenticato. L'abbraccio di una persona che prova amore per te è decisamente diverso di quello che può darti un amico, e Gregory, quella sera, quella differenza l'avvertì. Gli piacque così tanto quel contatto che si trovò a rispondere a quel gesto con un lieve e azzardato bacio sulla testa dell'altro. Lo aveva fatto e non se pentì, anche se il desiderio di darlo al suo compagno lontano gli passò di sfuggita per la mente.
Cole sorrise con le guance e la punta delle orecchie di fuoco, staccando il contatto e guardando le sue mani che si torturavano mentre tra di loro il silenzio era di nuovo calato.
-Puoi restare qui, ma domani ti accompagno a casa- disse dopo qualche minuto il più grande, alzandosi. Cole lo guardò sorridente con la gratitudine negli occhi -Grazie, grazie di tutto! Sei una brava persona, Gregory- il corvino sorrise stiracchiandosi e sbadigliando -nah, non ho fatto nulla... comunque, non so tu, ma io sono stanco morto.-
Cole annuì concorde, -come... ehm, dovremmo... sistemarci?-
-Il divano è tutto tuo mio caro, di certo non ti lascerò il letto degli ospiti, quello è solo mio- disse con tono scherzoso, ma senza effettivamente scherzare. -Seguimi, ti presto quello che ti occorre- Cole così fece, felice di non dover affrontare in quel momento le conseguenze della sua stupida ma a fin di bene azione.
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Finally a family
RomanceQuesta è la semplice e tenera storia di una famiglia, di due uomini che hanno deciso di diventare papà e allargare il loro già enorme amore. È anche la storia di un amore che nasce per caso, condiviso da qualcuno con un passato triste, l'altro un pr...