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Passarono giorni, poi settimane, poi un mese intero da quando Gregory era ripartito. Messaggi e chiamate non erano sufficienti a compensare la mancanza che Cole provava. Lo voleva avere lì, tra le braccia, all'istante!
La festa era andata alla grande e per fortuna non era finita come l'ultima volta. E Il messaggio che Gregory gli mandò quella sera fu l'inizio di tanti scambi di parole e frasi dolci.
Gli aveva detto che stava organizzando il trasferimento, che aveva trovato un appartamento vicino sia al quartiere dove vivevano Mark e Daniel sia vicino all'ospedale più grande di Seattle, dove già era stato accettato il suo trasferimento nell'edificio. Tutto sembrava stesse andando per il verso giusto, ma c'era qualcosa che Cole avvertiva, sia nella sua voce durante le chiamate sia persino attraverso i messaggi. Non era un ripensamento, ma esitazione. Gregory aveva ancora bisogno di tempo prima di lasciare quelle mura, per quanto opprimenti fossero raccontavano parte della sua vita e racchiudevano ricordi a cui si sarebbe separato poco facilmente.
Cole lo sapeva, non si sentiva messo da parte, né metteva in dubbio i sentimenti che provavano l'uno per l'altro perché gli occhi di Gregory mentre si confessava a lui erano così puri da poter raccontare solo la verità. Cole li aveva guardati a lungo e ciò era bastato per capire che di lui non avrebbe fatto a meno e la cosa valeva per entrambi.
-Mi annoio, non ho voglia di studiare, ho sonno e voglio abbracciarti- mormorò con un filo di voce, sbadigliando subito dopo e lasciandosi cadere sul cuscino del letto, pieno di libri, penne, matite e chi più ne ha più ne metta, sparpagliati ovunque tra le coperte.
-Anche io, Cole...- sospirò Greg dall'altra parte del cellulare, facendo cadere il silenzio tra i due.
-Hai parlato con tua madre?- chiese spezzando quel momento vuoto, riempito solo dai pensieri.
Ormai Gregory aveva raccontato ogni cosa a Cole a proposito dei rapporti che aveva con la sua famiglia. Soprattutto di sua madre.
-Sì, mi ero dimenticato di quanto le volessi bene... adesso tutto è tornato come prima, mi sostiene ma non mi fa pressioni. E le ho parlato di te- sorrise.
-Oh... e, ehm, c-cosa le hai detto?- balbettò, mordendosi il labbro inferiore.
-Che sei bellissimo e dolce, giovane e intelligente...- -Okay! Okay, scherzavo! Smettila!- Gregory scoppiò a ridere.
-Sei capace di farmi arrossire anche parlando attraverso un telefono!-
-Oh, davvero? Be', è la verità!-
Entrambi risero, li metteva sempre di buon umore una chiaccherata leggera dopo una lunga giornata.
-Puoi continuare comunque, ascoltarti è sicuramente meglio che fare i compiti!- esclamò, emettendo un lamento che esprimeva tutta la sua frustrazione.
-Che melodramma, cosa stai studiando di così pesante e noioso?-
-Scienze! Mio Dio, non ci capisco una mazza!- sbottò, ribaltando tutto ciò che aveva vicino a sé che era poggiato sul materasso. Gregory trattenne una risatina.
-Cosa di preciso? Te lo spiego adesso, se vuoi- propose, era sempre stato bravo nelle materie scientifiche, ovviamente, visto il lavoro che faceva.
-Davvero? Saresti così pazzo da sprecare in questo modo il tuo tempo?-
-Lo faccio con piacere, voglio aiutarti... un po' come se fossimo insieme.-
"Quanto vorrei fosse realmente così, quanto."
E fu un pensiero che passò per la testa di entrambi.

Daniel tornò dal lavoro prima del solito quella sera, si chiuse la porta d'ingresso alle spalle e dal piano di sopra comparve la figura di Mark in vestiti comodi da casa. Scese la scalinata, andò incontro al marito sorridendo e si baciarono a lungo, molto a lungo. -Ehi... piano, amore- mormorò sorridendo sulle sue labbra, sorpreso da quella foga improvvisa del biondo. Quest'ultimo mugolò e facendo finta di non averlo ascoltato gli ficcò la lingua in bocca senza esitazione. Daniel di certo non si rifiutò, approfondì il bacio prendendolo dietro la nuca e spingendoselo contro le labbra. Quando si staccarono si guardarono negli occhi e poi ripresero a baciarsi con voracità.
-Mmh... hai un così buon profumo...- sussurrò ristaccandosi, spostando le labbra sul suo collo per marchiarlo di baci, morsi e succhiotti che Daniel si godette uno per uno. Inspirò riempiendosi le narici di quel dolce profumo e spinto dall'eccitazione portò una mano sul cavallo dei jeans del moro, facendolo sussultare.
-Mi piace questo tipo di bentornato a casa... dovresti farlo più spesso- sospirò con un sorrisetto, buttando la testa all'indietro mentre Mark lo massaggiava lì, dove ben presto sarebbe cresciuta l'erezione.
Il biondo sbottonò il jeans e infilò dentro la mano, continuando ad accarezzarlo attraverso la stoffa dei boxer. Daniel gemette sentendo il proprio pene diventare sempre più duro, indietreggiò e poggiò la schiena alla porta per sostenersi meglio: sentiva le gambe farsi molli. Mark lo seguì e dopo una miriade di baci su collo e labbra, finalmente abbassò anche i boxer e prese in mano il membro in semierezione dell'altro.
Daniel sospirò e accarezzò la nuca del compagno, mentre con l'altra mano non aveva smesso di palpargli il sedere.
Poi il più basso gli sfilò adagio la maglietta e godette alla vista di quel petto possente, dove passò più volte le dita della mano libera, raggiungendo anche gli addominali pronunciati e la grossa V in basso. S'inginocchiò lentamente mentre con le labbra e la lingua assaporava il suo corpo tonico e perfetto. Si muoveva piano e con lentezza, senza lasciarsi perdere un solo millimetro della sua pelle.
Daniel portò anche l'altra mano dietro la sua nuca dove lo accarezzò, spingendolo piano, così che all'altro arrivasse il messaggio di quanto fosse impaziente di sentirlo dentro la sua bocca. Mark capì che quell'attesa e quel continuo temporeggiare lo stavano solo facendo impazzire, ormai lo poteva vedere dal suo membro del tutto eretto, stimolato dalla propria mano che non l'aveva ancora lasciato.
-Mhh... sì piccolo, dai...- lo incoraggiò gemendo, stringendogli le ciocche dei capelli chiari. Mark ghignò e lo guardò dal basso, lasciò l'erezione e portò le mani sul suo sedere sodo, stringendogli le natiche dure.
-Stai cercando di farmi diventare matto?- domandò trattenendosi da prendergli con forza la testa e buttargli in bocca il cazzo pulsante.
Mark ridacchiò sotto i baffi e con la punta della lingua gli leccò il pene delicatamente e lentamente dal basso verso l'alto, soddisfatto nel sentire i sospiri di piacere del marito. Raggiunse il glande e lo leccò e lo prese con cautela tra le labbra, sempre con snervante lentezza. A quel punto Daniel fece un verso tanto simile a un ringhio e completamente in balìa del piacere si fece prendere dall'impazienza. Strinse ancora più forte i capelli del marito e con una veloce e forte spinta gli penetrò la bocca. Mark spalancò gli occhi, anche se una mossa del genere se la sarebbe aspettata da lui, e per miracolo non ebbe i conati di vomito.
Daniel gemette soddisfatto e senza nemmeno dargli il tempo per respirare, cominciò a spingere coi fianchi. Mark aggrottò le sopracciglia e si trattenne dal morderlo, muovendo invece la bocca avanti e indietro seguendo il ritmo dei suoi movimenti rudi. Con la lingua accarezzava interamente il membro, mentre con le labbra sottili e rosee lo circondava.
-Ahh, oh sì... s-sei fantastico, Mark!- esclamò, allentando la presa sulla sua testa, sentendosi già vicino all'orgasmo. Era da un po' che tra loro c'erano solo state coccole, niente di più... quel momento lo stavano aspettando entrambi così ardentemente.
Mark sentì le mutante bagnarsi, segno che lui lo aveva raggiunto anche prima, era talmente eccitato che non c'era nemmeno stato il bisogno di toccarsi. Qualche secondo dopo anche Daniel lo fece, schizzando nella sua bocca lo sperma caldo che Mark ingoiò fino all'ultima goccia.
-Adesso ti apro in due!- esclamò il moro staccandosi dalla superficie e finendo di sfilarsi gli indumenti in pochi veloci secondi. Mark prese il suo esempio e finalmente pote disfarsi anche lui dei vestiti. Poi Daniel lo prese di peso caricandoselo sulle spalle a mo' di sacco di patate.
-Mettimi giù!- esclamò ridendo ma ottenendo solo una sculacciata sonora da Daniel, che intanto si stava incamminando verso la scala.
Stette per salire il primo maledetto gradino che il campanello suonò, pietrificando i due.
-Col cazzo! Chiunque sia, non è il fottuto momento!- sbottò irritatissimo Daniel, continuando imperterrito a salire le scale col peso del marito sulle spalle. Incredibile che Mark fosse talmente leggero da non farlo sentire affaticato un minimo. O forse era Daniel ad essere forte tanto da poterlo sollevare facilmente come solleverebbe un bicchiere.
-Daniel, potrebbe essere importante... mettimi giù!- esclamò dimenandosi.
-No! Chissenefrega!- salì qualche altro scalino ma il campanello che suonò ancora e Mark gli impedirono di continuare. Quest'ultimo riuscì a liberarsi dalla presa dell'altro rischiando di cadere, ma per fortuna Daniel riuscì a tenerlo in equilibrio con un braccio, aiutandolo a mettersi in piedi e facendolo risultare alto quanto lui perché sopra di qualche gradino in più.
-Va' a rivestirti e ad aprire la porta, Dan... per favore- disse prendendo la sua testa fra le mani, per poi lasciargli un lieve bacio sulle labbra. Daniel si sciolse alla vista di quegli occhi chiari e al contatto dolce delle sue labbra. Annuì roteando gli occhi, si godette la vista del sedere del biondo mentre saliva il resto dei gradini diretto verso la camera e fece come gli era stato detto.
Si rimise i vestiti, tolse quelli di Mark dal pavimento dell'ingresso e andò ad aprire.
-E tu che cacchio ci fai qui?- domandò, vedendo che ormai l'ospite inaspettato e soprattutto indesiderato si stava già allontanando, a testa bassa.
Cole si voltò sorpreso e il suo viso si coprì di rosso quando vide che Daniel gli aveva aperto la porta... mentre era senza maglietta!
Tornò sui propri passi e Daniel si fece da parte per farlo entrare con riluttanza, chiudendo la porta dietro di loro.
-Oh... i-io, chiedo scusa per il disturbo m-ma... ehm, ho... ho, io... ahem!- prese un respiro profondo e Daniel alzò un sopracciglio, allacciando le braccia al petto scoperto. Gli lanciò un'occhiata spazientita e Cole provò a concentrarsi su ciò che aveva da dire, cercando di non lasciarsi distrarre da quel momento imbarazzante.
-Ho bisogno che voi mi aiutiate... cioè, se per voi è possibile ovviamente...-
Dannazione, nemmeno lui era sicuro di ciò che stava facendo, se poi quello gli apriva la porta mezzo nudo le cose non potevano che sembrare ancora piu difficili!
-Cole?- mormorò Mark, scendendo le scale con in braccio il bambino, sveglio che con occhioni vispi guardava il ragazzo sulla porta.
-Come stai?- aggiunse raggiungendo i due. -Cristo, Daniel va' a metterti qualcosa addosso!- lo rimproverò, spingendolo. Il moro sbuffò, roteò gli occhi e lo accontentò.
-Scusalo, è uno scimmione che certe volte si dimentica di avere un cervello- disse facendo sorridere Cole, che alzò le spalle. Daniel lanciò una occhiataccia sia al marito che al ragazzo.
-Bando alle ciance, sei venuto qui per cosa? Avrei da fare- disse Daniel, dopo che si fu coperto, finalmente. Inutile dire che Mark gli mollò uno scappellotto per il tono che aveva usato. Cole trattenne una risata.
-È successo qualcosa, Cole? Ti vedo giù di morale...- chiese il biondo premuroso, inclinando la testa di lato.
-Che domande, gli manca quello stronzo!- sbottò il moro, poi si voltò verso un Cole sorpreso -o mi sbaglio?-
-N-No... è... è così- annuì abbassando lo sguardo, Mark diede un'occhiata dispiaciuta a Daniel, che stranamente ricambiò.
-Mi spiace molto Cole... non vi sentite spesso? Non vi parlate o...-
-No! Non è questo, anzi appena può lui mi chiama e viceversa. Il fatto è che ho paura che per lui ci voglia ancora più tempo per andare via da quella casa. Ha avuto un mese ma a lui non è bastato... so che potrei fare qualcosa se potessi essere lì con lui.-
-Sono sicuro che è così...-
Gregory doveva affrontare il passato e metterlo a confronto con il presente, far collidere le due cose una volta per tutte. Liam e Cole: l'amore del passato e quello del presente.
-Io lo so che lui teme di cedere alle emozioni se stessi da lui per un po', me lo ha detto lui stesso che non si sente pronto a mescolare il presente con il passato- disse infatti Cole, mettendo a nudo ogni cosa davanti ai due, gli unici che potevano collegarlo a lui.
-Però prima o poi deve farlo, non può permettere che entrambi soffriate per la lontananza, quando insieme potreste superare le difficoltà- Mark guardò sorpreso il marito per quelle parole, lo stupiva sempre di più quel modo tutto suo che aveva di accettare le cose!
-Io... se sono qui oggi è... p-per chiedervi di... di portarmi da lui.-

Finally a familyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora