39.

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-Mamma, lo sai com'è fatto: non dice mai niente a nessuno, è così- disse Kevin, finendo l'ultimo sorso di caffè.
-Eccome se lo so! Quel ragazzo è così difficile...- borbottò la donna di mezza età, sistemandosi i capelli scuri, neri come quelli di Gregory.
-Stai tranquilla, adesso sta molto meglio. Fargli pressione e incoraggiarlo a fare qualcosa forse era stata una mossa sbagliata per uno come lui: sai quanto sia cocciuto.-
Sua madre lo amava tanto e non voleva che soffrisse, ma quei incoraggiamenti a ricominciare, quelle pressure e parole forti avevano solo scaturito in Gregory confusione e sempre più dolore.
-Oh, sì so benissimo anche questo!- esclamò col suo accento vagamente del sud italia, più precisamente della Calabria.
Kevin posò la propria mano su quella della donna e le sorrise. -Quando sono andato a trovarlo la prima sera che è tornato, mi ha stupito quello che mi disse. Gregory avrà pur un passato di dolore, ma forse non ricordi tutte quelle volte che, anche da bambino, ha superato gli ostacoli con un innato coraggio.- Sorrise al pensiero, infondo non si trattava di perdere un lavoro o di aver rotto con il partner, si trattava di molto di più.
-Hai ragione tesoro, ma sono preoccupata, capisci? Non parlo per più di due minuti con lui da molte settimane, e so che è solo colpa delle parole che gli ho detto. Non posso dargli torto, mi sono resa conto solo ultimamente di quanto abbia esagerato a intromettermi nella sua vita...- Kevin annuì, era dispiaciuto per il rapporto tra suo fratello e sua madre da troppi mesi vacillante e teso. Quante volte aveva cercato di farle capire che era sbagliato opprimerlo in quel modo, ma lei era stata cieca e non era riuscita a capire quanto Gregory avesse bisogno dei suoi spazi e di tempo per riprendersi.
-Vedrai che presto si sistemerà tutto, dovete solo parlare e chiarire. Tu abbi più fiducia in lui e vedrai che riuscirà a dirti ogni cosa- disse, riferendosi a ciò che Greg gli aveva accennato a proposito di Cole e di quanto ne fosse innamorato.
La donna annuì e il sorriso tornò sul suo volto leggermente paffuto. Pochi minuti dopo vennero raggiunti dai due figlioletti di Kevin che come dei tornado si buttarono fra le braccia della nonna e del padre, chiedendo loro di giocare insieme.

-....Campbell! Sta ascoltando la lezione?!- gridò con voce stridula la professoressa Lee, mentre con un gesto stizzito del braccio posò il gessetto sulla cattedra. Cole sbattè ripetutamente gli occhi, spostò lo sguardo dalla finestra che si affacciava sulla strada accanto a lui, per poi farlo cadere su quello irritato della donna. -Ehm, mi scusi- rispose, ritrovando pian piano la coscienza, persa chissà dove da quando aveva cominciato ad immaginarsi ovunque il viso di Gregory. Sul banco aveva anche sparpagliati dei fogli pieni di scarabocchi, la maggior parte erano ritratti fatti a casaccio del moro oppure schizzi di animali, i suoi soggetti preferiti da disegnare.
L'insegnante gli lanciò un'occhiataccia e tornò a spiegare, per quei pochi che riuscivano a capirci qualcosa di matematica.
-Ehi, rincitrullolito, stai attento, guarda che non te li passo i miei appunti- bisbigliò Clare, ridacchiando da sola... era la terza volta, o forse quarta, che lo riprendevano per la sua distrazione quella settimana, la prima dopo le vacanze, per giunta...
-Che sono questi?- chiese poi, afferrando uno dei fogli pasticciati, in tempo prima che Cole glielo impedisse. Molto coerente il fatto che proprio lei gli avesse detto di stare attento quando poi era la prima a distrarlo!
-Niente, ridammeli- sussurrò, mantenendo il tono di voce più basso possibile: fosse stato per lui avrebbe gridato per riaverlo indietro, per chissà quale motivo non gli piaceva quando gli altri pretendevano di vedere i suoi disegni senza il suo consenso.
-Wow! Che bello questo! È il tuo daddy?- chiese, cercando di trattenere le risate, ma ammirando comunque il bel volto molto somigliante all'uomo che aveva già visto giorni prima.
Cole arrossì -non chiamarlo così, ti prego!- esclamò, anche se persino lui avrebbe voluto ridere, ma si trattenne.
-È sexy e più grande di te di almeno una decina d'anni: è un daddy!-
-No, senti... come si vede che non sei un'esperta, i daddy somo molto più vecchi!- -Ma sì, anno più o anno meno, non cambia il fatto che lui sia un uomo molto più maturo e molto più grande di te!-
Cole si morse il labbro per non ridere a crepapelle e con un veloce gesto riuscì a riappropriarsi dei fogli.
-Okay, come vuoi... ma la prossima volta chiedimelo se vuoi vedere i miei dis- -Campbell! Alla lavagna! Magari ti viene voglia di prestare più attenzione alle mie lezioni!- esclamò la professoressa Lee, facendogliela letteralmente fare addosso dallo spavento.
-Cavolo no... sono nella merda, non so niente- mormorò fra sé e sé mentre si alzava controvoglia dalla sedia.
Clare mormorò un "Oops" divertito e lui, dopo averle lanciato un'occhiataccia, andò alla lavagna, dove la donna gli stava porgendo un gessetto.
-Visto che di stare attenti non se ne parla, deduco tu sappia già svolgere alla perfezione questi esercizi- disse, incrociando le braccia al petto e guardandolo con l'irritazione negli occhi, Cole percepiva il suo odio verso di sé da lontano chilometri.
Guardò i suoi compagni del corso di matematica, per la maggior parte persi nel mondo dei sogni e in evidente stato di noia più totale e poi riportò gli occhi su di lei, era così accanita verso i suoi confronti, ce l'aveva sempre e solo con lui!
-Copia il testo di questo esercizio e svolgilo per l'intera classe- indicò qualcosa che probabilmente era una equazione di qualche grado assurdo e si trattenne nel mettersi le mani fra i capelli: numeri, lettere, parentesi di qualsiasi tipo... quella roba proprio non la capiva e mai l'avrebbe fatto.
Era quasi a metà della copiatura del dannatissimo testo, quando, per la gioia di tutti la campana suonò. Inutile dire quanto poco ci misero gli studenti a precipitarsi fuori dall'aula... Cole probabilmente era stato il più veloce, fottuto fortunato salvato dalla campanella!

Finally a familyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora