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Scusate per il ritardo! :/ Volevo anche avvisarvi che in questo capitolo sono presenti più parolacce del solito... ve lo dico in caso a qualcuno potessero dar fastidio. Detto questo, buona lettura!

-Hai percaso visto Clare?- domandò per l'ennesima volta all'ennesimo tizio o tizia che gli arrivò addosso, che come i precedenti rispose di no. Era mezzo ubriaco, voleva andarsene da quella dannata casa super affollata e dormire fino al giorno seguente... ma prima doveva trovare la sua amica, perché era preoccupato dato che era sparita chissà dove da almeno mezz'ora.
-Stai cercando la tua amica?- chiese un ragazzo dai capelli cortissimi biondi, che gli posò con poca grazia la mano su un fianco. Cole attirato da quelle parole si voltò, per poi scansarsi leggermente e guardare il tizio negli occhi -Sì! Sai dov'è adesso?- il tipo gli sorrise con malizia, stringendo la presa su di lui e avvicinando pericolosamente il viso al suo -Uhm... forse- Cole cercò di allontanarlo con entrambe le mani, spingendo il suo petto che avanzava sempre di più. -Che stai...- ma venne interrotto da una voce più alta che già conosceva. -Lascialo Andy, va ad importunare qualcun'altro- disse Ryan, un suo amico della compagnia che frequentava. Andy sbuffò e alzò gli occhi al cielo, lasciando la presa sul corpo del rosso, che lo guardò storto, allontanandosi verso l'amico.
-Grazie Ryan... come mai non sei con gli altri?- gli chiese, guardandosi attorno alla ricerca degli amici. -Si stanno ubriacando, tanto per cambiare... piuttosto, se stai cercando la tua amica l'ho vista poco fa salire al piano di sopra, credo che con lei ci fosse anche Travis, è l'unico che non era con gli altri- Cole sgranò gli occhi: Clare completamente ubriaca con qiell'idiota strafatto di Travis non era un mix affidabile.
-Merda! Devo andare immediatamente, scusa- esclamò, correndo via diretto verso il piano superiore della casa, ovvero quello dove c'erano le camere da letto... Cole sperò con tutto se stesso di non vedere quello che pensava. Speranza che morì quando vide Travis con una mano sul sedere dell'amica e quest'ultima che cercava di toglierselo di dosso con scarsi risultati, mentre l'alcool la faceva ridere come un'isterica e biascicare parole a caso.
-Travis che cazzo credi di fare?! Lalsciala, non vedi che è ubriaca?!- sbottò avvicinandosi e cercando di separarli, ottenendo solo una spinta.
-Che vuoi frocetto? Non vedi che ci stiamo divertendo?- rispose quello, portando anche l'altra mano sul sedere della ragazza, che sussultò ridacchiando e cercando di spingerlo via. A quel punto Cole agì d'istinto, come era suo solito fare, e afferrò il colletto della maglia di Travis strattonandolo, facendolo indietreggiare e perdere l'equilibrio, cadendo infine a terra. Clare emise un gridolino seguito da lamenti, barcollando indietro.
Il biondo, anche lui piuttosto brillo e probabilmente strafatto da qualche canna, lo guardò con sguardo truce, rialzandosi barcollando. -Che cazzo fai stronzo?! Vuoi un pugno? Ti diverti così tanto a prenderle, eh, coglione?!- farfugliò avvicinandosi pericolosamente a Cole, che lo guardava arrabbiato e per nulla spaventato. -Lascia in pace la mia amica o...- non riuscì a completare la frase perché il biondo con velocità disumana gli tirò un forte cazzotto sullo zigomo, facendogli letteralmente girate la testa e farlo cadere malamente sul pavimento.
Clare spaventata strillò, si avvicinò ai due ma Cole le fece segno di allontanarsi, così corse giù per le scale.
-"O" cosa, eh?!- esclamò quello ridendo e prendendolo per il colletto, guardandolo negli occhi.
Cole, affaticato dal dolore lancinante che provava sul viso, lo guardò torvo, mentre con una mano cercava di farsi sollievo sulla botta. -Perché...- ansimò affaticato, per poi prendere fiato e parlare -perché cazzo lo hai fatto?!- e riuscì a libersi dalla stretta del biondo sul suo indumento. Travis rise come un idiota indietreggiando, mentre Cole si rialzò subito dopo, fronteggiandolo.
-Mi mancavano questi momenti tra noi Cole... tu non mi sei mai piaciuto- disse Travis con sorriso beffardo. Cole corruggò la fronte, avvicinandosi all'altro con fare minaccioso e senza provare alcuna paura. Esatto, Travis era quello con cui fece la maggior parte dei litigi e che causò le peggiori risse, ed era lo stesso che gli aveva lanciato il pallone da basket in faccia. Sapeva perché lui non lo sopportava, perché Cole era gay e lui uno schifoso omofobo e razzista, che si divertiva ad importunarlo e provocarlo con gli insulti. Era di bell'aspeto e popolare a scuola, co-capitano della squadra di basket della scuola... si poteva solo immaginare quante arie quel cretino si dava.
Cole ignorò le sue parole e prese coraggio, fiondandosi sul biondo per mollargli un pugno in pieno viso, mandandolo contro la parete che aveva dietro. Quello si ricompose mugulando di dolore mentre si teneva con una mano il naso sanguinante, il sorriso ormai scomparso dal suo volto. Inutile dire che in pochi secondi dopo si trovarono uno sopra l'altro tirandosi pugni e calci, mentre una piccola folla di idioti si era messa ad esultare intorno a loro.
Per fortuna Clare, con le capacità motorie di un bradipo per colpa del troppo alcool ingerito riuscì a chiamare il resto degli amici di Cole, che non persero tempo per raggiungere i due.
-Permesso! Fatemi passare!- urlò Ryan, spingendo la gente che era attorno ai due, che si rotolavano per terra senza smettere di picchiarsi. Ryan era l'unico ragionevole del loro gruppo di amici, l'unico che riusciva a farli smettere e a calmare le acque. Cole ci provava a trattenersi, ma spesso la sua tolleranza e pazienza duravano ben poco, causando come al solito inutili litigi.
-Fermi! Smettetela!- sbottò tirando indietro Travis, che si dimenava come un animale in gabbia, menando calci e pugni all'aria quando venne finalmente staccato dal corpo dolente di Cole. Quest'ultimo indietreggiò, cercando di alzarsi ma con molta fatica.
-Andatevene tutti! La festa è finita! Bale caccia via tutti quanti, non voglio più vedere nessuno- gridò Ryan rivolgendosi poi al suo migliore amico, che annuì dirigendosi al piano di sotto, mentre gli ospiti si allontanavano lamentandosi.
-Lasciami stronzo! Da che parte stai?!- urlò Travis, incapace di liberarsi dalla stretta forte di Ryan, che gli stava bloccando entrambe le braccia.
-Mi chiedo perché cazzo dobbiate sempre comportarvi come dei bambini, dannazione!- Cole tamponò con la manica della felpa il sangue che usciva in abbondanza dalla vecchia ferita riaperta che aveva sul labbro.
-È stato lui ad iniziare... mi ha tirato un pugno! E l'ho beccato... che toccava Clare... se ne stava approfittando mentre lei era completamente ubriaca... e adesso dov'è?!- sbottò, cercando di ignorare, con moltissima difficoltà, il dolore che aveva praticamente su tutto il corpo.
-Cristo, Travis! Perché dovete usare le mani?! Prima o poi vi baccherete una denuncia... e sperate che nessuno si ricordi qualcosa di ciò che è accaduto, almeno in casa mia pretendo un minimo di controllo!- sbraitò Ryan, mentre il biondo ormai si era calmato, rinunciando a liberarsi da quella stretta. Cole gemette di dolore all'improvviso, accasciandosi per terra con le mani su un fianco. Ryan liberò malamente le braccia del biondo e si avvicinò al rosso -Ehi! Dove ti fa male?!- Cole tossì mormorando un "niente, non preoccuparti", mentre Travis se la rideva, anche lui un po' affaticato, tenendosi con una mano l'occhio colpito che presto sarebbe diventato nero.
-D-Dov'è... Clare?- mormorò con poca facilità, ostacolato dal dolore che non voleva lasciarlo, ripetendo la stessa domanda prima ignorata. -Stai tranquillo, le sue amiche l'hanno portata a casa... le ho detto che ci avrei pensato io a te- rispose Ryan, aiutandolo ad alzarsi, mentre il resto del gruppo di amici si avvicinava al biondo per chiedergli spiegazioni -cavolo amico, questa volta hai veramente esagerato!- biascicò ridendo uno degli amici, un ragazzone moro, alto, pieno di brufoli e grosso come un armadio.
-Fottiti Matt, quello schifoso deve solo ringraziare il cielo se non gli ho spaccato l'intera faccia, sono stato troppo buono- sputò con cattiveria, zoppicando verso il piano di sotto, dove la musica ora non c'era più e la gente se ne stava andando.
-Cole, ce la fai a rialzarti?- domandò Ryan, posando le mani sulle sue spalle. Cole annuì e con l'aiuto dell'amico riuscì a raggiungere il piano di sotto, incasinato e in soqquadro come se fossero appena entrati dei ladri. C'erano bicchieri e bottiglie di alcool poggiate su qualsiasi ripiano, alcuni soprammobili per terra miracolosamente ancora integri e varie cianfrusaglie non identificate uscite da chissà dove sparse per il pavimento.
Uscirono dall'abitazione, che si affacciava sulla strada, mentre affianco aveva il giardino. -Vieni Cole, ti accompagno a casa- alla parola "casa", Cole tremò al solo pensiero di sua madre che lo vedeva in quello stato. Era riuscito a convincerla ad uscire di casa quella sera ed ora doveva deluderla un'altra volta tornando conciato in quel modo?
-No! Io... ho detto che sarei rimasto fuori e, oh mio dio, se mia madre mi vede in questo stato... lei... cazzo!- farfugliò, mantenendo una mano sul fianco dolorante, mentre l'amico lo sosteneva con un braccio. -Okay, okay, ma devo medicarti, sicuro di non esserti rotto nulla?-
Il rosso annuì, fortunatamente di ossa rotte non ne aveva, ma era pieno di lividi e qualche graffio che non aveva smesso di sanguinare, entrambi impossibili da nascondere.
Stettero per rientrare in casa ma un clacson li indusse a voltarsi indietro, cioè che Cole vide, o meglio chi, gli fece sgranare gli occhi incredulo.

-...e quindi abbiamo divorziato due mesi fa... già, tutta colpa di quell'idiota!- finì di raccontare la sua ultima storia d'amore finita male Jess, una vecchia compagna di classe di Gregory, alta, bionda e truccata come una diva di Hollywood. Tutti risero, anche Gregory, per poi controllare per l'ennesima volta l'orario sul cellulare. -E tu, Greg?- chiamò la sua attenzione un'altra donna, anche lei una vecchia conoscenza del passato.
-Oh be', io sono felicemente single, niente matrimoni, divorzi, o cose così nella mia vita per ora- mentì, sinceramente quelle erano le ultime persone a cui avrebbe detto qualcosa sulla sua vita privata.
-Oh, quindi te la spassi con i bei giovani di Portland!- esclamò Jess ridendo, contagiando anche altri.
-Più o meno sì- "rise" Gregory.
Erano una ventina seduti al tavolo di un ristorante che si gustavano delle pizze mentre chiacchieravano di qualsiasi cosa. -Ho saputo che Daniel ha un figlio adesso!- esclamò un'altra ancora, cambiando, per fortuna, discorso. Così andò avanti per molto e alla fine non era stato male, si era divertito e scoprì che alcuni vecchi amici un po' gli mancavano.
Dopo la cena si spostarono in un piccolo pub, un posto non troppo affollato o caotico, tanto per continuare a passare il tempo insieme.
Greg bevve un altro sorso della propria birra, mentre se ne stava seduto su una poltroncina comoda, guardando alcuni rimasti che parlavano tra di loro.
-Ciao- venne chiamato dalla voce di qualcuno che già conosceva ma con cui non ebbe la possibilità di parlare prima. Si voltò, guardando il ragazzo che si sedette sulla poltrona affianco alla sua. -Ciao- rispose sorridendo, guardando l'arrivato negli occhi castani.
-Ne è passato di tempo eh...- iniziò l'altro, sorridendogli timidamente, spostandosi un ciuffo di capelli del colore degli occhi. -Già...- annuì, mentre la conversazione sembrava non avere uno scopo preciso.
-Sei davvero cambiato sai? In meglio, ovviamente- si affrettò subito a chiarire, facendo ridere entrambi, -grazie... anche tu, comunque- rispose il corvino sorridendo.
-Ho pensato a te negli ultimi giorni... cioè, quando ho saputo che ci saresti stato anche tu questa sera ero felice... e ora che ti rivedo... wow, credo tu non abbia mai smesso di piacermi- confessò all'improvviso con la semplicità con il quale si beve un bicchiere d'acqua, lasciando stupito e senza parole Gregory.
-Ah... io, ecco...- cosa diavolo poteva dirgli?!
-Scusa, lo so che questo non cambierà nulla, ma avevo bisogno di dirtelo.-
-No no, sono contento tu me lo abbia detto... è solo che io adesso non sono propenso ad una... come dire... una relazione, capisci? Tu sei davvero un bel ragazzo, però io...- cercò di parlare in maniera sensata, non riuscendoci con facilità. Sapeva che Paul aveva avuto una cotta per lui a scuola, ma non si immaginava di certo che anche dopo dieci anni la cosa non sarebbe cambiata!
-È okay... avevo solo bisogno di dirtelo- disse, sorridendo con tranquillità disarmante. -Possiamo solo mantenerci in contatto... come amici, se ti va?- aggiunse.
-Oh, ma certo- se era come amici, perché no? Si scambiarono i numeri di telefono e passarono il poco tempo rimasto a chiaccherare del più e del meno, come veri amici di vecchia data.
Al termine della piacevole serata si salutarono tutti, e nel tragitto verso casa Greg decise di passare davanti alla casa dove Cole gli aveva detto di essere ad una festa. Non era stanco e gli andava di fare un giro, non seppe nemmeno lui perché decise di passare, forse perché così avrebbe potuto incontrare il ragazzo.

Finally a familyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora