Era bellissimo, proprio come l'ultima volta che lo aveva visto. I cappelli scuri e molto corti lasciavano luce al viso squadrato e dai tratti marcati. Sotto il braccio teneva un pallone da basket, cercando di non farlo cadere mentre correva incontro alla coppia col bambino. Era alto, poco più di lui, e i muscoli erano evidenti grazie al vestiario estivo, e quindi molto povero. Indossava una semplice t-shirt chiara e dei pantaloncini corti fino al ginocchio, simili a quelli che il presunto marito del suo professore indossava. Si chiese se sua madre, ormai amica del professore dopo tutti quei colloqui a causa sua, sapesse della sua vita privata... anche se di certo non era affar loro. Distolse lo sguardo da lui e, senza pensarci due volte, chiamò Clare, tanto per farle sapere la gioia che stava provando. Come se le importasse.
-Devi assolutamente venire al parco. Gregory è qui!- farfugliò, senza darle il tempo di dire una parola dopo aver accettato la chiamata. -Ancora quel tizio?! E comunque mi hai svegliata!- biascicò, per poi sbadigliare e sbuffare rumorosamente. Cole roteò gli occhi e le chiese scusa -ho scoperto una cosa che ti lascerà senza parole, se vieni qui te la dico...- -Ah-ha, non mi stressare, io torno a dormire!- -ti prego Clare!- usò la voce più ruffiana che riuscì a tirar fuori. -No! E piantala con gli occhioni dolci, non posso vederli!--Ripetimi perché mi hai fatto venire qui- Mormorò con voce assonnata, per poi passarsi le mani sulla faccia.
-semplice, devi aiutarmi a conquistare il mio uomo!- Disse il rosso, mettendo su un sorriso entusiasta. -Ah giusto, perché la mia presenza qui, è fondamentale!- Ironizzò, alzando gli occhi al cielo.
-Ovviamente! Ascoltami bene, ho un piano...-
Erano lontani dai quattro e nessuno poteva vederli da quella posizione, al contrario di loro che invece avevano una visuale perfetta. Gregory stava giocando nel campo assieme al compagno del professore e intanto quest'ultimo era rimasto sulla panchina con in braccio il bambino.
-Ma tu lo sapevi che il prof è gay?- le chiese, mentre a passi lenti si avvicinavano ai quattro. -Ovviamente, l'ho capito subito! Tu no?!- Cole strabuzzò gli occhi nocciola -seriamente?!- sbottò, per poi sospirare e fare spallucce -il mio gay-radar non ha mai funzionato bene in effetti...- mormorò, facendo scoppiare a ridere l'amica.
Quando furono abbastanza vicini alla panchina su cui era seduto il biondo, misero su un sorriso e una finta espressione di sorpresa sul volto.
-Buongiorno prof!- Esclamarono all'unisono, facendo quasi spaventare Mark, che sobbalzò per poi guardarli imbarazzato. -Hey, che piacere vedervi, ragazzi- Sorrise a disagio, era meglio se non lo avessero visto in quel momento, con in braccio suo figlio e con suo marito nelle vicinanze ignaro della presenza di alcuni suoi studenti.
Preferiva tenere per sé la sua vita privata, soprattutto nell'ambito scolastico, dove lavorava e aveva a che fare con molte persone. Il fatto che fosse gay avrebbe potuto causargli problemi a lavoro di ogni tipo, perciò voleva evitare di farsi vedere in giro con figlio e marito.
-Q-Quello è suo figlio?!- domandò Clare, assumendo un'espressione intenerita dalla vista di quel fagottino sorridente. -Ehm sì, è mio figlio- fu costretto a risponderle, accarezzando il piccolo sulla testolina morbida. Intanto Cole poté tirare un definitivo sospiro di sollievo.
-È così cariiiino! Non ci aveva detto che aveva un figlio!- cinguettò, sedendosi accanto al biondo, mentre Cole... aveva occhi solo per il corvino.
Mark cercò di mantenere la calma, fino a quando Daniel decise di interrompere il gioco e voltarsi verso il marito, intento a sorridere e a chiacchierare con due ragazzi. Senza pensarci si avvicinò e di conseguenza Gregory lo seguì, incuriosito, dopo aver riconosciuto il ragazzo con le lentiggini.
Cole arrossì come una ragazzina e cominciò ad agitarsi appena vide che Greg si stava avvicinando a loro, cercò inutilmente di sembrare il più normale possibile.
Quando i due furono a pochi passi dagli altri, Mark guardò il marito, dandogli un'occhiata tutto tranne che serena.
Nessuno disse niente, perché il primo a parlare fu Greg che salutò con naturalezza il rosso, che ricambiò in imbarazzo. Mark lo guardò stupito, non se lo sarebbe mai aspettato che conoscesse quel ragazzo.
Mark conosceva bene Cole, ormai lui e sua madre facevano lunghe chiacchierate su di lui. Era davvero un combina guai, uno che faceva tutto ciò che gli passava per la testa. Ma sapeva che era un bravo ragazzo e che a scuola, a parte nel comportamento, cercava di impegnarsi il più possibile.
-Voi vi conoscete?- domandò incuriosito, lasciando in secondo piano il fatto che adesso Daniel stesse prendendo in braccio il bambino, baciandolo... ma nessuno dei due ragazzi sembrava sorpreso; perciò non ci diede più tanto peso.
-Già, è la terza volta che lo incontro...-disse Greg e Cole annuì imbarazzato.
-Perfetto, quindi ora siamo in quattro!- Esclamò Daniel, interrompendoli, poi si rivolse alla ragazza seduta accanto al passeggino -cara terresti d'occhio il piccolo mentre Mark gioca con noi?- Mark lo guardò allibito, ovvio che si fidasse di quella ragazza, la conosceva abbastanza da sapere che era affidabile per un incarico del genere... ma Daniel no! Daniel non la conosceva! A casa gliene avrebbe dette quattro.
-Scordatelo, non mi muovo di qui, non sono nemmeno vestito adatto!- Rispose prontamente. Innanzitutto odiava qualsiasi tipo di sport, odiava il fatto che Daniel non si fosse nemmeno preoccupato di sapere chi fossero le persone che si erano appena avvicinate a suo figlio. Decisamente, a casa gliene avrebbe dette quattro.
-Andiamo, sarà divertente!- Esclamò, posando il figlio nel passeggino, mentre Clare non sapeva a chi dar retta. -Comunque con me siamo solo in tre, è vero che in matematica non sei mai stato un portento...- Daniel lo interruppe bruscamente e con un lamento -il quarto è lui!- e indicò il povero e confuso Cole che, sentitosi chiamato in causa, lo guardò interrogativo. -i-io? Ma... non sono tanto bravo e poi...- -ah non importa, nemmeno lui lo è- disse, indicando col pollice il marito ancora seduto davanti a lui, che di tutta risposta alzò gli occhi al cielo. Alla fine accettò, poteva essere un ottimo modo per conoscere meglio Gregory... e in più il suo piano poteva ancora andare a buon fine!
-Okay, basta con le ciance, giochiamo!- Esclamò euforico Daniel, impaziente di tornare a giocare, era peggio di un bambino. -Clare, perdonami, mi faresti questo grande favore?- chiese alla ragazza, che annuì felice, già intenta a giochicchiare con le ditina del piccolo. La ringraziò infinitamente e raggiunse gli altri tre che lo aspettavano nel campo.
Fecero un'amichevole due contro due; Mark, contro volontà, in coppia col marito e Gregory col rosso, ora rosso pure sulle guance.
-Li facciamo secchi!- Esclamò Greg, per poi battere il cinque al ragazzo, mentre Mark non vedeva l'ora che quella tortura finisse. Giocarono per interi minuti e Greg e Cole erano davvero in vantaggio, contro un irritatissimo Daniel. Era tutta colpa di quello scansa fatiche di suo marito!
Cole se la cavava alla grande e, anche se gli sembrava strano giocare a basket contro il suo prof, si stava divertendo davvero molto. Ad un certo punto, senza nemmeno farlo apposta come avrebbe dovuto fare per il suo "piano", cadde all'indietro come un perfetto idiota, sbucciandosi i gomiti come un bambino di cinque anni. Tipico di lui, che cadeva ovunque e persino sui suoi piedi!
Mark fermò la palla, capitata solo per fortuna tra le sue mani, e tutti e tre si avvicinarono al ragazzo intento a rialzarsi. -Tutto bene?!- domandò preoccupato Greg che alla vista del sangue cominciò ad impazzire. -Ci risiamo, mi era mancato il tuo istinto da infermierina, Greg!- Esclamò Daniel ridacchiando e ricordando il fatto che Greg persino da giovane si comportasse così ogni qual volta che qualcuno si faceva male.
-Sto... bene, dovrei solo sciacquare...- -No, no, no. Devi disinfettarlo, o finirà come quel labbro!- Rispose, ignorando le occhiate interrogative degli altri due. -Dovrei avere qualcosa nella borsa attaccata al passeggino, prendi pure quello che ti serve- intervenne Mark, felice per avere interrotto il gioco. Daniel alzò gli occhi al cielo e ignorò il fatto che quelli erano solo dei miseri graffietti e non si meravigliò nel sapere che probabilmente in quella borsa Mark ci aveva messo l'intera farmacia, farmacista compreso.
Greg annuì e, seguito da un sanguinante Cole, prese l'occorrente. E mentre cercava di ignorare le risate dell'amica per la sua caduta, il suo cuore cominciò a scalpitargli nel petto quando capì che Greg stava per medicarlo. Lo fece sedere dall'altra parte della panchina, e con delicatezza afferrò il suo braccio -Tienilo leggermente teso, così posso disinfettarlo meglio- sorrise, facendo imbarazzare l'altro ancora di più. Cole fece come gli era stato detto e espose la ferita più innocua e indolore del mondo agli occhi del dottore. Che poteva farci, amava disinfettarle! Con un semplice fazzoletto intriso di disinfettante, andò a tamponare la ferita sanguinante. Cole sobbalzò per quel contatto che gli procurò bruciore e Greg si scusò, cercando di far più piano. -Ti fa molto male?- chiese premurosamente, finendo di disinfettarlo. -N-Non molto... grazie mille- gli sorrise e Greg ricambiò, col suo corpo a pochi millimetri di distanza da quello di Cole. -Quindi...- Cole spezzò quel silenzio imbarazzante per lui -quel bambino non è tuo?- Gregory smise di scartare un cerotto e lo guardò -oh, no... quel giorno al supermercato lo stavo solo curando- chiarì con voce gentile.
Intanto Clare cercava inutilmente di ascoltare, ma invano.
-Io non ho figli- aggiunse, abbassando lo sguardo sulle proprie mani, finendo così di aprire il cerotto -oh, be' neanche io- scherzò Cole, facendo ridere entrambi.
Poi Greg prese di nuovo fra le mani il braccio lentigginato del ragazzo, mettendo il cerotto sulla ferita con una tale precisione e ripetere l'operazione anche sull'altro braccio. -Ecco fatto, come nuovo!- esclamò Greg continuando a tenere in mano con delicatezza un braccio. Cole lo ringraziò ancora e per alcuni veloci secondi si guardarono negli occhi senza dir nulla. Nocciola nel nero pece.
A spezzare quello strano momento fu Mark, che apparve all'improvviso stravaccandosi sulla panchina tra Clare con il piccolo e i due. -Ricordatemi di non giocare mai più a quello stupido gioco- disse esausto come se avesse appena corso una maratona.
-Ma prof, è stato bravissimo!- disse Clare, passandogli il figlio, che Mark accolse tra le braccia. -non mi corrompa, signorina Turner!- scherzò facendo ridere i presenti.
-Oh, Cole, ho visto il murales che hai fatto nell'aula di musica, è davvero stupendo!- cambiò discorso Mark, e Clare concordò pienamente mentre il rosso, super imbarazzato per la presenza di Greg, ringraziò.
Cole era famoso a scuola non solo per essere un gran combina guai, ma anche per essere un bravissimo artista. Gli piaceva fare murales e, dato che era una delle poche cose che lo tenevano tranquillo, avevano deciso di fargli dipingere alcune vecchie e noiose aule della scuola.
Mentre parlarono della scuola che dopo poco più di un mese sarebbe iniziata, Greg e Daniel ascoltavano, anche se il secondo avrebbe volentieri continuato a giocare. Alla fine Mark confessò loro che Daniel era suo marito, ottenendo delle reazioni fintamente sorprese. Sapeva che quelli non erano ragazzi ignoranti, bigotti o omofobi, quindi ne parlò con tranquillità. Chiacchierarono per una mezz'ora intera fino a quando Will non cominciò a lamentarsi, segno che era ora di tornare a casa.
Una volta che la coppia si fu allontanata abbastanza, Gregory ritornò indietro e chiamò il ragazzo, intento a tornare a casa. Cole si voltò, trovandosi a mezzo metro di distanza dall'altro. -Scusami, non voglio rubarti molto tempo, solo chiederti una cosa...- lasciò in sospeso la frase in attesa di una risposta positiva da parte del più piccolo, che arrivò immediatamente accompagnata da un evidente rossore sulle guance.
-Ho sentito che sei un artista ed è un artista che sto cercando... vedi, il figlio del tuo professore è nato da poco, quindi volevo fargli un regalo carino; avevo pensato di far fare qualcosa sulle pareti della sua cameretta ancora in costruzione. Tu ne saresti capace?- Cole lo guardò perplesso e pensieroso, non aveva la minima idea di cosa rispondere. -Ovviamente ti pagherò! E, dato che non si può decidere su due piedi e probabilmente non è nemmeno una cosa fattibile, dovremmo parlarne un po' più approfonditamente.- Non era ancora convinto dell'idea che aveva avuto, ma la propose lo stesso a quel ragazzo, se non fosse stato lui lo sarebbe stato qualcun altro.
Cole ci pensò su, ma davvero non sapeva che risposta dargli. C'erano così tanti pro e contro; il consenso di sua madre non era sicuro, e se lo fosse stato il pensiero di lavorare in casa di altri lo imbarazzava, però ci avrebbe guadagnato del denaro... e avrebbe anche avuto la possibilità di vedere spesso Greg.
-Puoi pensarci su, io non ho fretta, intanto possiamo scambiarci i numeri di telefono in caso avessimo notizie da darci... sempre se la cosa ti interessa.- Cole finalmente lo guardò negli occhi, prima dispersi ovunque tranne che in quelli del corvino. Non ci credeva, stava per ottenere il numero di quell'uomo che tanto gli piaceva senza nemmeno aver fatto il minimo sforzo. -D-D'accordo... mi farebbe davvero molto piacere e... grazie per avermi scelto sulla fiducia, insomma, non hai nemmeno mai visto una mia opera... lo apprezzo.- sorrise, mentre Greg si dava dell'idiota. Poi però pensò al fatto che Mark gli aveva fatto i complimenti sui suoi lavori, così cercò di non badarci più di tanto. -Perfetto, allora questo è il mio numero, contattami il prima possibile per farmi sapere se sei disponibile.- Gli dettò numero per numero, mentre Cole stava impazzendo interiormente per ciò che stava accadendo. Per fortuna Clare se n'era andata via molto prima, o avrebbe urlato come era suo solito fare.
Infine si salutarono e Cole provò fin da subito quel senso di mancanza non appena il corvino si voltò per tornare sui propri passi. Si girò per l'ultima volta per guardarlo andare via, pensando al fatto che non vedeva già l'ora di rivederlo.
Com'era stato strano innamorarsi così all'improvviso, forse amore era ancora un sentimento troppo forte, ma di sicuro quella che provava era una fortissima attrazione. Si disse che la prossima volta che l'avrebbe incontrato, ci avrebbe parlato e lo avrebbe conosciuto di più, perchè di lui non sapeva praticamente niente.
Con questi pensieri tornò a casa cercando di tenere a bada quell'euforia che non riusciva a trattenere.***
Questo capitolo è stato un po' difficile da scrivere, perché il rapporto professore-studente non è facile da descrivere... ma sono dell'idea che tra i due ci debba essere un rapporto sereno sia a scuola che al di fuori.
(Scusate per le ripetizioni)
Spero comunque che questo vi sia piaciuto e al prossimo capitolo! ^-^
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Finally a family
Любовные романыQuesta è la semplice e tenera storia di una famiglia, di due uomini che hanno deciso di diventare papà e allargare il loro già enorme amore. È anche la storia di un amore che nasce per caso, condiviso da qualcuno con un passato triste, l'altro un pr...