Più forte delle parole.

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La mattinasuccessiva mi presento al lavoro con la mia divisa. In effetti noncalzava male, se non un po' larga in vita. Parcheggio l'autofinalmente nel mio nuovo posto riservato. Scendo, la chiudo, e midirigo in sede. Erano le nove. I giocatori sarebbero arrivati tracirca venti minuti.

Mi appoggio su unapanca in corridoio, mentre dialogo con Angelica.

:- Sei al lavoro?

:- Si, sono giàarrivata.

:- Com'è starelì?

:- Bellosicuramente. Ma devi sopportare parecchio.

:- Qualcuno ti hagià lanciato un commento ammiccante?

:- Più che altroprovocatorio.

:- Lascialiperdere e vai avanti. Sei lì per lavorare.

:- Lo so, ora vadoche arriva il capo.

:- Va bene, adopo.

Dott. De Nicolacon un grande borsone in mano. Lo poggia per terra, poi mi saluta.

:- Buongiorno!

:- Buongiorno alei.

:- E' da un po'che aspetti?

:- Un quartod'ora, circa.

:- Bene, ora vieniin ufficio che devo spiegarti delle cose.

Mi fa strada versoil suo studio, mi siedo nel frattempo che finisse di sistemare deinuovi prodotti arrivati stamattina.

:- Allora, cara.Come ti sembra questo lavoro?

:- Bello.

:- Notato ilcarico eccessivo?

:- Sono qui perlavorare, non per riposarmi.

:- A volte daicerte risposte che spiazzi davvero.

:- Lo so.

:- Ma piuttosto,parliamo del tuo lavoro odierno. Dries Mertens, Raul Albiol e JosèCallejon.

Tutti e tre,eseguono massaggi alla schiena. Questi sono quelli che dovraieseguire.

Mostra un fogliocon delle figure che spiegavano il massaggio.

:- Capito.

:- Ora puoiandare. Mi raccomando, ti tengo d'occhio. Un'altra risposta che sento..

:- Non capiterà.

:- Questo vogliosentir dire. Ora vai.

* Che razza diidiota! *

Vado in stanza apreparare il tutto per i tre giocatori. Per sbaglio, urto contro lamaniglia della porta. All'altezza del fegato, avevo ancora un grandelivido che non se n'era più andato. "Per sbaglio"...In veritàmi aveva spinto contro il mobile. Lui, il grand'uomo.

Accenno unasmorfia di dolore, poi mi ricompongo per non far accorgere nessuno.

Bussa alla portaDries. Il folletto belga, il numero 14.

Si toglie lamaglia, si distende sul letto. Dries ha un volto simpatico. È moltogentile, e di certo non fa battutine provocatorie. Intratteniamo unapiccola conversazione del più e del meno. Poi si rimette la maglia eva via.

:- Vieni in campodopo!

:- Si, certo.

Ah, mi avevainvitato in campo. Finalmente avevo trovato una persona simpatica,un'altra.

Pulisco le mani daquella crema appiccicosa, poi aspetto l'arrivo del prossimo ospite.Ogni due e tre mi alzavo la maglia per vedere a che punto fosse laferita. Quando urtava, si faceva un po' più rosso. Altrimentitornava al suo colore naturale, beige.

Sei tu il mio Re, io la tua Regina. ||José Callejón||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora