Confusa.

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Mi sveglio verso le 07,30. Doccia, poi mi vesto. Indosso una camiciadi Jeans, dei pantaloni neri e le converse nere. Nulla di che. Mitrucco. Poi parto per la mia colazione sul mare.

Josè era appena arrivato.

:- Buongiorno.

:- Buongiorno bella. Dice mentre poggia gli occhiali sulla testa.

:- Dove andiamo, allora?

:- Poi vedrai. Mi fa l'occhiolino, poi accende il motore.

:- Va bene, ti lascio fare.

:- Hai dormito bene stanotte?

:- Si, stanotte si. Tu?

:- Benissimo.

:- Oggi è una bellissima giornata, menomale.

:- Si, ma tanto ti avrei portato a fare colazione anche con lapioggia.

:- E la passeggiata.

:- Con l'ombrello.

:- Mh..ora pensa a guidare, guerriero.

Mi sorride, poi abbassa gli occhiali davanti gli occhi. Io cercoqualche dischetto nel cruscotto. Prendo il cd di Alvaro Soler, loestraggo. Lui aveva la mano sulla marcia. Ci sfioriamo un attimo.

Brivido. Lui rimane lì, la mano ferma come il marmo. Io la tolgoimmediatamente.

:- Scusa. Faccio mentre cerco di non guardarlo negli occhi.

:- Tranquilla.

Canticchiamo qualche canzone, nel frattempo di arrivare dall'altraparte del mondo!
Alla fine, parcheggiamo un po' lontano, e andiamoin questo locale. Aveva la terrazza che affacciava sul Golfo diNapoli. Era stupendo, non c'ero mai stata. Non sapevo neanche cheesistesse questo locale, figuriamoci.

Ci sediamo fuori, mentre il cameriere arriva con l'ordinazione.

:- Due Cornetti e due Cappuccini, fu la risposta di Josè. Ne avevamoparlato già in auto.

Aspettiamo che fosse pronto il tutto, nel frattempo ci guardiamo unpo' negli occhi. Un minuto, poi sorridiamo e distolgo lo sguardo dalui.

:- E' davvero bello qui.

:- Immaginavo ti piacesse.

:- Inizi a conoscermi, Josè.

:- Qualche piccola cosa, ogni tanto la lasci trapelare.

:- Mi rivelo piano piano.

:- Lo so, aspetterò.

Fortunatamente arriva il cameriere col vassoio, non ero in grado direggere certe conversazioni, a volte.

Mangiamo, si sporca le labbra con la schiuma del cappuccino.

:- Hai la bocca sporca. Rido.

:- Dove? Si pulisce col tovagliolo, ma finisce per macchiarsi ancordi più. Si sa, i fazzoletti del bar come sono.

:- Lascia fare a me.

Sembravo una Mamma col figlio che si sporca col gelato al cioccolato.

Prendo un fazzoletto dalla borsa, poi gli pulisco le labbra.

Mi sorride.

In effetti, Ma che cosa cazzo avevo fatto!

:- Meglio ora? Mi chiede.

:- Si, ora sì.

:- Grazie.

:- Nulla.

:- Lo sai che oggi hai le terapie con me?

Sei tu il mio Re, io la tua Regina. ||José Callejón||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora