Cento per cento.

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La mattina dopo mi sveglio fra le braccia di Josè, con le sue mani sulla pancia. Eravamo stretti, adoravo questa presa. Mi faceva sentire protetta. E non l'avrei mai detto, specie se consideriamo che un mese fa non volevo neanche che qualcuno mi parlasse. Oggi è sabato, il giorno della conoscenza fra miei e Josè. Un giorno molto importante, per il momento non avrebbero saputo niente ma sarebbe stato il probabile inizio di tutto. Mi muovo senza agitarmi più di tanto, per non farlo svegliare. Mi alzo, copro con la coperta il suo fisico, e chiudo la porta. Vado in bagno, poi in cucina. Mi siedo appoggiandomi al tavolo, buttando l'occhio sul cellulare. Mamma mi aveva scritto.

:- Tutto pronto per oggi?

:- Certo.

:- Alle tre e mezza va bene se vieni a prenderci?

:- Credo di si.

:- Bene. Oggi gran giorno eh, conosco finalmente il fidanzato di mia figlia.

:- Non sono fidanzata!
:- No..?

:- No! Lo direi, se lo fossi.

:- Come no. In ogni caso, non vedo l'ora di conoscere i giocatori e specialmente l'amico che mia figlia frequenta ma non ammette.

:- Mà, dai.

:- Scherzavo. Sei da questa tua amica?

:- Si.

:- Ma come si chiama?

:- Poi ti dirò. Comunque oggi fate le persone serie, specialmente tu.

:- Te l'ho detto, io indago.

:- Non hai niente di cui indagare. Josè non sta di certo a pensare a me.

:- Tra qualche ora te lo dico io. Ci vediamo dopo, buona giornata.

:- A dopo.

Mh, so per certo che lei avrebbe capito tutto in un batter d'occhio. Ma non importa, le avrei fatto capire che non c'era niente su cui indagare o che. Per il momento.

Circa mezz'ora dopo sono costretta a svegliare Josè, che non aveva sentito il suono della sveglia. Vado in camera, lo trovo sul mio cuscino con gli occhi chiusi. Che dolce ch'era, solo a guardarlo. Mi avvicino, mi siedo delicatamente sul letto e gli passo una mano fra i capelli, accarezzandoli. Apre gli occhi, li richiude, li apre del tutto. Volge lo sguardo verso di me, accennando un sorriso.

:- Buongiorno amore mio! Gli dico, mentre gli do un bacio sulle labbra.

:- Buongiorno scema. Riprende, sollevandosi.

Mi alzo dal letto, gli prendo la mano quasi tirandolo.

:- Hai gli allenamenti, farai tardi.

Si alza anche lui, con i pantaloni leggermente più scesi. Insomma, vedevo la scritta della marca nera.

:- Alzati 'sti pantaloni! Lo dico, per prenderlo in giro.

:- Vieni qua.

Mi tira verso di se, iniziando a baciarmi e mordere le labbra. Gli do qualche bacio, ma mi stacco prima che la cosa prendesse un'altra piega. Andiamo a sederci, avevo preparato entrambe le colazioni. Josè era sorridente, ma non troppo. Mi alzo in piedi, avvicinandomi a lui.

:- Scemo, perchè questo silenzio?

:- Niente, mi sono svegliato un po' così stamattina.

:- Per i miei?

:- Può darsi.

Mi siedo sulle sue gambe, lui continua a guardare basso. Gli faccio appoggiare la testa sul mio petto, lo accarezzo.

Sei tu il mio Re, io la tua Regina. ||José Callejón||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora