Romeo e Giulietta.

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La prima ad entrare in casa è Martina, che si fionda su di me abbracciandomi. Seguita poi da Alicia, Yolanda e Kat. Saluto i ragazzi, e poi Lui. Faccio segno di dirigersi in sala, o dove volessero, purchè si togliessero dalla porta! Oltre a notare la mensola con i premi del pianoforte, notano, appunto, il pianoforte.

:- Sai suonare il pianoforte!?Riprende Pepe, sorpreso.

:- Si, da parecchi anni.

:- No, che figata. Voglio sentire.

Gli altri lo ascoltano, chiedendomi di suonare qualcosa per loro. Dovevo stare in piedi per forza, non riuscivo a sedermi che il fianco mi faceva male. Da in piedi, e poiché non conoscevo i loro gusti musicali, me ne esco con "Un giorno all'improvviso", il coro che forse conosceva tutto il mondo. Loro sicuramente, dato che era rituale sentirlo nello stadio e in sede!

:- Ragà, questa la conoscete tutti.

Inizio con una intro, che loro di certo non avevano capito. Quando poi le note ricordano la prima frase, sorridono.

:- Ma questo è il coro! Riprende Marek, contento.

:- Come cazzo fai a farla! Raul. Se non mette Cazzo in una frase non è contento.

:- Non è difficile, anzi. Le note si ripetono, d'altronde.

Finito il repertorio di tutto questo, andiamo in sala. Le pizze non erano ancora arrivate, circa tra mezz'ora. Gli altri si guardano intorno, osservando la mia abitazione. Josè la conosceva bene, fino a prova contraria è l'unico che c'ha messo piede più di due volte.

:- E' carino qui. Dice Kat, mentre osserva anche le foto appese al muro.

:- Grazie. Le rispondo. In effetti casa mi piaceva, e il pensiero di doverla abbandonare, molto probabilmente, perchè non potevo permettermela era un dispiacere. Sarebbero stati guai se me l'avessero tolta, non so dove sarei potuta andare. Tuttavia, lascio i brutti pensieri e mi concentro su i miei ospiti. Reina riprende a parlare, un pò serio.

:- Allora, come stai?

:- Bene, molto meglio rispetto ad oggi. Certo, non riesco a stare molto tempo seduta perché mi da fastidio tutto 'sto lato, però bene.

:- Tu mi farai morire! Interviene Martina. Che cosa carina.

:- Io sono troppo tosta per morire. Rispondo, ridendo. Josè mi guarda. La mia testardaggine la conosceva bene, fin troppo.

:- Ma ora quando torni a lavoro? Mi domanda Dries, mentre si aggiusta il laccio della scarpa.

:- Credo dopodomani.

:- Come no! Esordisce Josè.

'Sta serata sarebbe stata davvero l'apice del tutto. Eravamo noi, tutti e dieci. Chissà quante ne avremmo dovute sopportare, io e il mio cosiddetto sposo! Riprendo a parlare.

:- Domani sicuramente non posso ancora, però poi devo tornare.

:- Stai qua, ch'è meglio! Raul mi fa l'occhiolino.

:- Certi tipi in sede, che mamma mia. Interviene Reina, con il suo vocione.

:- Ah, ne ho sopportati di peggiori se vi riferite a Luigi, Lorenzo, Amadou, Sandro, Michele, e tutta la banda restante.

:- Tu dici?

:- Fidatevi, che ho sopportato davvero di peggio.

Alicia mi guarda, aveva capito che mi stavo riferendo a Simone. Mi guardano anche Martina e Josè. Un segreto che conoscevamo noi quattro. Raul, solito impiccione, esordisce così.

Sei tu il mio Re, io la tua Regina. ||José Callejón||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora