Madrid.

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L'indomani mattina, mi sveglio verso le otto. Tra mezz'ora c'era la colazione, in stile mediterraneo. Josè mi aveva mandato un messaggio, il miglior modo per iniziare la giornata col sorriso.

:- Buongiorno piccola mia.

:- Buongiorno amore. Dormito bene?

:- Abbastanza, tu?

:- Bene bene. Ti stai preparando?

:- Si, tra un pò faremo colazione poi andremo in un campo qua vicino ad allenarci. Tu?

:- Colazione, poi in giro con Martina e Alicia.

:- Brava, voglio che ti compri qualcosa.

:- Non iniziare.

:- Non iniziare tu. Se le altre comprano, come immagino, devi farlo anche tu.

:- Di quanto sono in debito con te, circa?

:- Di niente.

:- Scemo, ti ricordi le cene e la casa.

:- Lo sai come ti devi sdebitare?

:- Come?

:- Domani voglio che mi coccoli di nuovo.

:- Va bene.

:- Per due, tre ore.

:- Va bene piccolo.

:- Allora stiamo pari.

:- Anche io voglio le tue coccole, mi mancano.

:- Davvero?

:- Si.

:- E quando avevi intenzione di dirmelo?

:- Eh vabbè.

:- Ci coccoleremo a vicenda.

:- Amore mio.

:- Chià, scusa ma ora devo lasciarti. Ci sentiamo dopo l'allenamento.

:- Va bene, tranquillo, vai ora!
:- A dopo piccola.

:- Scrivimi tu quando finisci.

:- Ok!

..
Mi preparo, mi vesto e mi ritrovo con le mie amiche in mensa, per la beneamata colazione. Mangio un cornetto, e dei pasticcini. Erano troppo carini!
Alicia si intratteneva a parlare con un cameriere che l'aveva riconosciuta, io e Martina ci guardavamo ridendo, visto che non riuscivamo a seguire il discorso. Avrei dovuto prendere lezioni di spagnolo. Dal mio professore preferito, sia chiaro.
Prendiamo il necessario, e finalmente iniziamo il nostro giro. Alicia si mostra una grande guida turistica, illustrando chiese, piazze e ogni centimetro della strada raccontava qualcosa che ricordasse i vecchi tempi con Raul.
La signorina Hamsik, esasperata dalla lezione storica-morale, interviene.
:- Davvero interessante, ma ora possiamo fare un po' di shopping?
:- Eddai, ti stavo istruendo.
:- A me piaceva! Intervengo, ridendo.
:- Anche a me, ma ora siamo in vacanza, non a scuola.
Ci dirigiamo verso un negozio. Giro per gli scaffali, con Ali e Marti che si fermano ogni due tre. Io cammino più velocemente di loro, fermandomi ad osservare un vestito appeso su un manichino.
:- Perché non lo provi? È la voce di Ali che mi riporta sulla terra, io mi ero incantata a guardarlo. Era corto, non molto però. Bianco, con i fianchi coperti da un tessuto quasi di trasparente.
:- No, no.
:- Perché?
:- Non mi starebbe bene, poi dai, si vede tutto.
:- Scherzi vero?
Si aggiunge Martina.
:- Trovato, fila in camerino e vai a provarlo.
:- No, ma ..
:- Vai!
Non me lo faccio ripetere ancora, vado in camerino e indosso quel vestito. Alla fine non era male, e si intravedevano i miei tatuaggi laterali.
:- Allora? Esco dal camerino, continuando a guardarmi.
Mi guardando sorridendo, dicono ch'è perfetto. Non ero ancora convinta, cosicché Ali fa intromettere la commessa, che mi accenna un grosso ok.
Acquisto il vestito, una borsa e una maglia.
Lady Hamsik si fa prendere dal buon cuore, ed esordisce, ancora.
:- Prendiamo qualcosa ai nostri compagni.
:- Cosa? Io non so ancora rendermi conto con le taglie di José.
:- Si vede che acquisti per uomini non ne hai mai fatti, vieni con noi. Interviene Alicia, che mi trascina verso il negozio da uomo più vicino.
Dalla vetrina, immagino già José con quella camicia bianca, quella giacca e pantalone nero. Come se fosse perfetto per lui.
Facendo due rapidi conti, acquistando vestiti per me e per lui sarebbe avanzato ancor più qualcosa. Le mie amiche mi suggeriscono di prendere quello che avevo pensato. Alla fine, le doveva indossare il mio fidanzatino. E se a me piaceva questo outfit, doveva metterlo per forza!
Poco dopo, camminiamo per un ponte, dove ad un tratto notiamo uno spazio adibito per le coppie. Ognuna lasciava un lucchetto con un qualcosa scritto sopra.
Martina ne prende tre, Ali mi consegna il pennarello.
:- Scrivi qualcosa che ti ricorda lui, e te. È un portafortuna. Poi lo appendi qui vicino ai nostri.
Scrivo una piccola frase, faccio poi la foto su consiglio di Alicia, cosicché potessi ricordarmi sempre di questo giorno e farlo vedere a José.
Lo chiudo, sospiro.
..
Pov José.
Verso mezzogiorno ho finito gli allenamenti. Clima caldo, squadra carica e compatta. Oggi era una grande giornata. Mi siedo in auto, con le cuffie, aspettando che l'autista ci portasse nuovamente in hotel. Accendo Internet, e Chiara mi aveva inviato una foto.
:- Guarda, scemo.
Era un lucchetto, con una frase sopra. Ingrandisco la foto.
"All'unico uomo della vita di Chiara, José Maria Callejòn. Per sempre. 11/02/17"
:- Amore mio, che cosa bella. Ti amo.
:- Scemo, ora tutti sapranno finalmente che sei mio, e basta.
:- Si! E che le mie braccia stringono te, solamente.
:- E che la mia bocca morde solamente le tue di labbra.
:- Non vedo l'ora di vederti.
:- Anche io, ma ora devi pensare solo alla partita.
:- Stasera sarà bellissimo sapere che sei nello stadio per guardarmi.
:- Scemo, ce ne hai messo di tempo per convincermi.
:- Dovevi venire per forza. Anche la tua sola presenza mi fa star bene.
:- Amore mio, non vedo l'ora di stare sola con te per riempirti di baci.
:- A chi lo dici, io che ho voglia delle tue coccole..
:- Ne avrai, sempre, molte.
:- Anche se ne avessi bisogno ogni giorno...?
:- Anche se ne avessi bisogno ogni giorno.
:- Perché probabilmente nei primi periodi ne avrò bisogno..
:- Le avrai! Ti ho giurato di colmare le tue mancanze, perché ora sei mio e devo occuparmene io.
:- Non voglio che sia un peso però, per te.
:- Se sei un peso tu, José, ma io che sono?!?
:- Grazie piccola ..
:- Grazie di niente. Tu sei mio, e io voglio darti l'affetto, l'amore, che non hai mai ricevuto. E non sei un peso, non lo sarai mai.
:- Davvero, grazie. Non so che dirti. Non volevo che questa cosa delle mancanze prendesse il sopravvento e condizionasse il rapporto, costringendoti a dovermi stare dietro ogni giorno.
:- Non dire cazzate.
:- Non le sto dicendo.
:- Ne stai sparando una dietro l'altra. Se questa cosa per te è riemersa, è perché è grave. Chi meglio di me può donarti amore? Devo farlo io. Lo faccio perché so che ne hai bisogno, lo faccio perché mi sento in dovere di aiutarti, lo faccio perché mi piace e mi fai sentire importante.
:- Perché importante?
:- Perché so che hai bisogno di me, e non esiste cosa più bella dell'essere necessari per qualcuno.
:- Hai ragione. Tu per me sei più che importante.
:- Poi sei il mio bambino da coccolare, suvvia.
:- Ti amo, ti amo e ti giuro che non ti farò mai pentire di avermi scelto.
:- Non mi pentirò. Per tornare indietro José, e cambiare la mia decisione, vuol dire che devi fare uno sfregio immane.
:- Non farò niente. Non voglio perderti.
:- Non succederà, se ti comporti bene.
:- Da parte mia non avrai problemi.
:- Neanche da me.
:- Quindi insieme fino alla fine?
:- Quindi insieme fino alla fine.

Sei tu il mio Re, io la tua Regina. ||José Callejón||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora