Mi presento in sede alle 9,15. Come al solito, non tardavo mai. Nonc'era nessuno se non qualcuno dello staff. Mi rivolgono un freddobuongiorno. Non so che problema avessero con me. Non capisco perchènessuno sembrava volesse parlarmi. Ok, io sono scortese, ma non sipuò trattare così una persona! Chissà per quante volte sareiriuscita a trattenere. Sentivo dentro di me un qualcosa che volevauscire, mostrarsi. Come un qualcosa che nascondi, una bomba pronta adesplodere. Bastava solo accendere l'interruttore, sarebbe partitaall'istante.
Stamattina ero un po' triste. Ultimamente lo sono sempre e non lo doa vedere, però stamattina.. insomma, la solitudine alle volte miuccideva. Moralmente ero a pezzi. Ma mi ostinavo a non far vedere anessuno niente, non trapelava nulla dai miei occhi, dalla miagestualità. Avevo una "maschera gigantesca". Quelle sberle, lespinte, i lividi e i graffi che avevo sul corpo erano i segni di unabrutta battaglia affrontata. Non l'avrei detto a nessuno, non ora.Non di certo al primo che passasse davanti ai miei occhi!
Sospiro. Un respiro profondo. Poi sorrido. O meglio, "nascondo".
Arriva Josè, forse l'unico che mi sopportava. Si siede di fianco ame, poggiando il borsone per terra.
:- Buongiorno.
:- Ciao.
:- Che hai oggi?
:- Nulla, nulla.
:- Non sembra.
:- Nessuno riconosce quando sto bene, e quando fingo.
:- Tu dici?
:- Fidati, nessuno mi conosce.
:- Sei la persona più scontrosa e acida che esista.
:- Lo prendo come un complimento.
:- Mi racconti qualcosa di te? Anche la più piccola cosa.
:- No, non ho nulla da dire.
:- Sei anche bugiarda.
:- Non sono bugiarda. Non voglio raccontare la verità. È diverso.
:- Sei un tipo complicato.
:- Non importa. Tu come stai oggi?
:- Mh, meglio.
:- Sicuro?
:- Si.
:- Va bene. Pronto per allenarti?
:- Si, non vedo l'ora di correre.
:- Sei sempre così motivato..
:- Non so cos'altro fare, il calcio è la mia passione.
:- Da sempre?
:- Da sempre.
:- Bello avere passioni, almeno hai qualche svago.
:- Voglio imparare a suonare pianoforte.
:- Impara. Chiama qualcuno, e impara.
:- Voglio che me lo insegni tu.
:- Pensa ad allenarti, va.
:- Sei ingiusta.
:- Lo so Josè Maria Callejon.
Accenno un sorriso beffardo.
:- Sei bella quando sorridi.
:- Mh..
Ci stava provando. Ma avrebbe aspettato molto, tanto. Non sarei dicerto caduta nelle braccia di Josè così, per una stupida frase. Nonora, non dopo tutto quello che è successo.
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Sei tu il mio Re, io la tua Regina. ||José Callejón||
FanfictionIntro. La mia seconda storia verte su Chiara, alle prese col nuovo lavoro da fisioterapista nella società partenopea. Non è la classica ragazza che si lascia convincere al primo appuntamento, alle prime smancerie. La storia precedente è finita m...