Non c'è mai una fine.

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Mi da un altro bacio sulla guancia, poi appoggia la testa sulla mia spalla. Io rimango ferma, volevo capire cosa aveva intenzione di fare. Rimaniamo così per qualche minuto, poi alza il capo. Mi guarda, ci guardiamo negli occhi.

:- Hai degli occhi che fanno paura. Mi dice.

:- Capirai, nulla di che. Sono come i tuoi.

:- I tuoi sono più chiari, i miei normali.

:- Sono belli anche i tuoi.

Non so cos'avesse in mente di fare. Un suo bacio ora... non so come l'avrei presa.

Pov Josè.

Pensavo di baciarla, ora. Chissenefrega di come sarebbe andata a finire. Non riuscivo a contenermi. Volevo baciarla, volevo assaporare quelle cazzo di labbra che mi facevano impazzire da giorni. La guardo, lei abbassa la testa.

:- Perchè non mi guardi?

:- Non lo so..

Le do un bacio sulla testa, appoggiando la mano sulla sua guancia. Lei rimane così, forse stava pensando a qualcosa in particolare. Aveva incrociato le sue mani, non so cos'avesse ora. Non alzava ancora la testa, mi stavo preoccupando.

:- Oi, tutto bene?

:- Credo di si.

:- Credo?

:- Non so, mi sento strana.

:- In che senso?

:- Non lo so, ma non preoccuparti.

Alza finalmente il capo. Appoggio la mia fronte sulla sua. Continua a mantenere gli occhi abbassati, io la guardavo. Guardavo il suo naso, la bocca, le labbra. Le accarezzo il mento, la mandibola. Dolcemente. Volevo che ricordasse questo momento per tanto tempo. Alza lo sguardo, ci guardiamo. Eravamo vicini, molto. Le nostre labbra parevano sfiorarsi. Sentivo il suo respiro. Non doveva avere paura di me.

..

Oh cazzo, pensavo. A momenti ci baciamo, lo so. Ma io non so cosa fare. Non ero pronta ad una relazione, non avevo chiuso del tutto il passato. Non volevo costringere Josè ad una vita come la mia. Piena di preoccupazione, di ansia e fisse. Non potevo costringere un ragazzo a non sfiorarmi del tutto, ad essere troppo paziente. Magari Josè era il tipo che sarebbe finito ogni sera a letto. Che ne so. E io, di tutto quello, avevo ancora paura. Josè forse era davvero troppo per me. Sentivo le sue mani accarezzarmi le guance. Poi mi sfiora le labbra con le dita. Brivido. Poggia dolcemente le sue labbra sulle mie. Mi da un piccolo bacio a stampo. Era così strano ora, così tutto nuovo. Non capitava da tempo. Era anche diverso, ovviamente, dal bacio che ci siamo dati al gioco della bottiglia. Quella era finzione, qui è tutto vero. Ci stacchiamo, ci guardiamo negli occhi. Avevo un respiro spezzato, mi sentivo un po' intontita. Si avvicina nuovamente, mi da un altro bacio, un altro ancora, e poi ancora. Finchè poi non sento la sua lingua, e ci baciamo. Sul serio, però. Uno di quei baci che si danno i fidanzati. La sua mano fra i miei capelli, le mie sulle sue guance. Quanto aveva voluto questo bacio, pensavo. Prima di staccarsi del tutto, mi da un bacio a stampo, poi sulla fronte.

Ci guardiamo negli occhi. Imbarazzati era poco. Lui però mi sembrava sicuro di se, come se fosse certo di aver fatto la cosa giusta.

:- Sei arrabbiata con me?

:- No, no.

:- Sicura? E' l'ultima cosa che voglio.

:- Non sono arrabbiata con te.

Mi guarda sorridendo, gli sorrido anche io. Non sapevo cosa dirgli. Non provavo un qualcosa così dal primo bacio con Simone. Impacciata come una bambina. Mi aiuta a sistemare il telo, lo posiamo nello zaino. Si alza in piedi, poi mi aiuta. Prendo lo zaino, e andiamo via. Non parliamo durante il tragitto. Non so se fosse pentito di quello che aveva fatto. Io alla fine non ero pentita, però temevo le conseguenze, ora. Sento la sua mano stringere la mia, forse per il buio, o per altro. Continuo a guardare dritto, anche se mi accorgo dei suoi occhi su di me.

Sei tu il mio Re, io la tua Regina. ||José Callejón||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora