Qualcosa di strano, ora.

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Domenica pomeriggio. Alla fine non sono più uscita di casa, non avevo molta voglia. Erano le cinque, avevo preparato la torta al limone e yogurt, come piaceva a Josè. L'avevo sentito, ma ora era uscito con quel suo amico e non volevo disturbarlo troppo. Passo il tempo mettendo lo smalto, suonando al pianoforte, e sistemando casa. Mi stavo annoiando, non sapevo cosa fare. Non sono più abituata a questo, ora che passavo i pomeriggi a lavorare o con Josè! Nel contempo, c'è chi mi teneva compagnia. I soliti, LosMejores.
Pepe: Ragaaaa.
Raul: Oi.
Marek: Che vuoi, sfigato?
Yolanda: Bada a come parli, capità!
Martina: Eieiei!
:- Ciao.
Dries: Oh, la sposa.
:- Ciao Dries.
Raul: Ti si addiceeee! Dov'è lo sposo tuo?
Calleti: Ma che andate trovando!
Alicia: Eh, come viene chiamato in causa ...!
Calleti: Comunque sono uscito con un amico.
Marek: Ora si chiama Amico! CERTO.
Pepe: Come minimo sei a casa di Chiara, a fare.. e qui mi fermo.
:- Ah, con questa storia.
Raul: Ma no, Pepe. Ora si sono fermati, l'hanno già fatto.
Calleti: Raul!
Alicia: Dai, Raul, su.
:- MA NON AVETE NULLA DA FARE?
Marek: Fantasticare su te e Josè ci piace di più.
Pepe: Non stiamo fantasticando, stiamo dicendo la verità.
Calleti: Eddai, ragà.
..
:- Oi.
:- Ei, sposo, che fai?

:- Il mio amico ora è andato nel bagno del bar, io sto aspettando fuori. Tu?

:- Fatto la torta, messo lo smalto, suonato qualcosa. Insomma, mi annoio.

:- Immagino, ma tra un pò ci vediamo.

:- Lo so, spero che ti piacciano i posti che frequentavo.

:- Mi piaceranno sicuramente, lo sai che mi piace la Napoli di notte.

:- Spero bene, non vedo l'ora di fartela conoscere.

:- Oh, piccolina.

:- Ehehe, comunque .. Stasera mi devi la proposta di matrimonio.

:- Ah già, è vero.

:- Ti eri dimenticato?!

:- Si...

:- Mi sono offesa, ora. Non mi parlare più!

:- Ei, piccola. Dai, lo sai che ho avuto un mese difficile. Ma lo sai che voglio sposarti.

:- Ti sei scordato della proposta.

:- Mi dispiacee.

:- Ahahaha, torniamo sulla Terra ora. Io vado a lavarmi i capelli, ci sentiamo più tardi. Divertiti.

:- Va bene, ci sentiamo dopo piccola.

:- Ehm...Piccolina.

:- PICCOLA.

:- Ti sei dimenticato della promessa, ora scelgo io il mio soprannome.

:- Dimmi quello che vuoi, ma ti chiamerò sempre come dico io.

:- Che bastardo.

:- Già.

:- Ora vado, a dopo.

:- Okkk.

..

Sono in bagno, mi spoglio prima di entrare in doccia. Guardavo il mio fisico, davanti allo specchio. Un livido grande, cicatrici ovunque. Chissà, in un'ipotetica relazione, se Josè avesse accettato il mio corpo. Per me era un tassello importante, che influiva anche sul fatto che non mi fossi gettata nelle braccia di Josè. Mi vergognavo di me stessa, e non so se comunque un calciatore avrebbe voluto al suo fianco una ragazza così. In effetti, di me conosceva solo il modo di pensare, e il livido. Non aveva mai visto davvero le mie braccia, le mie spalle, la mia pancia, lo stomaco. Abbasso il capo, poi lo rialzo. Entro in doccia; l'acqua calda che scendeva su di me speravo portasse via anche i brutti pensieri. Quando esco, circa un'ora dopo, prendo il cellulare. Erano le sette, quasi. Josè mi aveva scritto.

Sei tu il mio Re, io la tua Regina. ||José Callejón||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora