Alla fine dell'allenamento, José mi aveva scritto.
:- Ei, come va Ora?
:- Un Po' meglio.
:- Finalmente.. sono felice che ci sei anche tu stasera.
:- Mi è costato parecchio.
:- Lo so, però è meglio che stai in compagnia. Sola sarebbe stato ancor più deprimente.
:- Voi non potete capire..
:- Non possiamo, certo. Però aiutare gli amici ci riesce bene. E specialmente tu, che non sei solo un'amica!
:- ..Dove si trova questo locale?
:- Eh, non è molto lontano da casa tua. Comunque è un bel posto, di solito molti festeggiano i compleanni lì. È un ristorante di pesce.
:- Ah, va beh ..
:- Che c'è?
Più non avevo soldi, ora a maggior ragione, più andavamo nei posti chic. Cazzo, ma lo si faceva apposta. Giuro che chiedere i soldi è la cosa che odio al mondo, però era scontato, ora.
:- José..ecco, mi vergogno a chiedertelo, però..
:- Devi dirmi tutto.
:- Potresti pagarmi tu la cena? .. Appena potrò ti darò tutti i soldi indietro.
:- Ti avrei pagato la cena Comunque, piccola.
:- Grazie, è che ora, a maggior ragione dopo il licenziamento ..
:- Stai tranquilla, non devi farti assolutamente problemi.
:- Appena cerco un lavoro ti restituisco dalla prima cena.
:- No, non devi farlo. Che tu abbia un lavoro oppure no.
:- Grazie ..!
:- Di nulla, davvero.
:- Ora che fai?
:- Nulla, devo fare la doccia e tornare a casa, poi passo a prenderti. Tu?
:- Niente di che, leggevo.
:- Capito. Non vedo l'ora di vederti!
:- Ehehehehe, chi non vuole vedermi.
La butto sull'ironia, pur di deviare certi discorsi romantici.
:- A me interessa sicuramente.
:- ..Quindi tra qualche giorno è il tuo compleanno..! Come ti senti, sei emozionato?
:- Beh, vabe. Trent'anni sono trent'anni. Sono felice, ma nulla più.
:- A me piace molto festeggiare i compleanni.
:- Se mi dicessi quando lo festeggi, magari.
:- A marzo.
:- Quando?
:- Nove.
:- Oh, finalmente lo so. Quindi, tra qualche settimana compi 28 anni.
:- Eh, si.
:- Bene, organizziamo una grande festa.
:- Pensiamo prima al tuo di compleanno!
:- Pensiamo anche al tuo. Tranquilla.
:- Ora vai a farti la doccia ... Campione.
:- Uh, mi mancava questo.
:- Perciò t'ho chiamato così.
:- Grazie!
:- Vado a prepararmi, ci vediamo più tardi. Verso le otto e mezza passi?
:- Certo. Ti mando un messaggio quando sto per arrivare.
:- Ok, a più tardi José.
:- A dopo, piccola.
..
Pov José.
Torno a casa circa verso le sette e mezza, mi preparo per stasera.
Però poi ho un'idea lampo. Avverto immediatamente Albiol.
:- Oh, ho pensato. Se regaliamo qualcosa a Chiara?
:- Lo dicevo io! Ora che cosa?
:- I fiori. Però un regalo collettivo..Non penso che voglia ricevere fiori solo da me.
:- Va bene come idea, dai. Avverto anche gli altri. Li passerà a prendere Pepe, che ha il fioraio sotto casa.
:- Digli di prendere fiori belli, eh.
:- Uno vale l'altro.
:- No.. uno vale l'altro li regala a sua moglie. A Chiara deve prendere le rose.
:- Ma sei idiota! Le rose sono da innamorati! Poi capisce che li hai regalati tu.
:- Allora comunque un qualcosa di bello.
:- Ci pensa lui.
:- Ok, a dopo.
..
Già avevo l'idea. I fiori sarebbero stati già sul tavolo, li avrebbe visti quando saremmo entrati tutti. Non vedevo l'ora di vederla sorridere.
Nel frattempo scriviamo sul gruppo Locos, anzi, Alicia scrive a rotta di collo.
Alicia: Ho saputo della tua idea, che dolce che sei!
:- Ehm, grazie.
Raul: A me sembra una cazzata quella dei fiori. Capirà sicuramente che c'ha pensato lui.
Alicia: Fa niente. È pur sempre un regalo.
:- Lo vedi, Raul?
Raul: Comunque sia, a che ora scendi?
:- Alle otto e mezza passo a prenderla.
Raul: Va bene. Allora ci vediamo dopo, dai.
Alicia: Ah, una cosa. Un consiglio. José, non baciarla stasera. Non mi sembra il caso.
:- ...se si crea l'atmosfera giusta?
Alicia: Non metterla sotto pressione. L'hanno licenziata, dai.
:- Va bene, però se si crea un pensiero ce lo faccio. Poi prima mi ha chiesto di pagarle la cena, perché Non ha molto denaro. Specialmente ora che non ha ricevuto lo stipendio.
Alicia: Che amore.
Raul: Che cosa carina. Ma tanto gliela avresti pagata comunque, no?
:- Certo. Gliel'ho scritto pure.
Alicia: Cavaliere, vai a prepararti ora. Ci vediamo più tardi.
..
José passa puntuale. Salgo in auto, nel frattempo parliamo. Il clima fra noi era un po' strano. Io ero silenziosa, un po' giù di morale. Lui fa di tutto pur di farmi stare bene. Era così, José era davvero un ragazzo fantastico.
:- Stai meglio ora?
:- Si, dai.
:- La ferita ti fa ancora male?
:- Non molto. Non riesco ancora a guidare o stare troppo tempo seduta, o camminare tanto, però non mi fa molto male.
:- Meglio così. Posso vederla dopo?
Mi Guarda con un sorriso malizioso. L'avrebbe baciata ancora.
:- Sei davvero scemo. Gli sorrido, mi faceva ride, e nel contempo tenerezza.
:- Lo so.
Mi Guarda ridendo, con la mano mi accarezza il viso.
:- Mi mancava questo .. mi dice, mettendo poi la mano sul volante.
:- Io posso dirti di tutto, tu non cambierai mai. Gli dico, ridendo.
:- No, con te non cambio.
C'era un po' di traffico, ci scambiamo qualche occhiata senza fissarci molto.
Anche se, ogni volta che ci guardavamo negli occhi, si creava un'atmosfera strana. Ogni momento era propizio per un bacio. A me i baci con lui piacevano davvero, ma non facevamo che farci male e condannarci ad un qualcosa che forse mai avremo potuto fare.
Quando parcheggiamo, c'erano già Gli Albiol e i Reina ad aspettarci.
Abbraccio Yolanda e Alicia come fossimo amiche di vecchia data. Specialmente con Ali, che era l'unica che sapeva davvero tutto. L'avrei raccontato anche a Martina, ma per il momento preferivo lo sapesse solo lei. Anche perché Raul era il migliore amico di José, e loro tre si conoscono da molto tempo. Mi sentivo forse più in sintonia con lei.
I tre maschi si guardavano e ridevano. Vai a capire perché! Aspettiamo il capitano e il piccolo folletto belga, con le consorti. Non faceva molto freddo, ma preferivo stare seduta, ora.
Non indossavo nulla di particolare, neanche loro. José aveva messo un maglione nero. E il maglione nero gli calzava a pennello.
Alle volte, penso, l'idea di essere l'unica che per il momento poteva sfiorargli le labbra e stringerlo, mi piaceva. Era davvero un Uomo. E se non avessi avuto Simone, il dolore e la paura di poterlo renderlo infelice, starei con José già da domenica sera. Ci lanciamo qualche occhiata, sorridendo. Mi appiglio a lui e Alicia per entrare dentro, quando arrivarono (finalmente!) gli altri.
Il cameriere ci guida verso il nostro tavolo, che aveva chiamato a nome di Reina. Era davvero un posto stupendo. Roba per me, proprio.
Sul tavolo mi accorgo che c'era un mazzo di fiori. Non arrivo a capire il nesso.
:- Dai, ma guarda che idioti. Hanno messo i fiori sul tavolo sbagliato.
Dico, un po' a gran voce.
Qualcuno già sorride dietro. Pepe prende a parlare.
:- Non hanno sbagliato, sono per te.
Guardo tutti e nove un po' stranita. Mi avvicino al tavolo, prendendo il bigliettino. Lo apro. C'era scritta una frase.
"Perché la famiglia c'è sempre nei momenti del bisogno. Ora più che mai. Ti vogliamo bene Chiara!
I tuoi otto amici, e lo sposo."
Appoggio le mani sulla bocca, ero davvero sorpresa. Li guardo, loro sorridevano.
:- Oh, insomma io devo piangere sempre con voi! Dico.
Abbraccio ognuno di loro, e anche lui. Alla fine José era un membro della mia Famiglia. Un Po' più speciale di tutti. L'abbraccio con lui è stato diverso, però carino. Mi aveva dato un bacio sulla guancia.
Prendiamo posto. Stravolta noi donne eravamo da un lato, e gli uomini dall'altro. Ognuno aveva il proprio ragazzo di fronte. Io avevo José, logicamente.
Il massimo l'imbarazzo il doverlo guardare ogni momento!
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Sei tu il mio Re, io la tua Regina. ||José Callejón||
FanfictionIntro. La mia seconda storia verte su Chiara, alle prese col nuovo lavoro da fisioterapista nella società partenopea. Non è la classica ragazza che si lascia convincere al primo appuntamento, alle prime smancerie. La storia precedente è finita m...