:- Ora ti riporto a casa. Mi dice.
:- Devi allenarti.
:- No, ora devi andare a casa e riposarti.
:- Io rimango qui, ancora. Quando hai finito mi accompagni.
:- Fortuna che sono venuto con Pepe. Oggi posso guidare la tua auto e portarti a casa.
:- Non preoccuparti, io sto bene e posso guidare.
:- Ma non dire cazzate. Aspettami qui.
:- Dove vai?
:- Stai ferma!
Torna dieci minuti dopo.
:- Ora ti posso portare a casa, ho chiesto il permesso al mister. Torno oggi pomeriggio ad allenarmi.
:- Josè, no. Torni questa mattina.
:- Non puoi fare tutto sola, quindi salgo da te e ti do una mano. Così è deciso, e basta.
:- Ok..
Mi aiuta ad alzarmi piano piano. Scendo dal lettino. Tocco finalmente terra. Ero in piedi, me l'ero vista davvero brutta. Esco di stanza con molta lentezza, mentre Josè mi fa da sostegno. Sul corridoio c'erano tutti. Anche Tonelli. Mi guarda stranito, come per dire Forse l'ho fatta grossa stavolta. Raul mi ferma mentre cammino.
:- Come stai ora?
:- Sto meglio, grazie.
:- Vuoi che chiamo Alicia, così non sei sola?
:- No, no. Tranquillo, ora vado a casa a riposarmi. Per domani starò bene.
:- Chiamaci per qualsiasi cosa.
Luigi era più avanti, seduto col cellulare.
:-Oh, ma che c'hai sulla pancia?
:- Non ti riguarda.
:- Sto chiedendo, madonna quanto sei pesante!
Lo lascio parlare e vado avanti. Faccio forza sulle gambe e grazie a Josè, che non lascia per un minuto la presa. Arriviamo nel parcheggio, dopo molto. Prende le chiavi dalla mia borsa, apre l'auto. Mi aiuta a salire, abbassando il sedile. Poi si mette alla guida. Per essere la prima volta che portava la mia auto, ci sapeva far bene.
:- Grazie per tutto questo.
:- Non devi ringraziarmi, lo sai. Non ti potevo lasciare così, col sangue fra le mani, tu che eri in panico.
:- Non so che dirti. Non ti smentisci mai.
:- In che senso?
:- Sei il ragazzo più dolce che ci sia.
:- Grazie ..
Guida con molta determinazione e calma. Parcheggia sotto casa mia. Mi aiuta a scendere, e saliamo insieme in ascensore. Apro la porta di casa, lui mi accompagna sul letto. Alza le persiane, apre le finestre. Mi fa sedere.
:- Josè, ce la faccio. Vai ora.
:- No, ora fai quello che dico io. Alfonso ha detto che devi riposarti, e quindi non devi fare nulla.
Mi toglie il giubbino, mi slaccia le scarpe. Come fosse davvero il mio ragazzo. Mi distendo lungo il materasso.
:- Ti fa male la pancia?
:- Un pò meno.
:- Meglio così.
:- Stai facendo tardi.
:- Mi stai cacciando per caso?!
:- No, certo che no. Solo che non voglio che tu fai tardi.:- Ma non preoccuparti per me, io ho detto che andrò oggi.
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Sei tu il mio Re, io la tua Regina. ||José Callejón||
FanfictionIntro. La mia seconda storia verte su Chiara, alle prese col nuovo lavoro da fisioterapista nella società partenopea. Non è la classica ragazza che si lascia convincere al primo appuntamento, alle prime smancerie. La storia precedente è finita m...